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Indici di Borsa contrastanti, PBoC annuncia taglio dei tassi di riferimento sui prestiti

Il tentativo di supporto all’economia da parte dell’istituto centrale cinese ha provocato un rialzo dei listini asiatici, mentre l’Europa viaggia in area negativa

Persona davanti a grafico Fonte: Bloomberg

Gli analisti l’avevano ampiamente previsto, ma ieri è arrivata la notizia ufficiale da parte della banca centrale cinese: taglio di dieci punti percentuali (dal 4,15% al 4,05%) del tasso di riferimento sui prestiti a un anno e di cinque punti base (dal 4,8% a 4,75%) per quello sui prestiti a 5 anni.

La misura intende alleggerire il costo dei prestiti per le imprese e arriva a pochi giorni dal taglio dei tassi a medio termine, disposto dall’istituto centrale lunedì scorso - quando la PBoC ha tagliato i tassi sui prestiti a medio termine dal 3,25% al 3,15%, dopo un’iniezione di liquidità pari a 200 miliardi di yuan (circa 28,6 miliardi di dollari). Dall’inizio di febbraio, la banca centrale cinese ha immesso liquidità nel sistema finanziario per 300 miliardi di yuan, corrispondenti a circa 428,4 miliardi di dollari.

Si tratta di misure implementate per sostenere l’economia cinese dopo settimane in cui l’epidemia di covid-19 ha provocato il rallentamento della produzione, con ricadute sull’economia (non solo interna, ma anche globale: grandi marchi che hanno dislocato le loro fabbriche in Cina stanno risentendo del blocco dei lavori dovuti alla quarantena, con ripercussioni sui ricavi del primo trimestre 2020 - la prima a rivedere le proprie previsioni è stata Apple, seguita da Adidas e Puma).

D’altra parte, i provvedimenti della Banca Centrale arrivano in un momento in cui il tasso di nuovi contagi registrati nella provincia dell’Hubei (dove si è sviluppato il focolaio dell’epidemia) si presenta in contrazione.

I verbali della Fomc e la paura coronavirus

Eppure il coronavirus continua a destare timori. Ieri in serata il Fomc, il comitato esecutivo della Federal Reserve, ha pubblicato i verbali dell’ultima riunione (quella del 28-29 gennaio), da cui si evince la volontà di mantenere i tassi di interesse invariati per lungo tempo (almeno fino al 2021, sembra), così da avere il tempo di valutare gli effetti del taglio dei tassi avvenuto durante il 2019.

Eppure nei verbali ricorre la parola coronavirus, in grado di provocare gravi ripercussioni sull’economia globale. L’entità del danno economico sarà chiara con la pubblicazione del pil del primo trimestre 2020: a quel punto, la Fed potrebbe intervenire. “Naturalmente, se emergessero sviluppi che portino a una rivalutazione sostanziale dell'outlook, un adeguamento della politica monetaria sarebbe appropriato, al fine di favorire il raggiungimento degli obiettivi di doppio mandato”, si legge nelle minute del Fomc.

Quali effetti ha avuto il coronavirus sui cambi valutari?

A recepire subito gli effetti dell’epidemia è invece il mercato valutario. Il cambio EUR/USD ha toccato oggi i minimi dal 2017, a 1,077, dopo che l’economia europea (soprattutto quella tedesca) ha subito un forte rallentamento dovuto a cause antecedenti allo scoppio dell’epidemia - ma che non fanno presagire segnali incoraggianti proprio in considerazione dell’impatto del virus atteso nei primi mesi del 2020.

La settimana scorsa l’ufficio nazionale di statistica tedesco ha annunciato una crescita zero del pil relativo al quarto trimestre 2019; martedì, l’indice Zew (che misura la fiducia degli imprenditori) è sceso a 8,7 punti rispetto a un’aspettativa di 21,5 punti. Guardando al futuro, sono emblematiche le dichiarazioni di ieri rilasciate da Puma e Adidas, le quali hanno annunciato preoccupazione per i conti del primo trimestre 2020 proprio a causa dell’epidemia.

A subire un ribasso è stato invece lo yuan, proprio per via delle misure di svalutazione implementate dalla banca centrale cinese in contemporanea al taglio dei tassi. Il cambio USD/CNH è arrivato ai massimi da due mesi, a quota 7,036.

Come hanno reagito gli indici globali?

La mossa dell’istituto centrale cinese ha provocato rialzi sugli indici asiatici: in Cina, Shanghai ha chiuso in rialzo dell’1,84%, SZSE Component a +2,43%, China A50 Future a +1,88. Bene anche il Giappone, con il Nikkei a +0,34 e il Topix a +0,16%. Unico negativo l‘Hang Seng, che ha chiuso a -0,28%.

A dispetto delle chiusure asiatiche, i listini europei hanno aperto al ribasso: France 40attualmente viaggia in area negativa, a -0,20%, Londra -0,05%, Francoforte -0,09%, Madrid -0,68% e Milano a -0,48%. Piazza Affari è spinta verso il basso da Atlantia, che ha perso oltre il 3% dopo che il passaggio del decreto Milleproroghe che rende più probabile il ritiro della concessione, facendo sfumare l’ipotesi di un accordo.

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