Vai al contenuto

Le opzioni e CFD sono strumenti complessi ad alto rischio di perdita di capitale dovuto alla leva. 71% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro a causa delle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valutate se potete permettervi di correre l’elevato rischio di perdere il vostro denaro. 71% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro a causa delle negoziazioni in CFD con questo fornitore.

TOTOFED

Il vero market mover del 2026: il nuovo presidente della Fed

La fine del mandato di Jerome Powell a maggio 2026 apre la partita per la guida della Federal Reserve. Molti puntano su Kevin Hassett, ma i diversi candidati implicano traiettorie molto differenti per i mercati

Fonte: Bloomberg

Written by

Filippo A. Diodovich

Filippo A. Diodovich

Senior Market Strategist

Published on:

Perché il nuovo presidente della Fed sarà il vero “market mover” del 2026

Un tema chiave per il 2026 sarà la nomina del nuovo presidente della Federal Reserve dopo la fine del mandato di Jerome Powell, che termina il 15 maggio 2026 (pur potendo restare nel Board fino a gennaio 2028).

La Fed non è solo la banca centrale degli Stati Uniti: è l’istituzione che decide il costo del denaro nella principale valuta di riserva mondiale. Ogni cambio di guida al suo vertice può significare:

  • un diverso equilibrio tra lotta all’inflazione e sostegno alla crescita,

  • una diversa tolleranza verso la volatilità dei mercati,

  • un diverso grado di indipendenza rispetto alla Casa Bianca.

Per questo, la scelta del nuovo presidente della Fed probabilmente conterà più di molte nomine politiche “tradizionali” negli USA e sarà uno dei temi centrali di qualsiasi outlook 2026.

Dove siamo oggi: nessuna nomina ufficiale, ma un favorito chiaro

Nelle ultime settimane il presidente Trump ha confermato di avere già deciso il successore, ma ha anche dichiarato che annuncerà il nome “all’inizio del 2026”, lasciando intenzionalmente aperta l’incertezza sui mercati.

Siamo quindi nella fase di shortlist e rumor, non ancora nella fase della nomina formale (che dovrà poi essere confermata dal Senato).

Le principali fonti finanziarie convergono su una rosa di cinque candidati:

  • Kevin Hassett – direttore del National Economic Council, economista di lungo corso, molto vicino a Trump;

  • Christopher (Chris) Waller – governatore della Fed, ex capo della ricerca alla Fed di St. Louis;

  • Michelle Bowman – governatrice della Fed, con background nel mondo delle community banks;

  • Kevin Warsh – ex governatore della Fed, con forti legami con Wall Street;

  • Rick Rieder – Chief Investment Officer del reddito fisso globale di BlackRock.

Questa percezione qualitativa è oggi confermata dai mercati di previsione (come Polymarket e Kalshi), che prezzano in modo esplicito le probabilità dei diversi scenari per la scelta del prossimo presidente della Fed. Indicativamente, le quote più recenti si distribuiscono così:

  • Kevin Hassett ~75%

  • Christopher Waller ~15%

  • Kevin Warsh ~8%

  • Altri candidati ~2% complessivo

In altre parole, Hassett è visto come chiaro favorito, Waller rappresenta lo scenario di continuità interna più plausibile, Warsh una possibilità minoritaria ma non trascurabile, mentre lo spazio per veri outsider è oggi estremamente ridotto.

Alcune analisi arrivano a descrivere Hassett come un quasi “shadow Fed chair”, un presidente “ombra” capace di influenzare già oggi le aspettative dei mercati sul futuro percorso dei tassi.

Nel frattempo, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha iniziato a spingere per modifiche nella governance della Fed (ad esempio sui requisiti per i presidenti delle Fed regionali), con l’obiettivo di rafforzare il peso dell’esecutivo nel dibattito sulla politica monetaria.

Tre possibili direzioni per la politica monetaria

Un tema chiave per il 2026 sarà la nomina del nuovo presidente della Federal Reserve dopo la fine del mandato di Jerome Powell (maggio 2026). A oggi i mercati guardano a una rosa ristretta di candidati, con implicazioni diverse per il sentiero dei tassi USA.

A livello di scenari, il focus degli investitori si può sintetizzare in tre traiettorie principali.

1. Scenario base: Kevin Hassett (ad oggi il candidato più probabile)

In questo scenario la Fed sarebbe guidata da un economista molto vicino alla Casa Bianca, con un chiaro bias pro-crescita e pro-mercato.

  • Bias pro-crescita e pro-mercato: Hassett è percepito come più sensibile al tema crescita/occupazione rispetto al rischio di mantenere i tassi “troppo alti per troppo tempo”.

  • Rischio di maggiore pressione politica sulla Fed: un presidente così allineato alla presidenza USA aumenterebbe la percezione di una banca centrale meno “hawkish” nel medio termine.

