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Oro resiste sui 1.300 dollari e prepara l'attacco ai 1.400

Le tensioni sui mercati potrebbero superare l'effetto dollaro sul metallo prezioso.

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Fonte: Bloomberg

Resistere sopra la soglia dei 1.300 dollari/oncia l'oro, dopo l'assalto tentato ai 1.370 dollari a fine gennaio. Il metallo prezioso continua a essere guidato per lo più dal biglietto verde, che nelle ultime settimane ha avuto un andamento piuttosto altalenante. Solo in residua parte i movimenti sono stati associati a un cambiamento di atteggiamento degli operatori su inflazione e avversione al rischio. Ci aspettiamo che siano proprio quest'ultimi i driver per una ripresa di quota dei prezzi nei prossimi mesi, a scapito del dollaro.

Crediamo che l'effetto dollaro si assopisca un po' e le nubi che si stanno addensando sui mercati possano dare una spinta considerevole al metallo prezioso. Così i massimi di inizio anno dovrebbero essere aggiornati e le quotazioni potrebbero tornare sopra i 1.400 dollari. Se l'esclation delle tensioni dovesse avere come fulcro gli Stati Uniti, il deprezzamento del dollaro potrebbe accentuare tale movimento, riportando rapidamente l'oro a rivedere quota 1.500 dollari, livelli abbandonati ad aprile 2013.

Graficamente, l'impostazione rimane rialzista dato che i massimi e i minimi dell'ultimo anno sono crescenti. Il target principale rimane collocato a 1.370-1.380, massimi sia del 2014 che del 2016 e area di transito del secondo ritracciamento di Fibonacci nella discesa partita dai massimi storici di settembre 2011. Il livello successivo è collocato a 1.480-1.500 dollari, ovvero il nostro target annuale.

Indicazioni di debolezza si avrebbero con una discesa sotto i 1.300 dollari, bottom di febbraio. In tal caso, il metallo giallo potrebbe andare al test della trend line rialzista che unisce i minimi di dicembre 2015 con quelli di dicembre 2016. Sarà solo il cedimento di tale riferimento a compromettere il quadro grafico, con le vendite che potrebbero dilagare sino ad arrivare a 1.130 dollari.

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