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Prezzo del petrolio sopra i 60 dollari, nuove tensioni in Medio Oriente

Prezzo del barile in rialzo, torna a scaldarsi la situazione nello Yemen

Pompa petrolio Fonte: Bloomberg

Il prezzo del petrolio torna a sfiorare i 63 dollari al barile per la prima volta in 13 mesi: è l’effetto combinato dei tagli alla produzione rinnovati all’inizio dell’anno, all’ottimismo sulla ripresa della domanda globale, grazie ai vaccini anti-covid e alle prospettive di ripartenza economica che ne derivano, ma anche delle recenti tensioni in Medio Oriente, con la situazione nello Yemen che torna a farsi calda.

Quotazioni del petrolio in rialzo, il parere degli esperti

Nelle ultime ore l’Arabia Saudita ha segnalato di aver intercettato e distrutto un drone carico di esplosivo diretto verso il Regno del Golfo. Secondo Riad, il drone sarebbe stato lanciato dai ribelli Houti, attivi nello Yemen e spalleggiati dall’Iran. Lo ha ripotato la tv di stato saudita.

Il rinnovo delle tensioni, che riporta a galla il balzo del prezzo del petrolio nel settembre del 2019, provocato dagli attacchi degli Houti ai pozzi petroliferi sauditi, ha provocato in nottata un rialzo del prezzo del greggio. In poche ore il Brent è salito oltre il 63 dollari al barile mentre il Wti ha superato per la prima volta in oltre un anno quota 60 dollari al barile.

Per gli esperti, si tratta di un effetto temporaneo: a meno che non seguano altri attacchi, in grado di provocare un’escalation di tensioni, i rialzi delle ultime ore sono destinati a riassorbirsi.

Cosa sta succedendo nello Yemen?

Anche nello Yemen è iniziato tutto nel 2011, ai tempi delle primavere arabe. La difficile – di fatto mai riuscita - transizione democratica si risolse con il passaggio del potere dal presidente Ali Abdullah Saleh al suo vice, Abdrabbuh Mansour Hadi. Tra i problemi che Hadi si è trovato ad affrontare, oltre a corruzione, disoccupazione e scarsità di risorse, figuravano anche e soprattutto l’avanzare degli jihadisti e del movimento separatista al sud, il tutto condito dall’opposizione rimasta fedele al suo predecessore.

Il movimento degli Houti ha approfittato di tale contesto di forte debolezza delle autorità. Già schierato contro il governo di Saleh, il movimento (prevalentemente sciita, sebbene annoveri tra le sue fila anche una piccola componente di sunniti) nasce all’inizio degli anni Novanta nello Yemen per promuovere la cultura zaydita (una variante dell’islam sciita, nata nell’ottavo secolo dopo Cristo). All’indomani della primavera araba yemenita, nel 2011, cui il movimento ha partecipato, gli Houti rifiutarono ogni proposta per la formazione di un nuovo governo e, dando inizio a una lotta per il riconoscimento della propria identità, tra il 2014 e il 2015 sono arrivati ad occupare la capitale dello Yemen San’a’. Hadi fuggì nel marzo del 2015.

L’avvento di una nuova forza spalleggiata dall’Iran (o per lo meno supposto tale), ci è voluto poco perché l’Arabia Saudita, roccaforte sunnita, intervenisse (forte dell’appoggio di Washington e di altri stati a leadership sunnita come Kuwait, Emirati Arabi, Qatar, Bahrein e Giordania, tra gli altri) per contrastare l’avanzata dei ribelli e restaurare il governo del deposto Hadi.

La guerra civile prosegue ormai da quasi sette anni. Nel settembre 2019 un attacco degli Houti alle basi petrolifere saudite aveva causato la distruzione di circa metà della produzione petrolifera di Riad.

Cos’altro sta influendo sul prezzo del petrolio?

Non è solo la geopolitica d’altra parte a influenzare il prezzo del barile oggi. Prosegue infatti la strategia dei tagli alla produzione, cui l’Arabia Saudita contribuisce più di tutti i paesi dell’Opec+ (l’organizzazione dei principali esportatori di petrolio, aperta ai suoi alleati). Oltre ai produttori che tengono basso il livello dell’offerta, a favorire i rialzi contribuiscono anche le distribuzioni di vaccini, che promettono di stimolare la domanda in un futuro sempre più prossimo.

"Abbiamo visto bassa volatilità negli ultimi mesi. Questo significa che il mercato è in equilibrio, e i prezzi che stiamo vedendo oggi sono in linea con la situazione del mercato", ha spiegato il ministro per l’Energia russo, Aleksander Novak, ai media nazionali.

Come si stanno muovendo ora le quotazioni del petrolio?

Al momento il prezzo del barile dà seguito ai rialzi della mattinata: il Wti avanza dell’1,90%, a 60,60 dollari, mentre il Brent si muove attorno a quota 63,28 – un aumento dell’1,36%.

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