  • Implicazioni di mercato:

    1. curva USA tendenzialmente più ripida (maggiore pressione sui rendimenti lunghi se l’inflazione resta appiccicosa),

    2. supporto relativo per equity cicliche e asset rischiosi,

    3. premio al rischio più alto sul dollaro nel lungo periodo, se i mercati iniziano a dubitare della determinazione della Fed nel mantenere l’inflazione sotto controllo.

Per gli investitori, è lo scenario più “market friendly” nel breve, ma con il rischio che – in caso di nuove sorprese inflattive – la Fed versione Hassett sia costretta a un successivo cambio di rotta più brusco.

2. Scenario continuità “tecnica”: Christopher Waller / Michelle Bowman

Il secondo scenario prevede la scelta di un profilo già interno al Board, con una politica monetaria più prevedibile e una forte continuità rispetto all’era Powell.

  • Linea di policy più prevedibile: Waller e Bowman condividono un approccio molto data-dependent, con un’attenzione elevata alla comunicazione graduale e alla gestione delle aspettative.

  • Priorità alla credibilità anti-inflazione: l’obiettivo chiave resta consolidare il ritorno dell’inflazione verso il target del 2%, evitando di allentare troppo presto.

  • Implicazioni di mercato:

    • curva tendenzialmente più piatta, con minore pressione sui rendimenti lunghi,

    • dollaro relativamente più forte in uno scenario di tassi “higher for longer”,

    • valutazioni azionarie più selettive: vantaggio relativo per quality, large cap e settori difensivi.

Questo è lo scenario della stabilità: minori sorprese nel breve, ma anche meno probabilità di errori grossolani di policy.

3. Scenario outsider / più “markets-driven”: Kevin Warsh o Rick Rieder

Il terzo scenario vede la guida della Fed affidata a una figura con un profilo fortemente market-oriented, grazie a un background profondo nei mercati finanziari.

  • Maggiore attenzione alla reazione dei mercati: la comunicazione sarebbe più orientata a gestire le condizioni di liquidità e la stabilità finanziaria, cercando di evitare shock improvvisi su bond ed equity.

  • Possibile mix di pragmatismo e volatilità: più flessibilità nel ciclo di tagli/aumenti, ma anche il rischio di stop & go se l’inflazione sorprende più del previsto.

  • Implicazioni di mercato:

    1. aumento di volatilità su tassi e FX, soprattutto durante la transizione da Powell al nuovo presidente,

    2. maggiori opportunità tattiche su credit e duration in presenza di reazioni eccessive dei mercati rispetto ai fondamentali.

Questo scenario tende a premiare gli investitori capaci di gestire attivamente l’esposizione al rischio, più che il semplice buy and hold.

Perché questo passaggio è cruciale anche per gli investitori europei

Per un investitore europeo – e italiano in particolare – la nomina del nuovo presidente della Fed avrà effetti su almeno tre dimensioni:

  1. Tassi globali e spread periferici
    Una Fed più “dovish” (scenario Hassett) tende a ridurre la pressione sui rendimenti globali, facilitando il lavoro della BCE e sostenendo gli spread dei paesi periferici dell’Eurozona. Una Fed più hawkish (scenario Waller/Bowman) potrebbe mantenere i tassi globali più elevati più a lungo.

  2. Cambio euro/dollaro

    • Fed più falco → dollaro verosimilmente più forte, con impatto su export europee e performance degli asset in valuta locale.

    • Fed più politica e pro-crescita → nel tempo minore appeal del dollaro come valuta rifugio, con dinamiche potenzialmente più favorevoli all’euro.

  3. Rotazione settoriale e di stile

    • Scenario Hassett: vantaggio relativo per ciclici globali, finanziari e small/mid cap.

    • Scenario Waller/Bowman: contesto più favorevole a quality, difensivi e grandi esportatori con forte pricing power.

    • Scenario outsider (Warsh/Rieder): più volatilità, ma anche finestre tattiche interessanti su credito e duration.

Cosa monitorare nel 2026

In vista della nomina, ci sono alcuni checkpoint chiave da seguire:

  • Annuncio ufficiale della Casa Bianca (atteso “inizio 2026”): il nome del candidato sarà il primo vero driver di mercato dell’anno.

  • Audizioni al Senato: il tono delle risposte su inflazione, mercato del lavoro e regolamentazione bancaria offrirà indicazioni concrete sul futuro percorso dei tassi.

  • Reazione della curva dei Treasury: movimenti repentini sui rendimenti a 2 e 10 anni saranno il termometro della credibilità percepita del nuovo presidente.

  • Rapporto con il Tesoro e con la Casa Bianca: segnali di frizione o, al contrario, di eccessivo allineamento politico influenzeranno il premio al rischio richiesto dagli investitori internazionali.

Trading Today

Ogni giorno due analisi tecniche curate dal nostro strategist Filippo Diodovich

Agenda del Trader

Leggi l'agenda settimanale con i principali eventi macro e societari.