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Indici asiatici chiudono frazionati, l’autonomia di Hong Kong è a rischio: oggi parla Trump

Ieri la legge sulla sicurezza nazionale passata dal parlamento cinese ha posto nuovi rischi per le relazioni con gli Usa. Le tensioni geopolitiche si ripercuotono sugli indici europei, tutti sotto la parità

Skyline Pechino Fonte: Bloomberg

La nuova fase della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina si combatte a Hong Kong. Ieri Pechino ha approvato la legge sulla sicurezza nazionale, grazie alla quale potrà installare basi di intelligence nell’ex colonia britannica e monitorare ogni gruppo per contrastare sul nascere ogni movimento ritenuto sovversivo o terroristico - o anche fomentato da potenze straniere.

La legge, che entrerà in vigore presumibilmente entro settembre, ha dato il via a una nuova ondata di tensioni con gli Stati Uniti dopo che, nelle ultime settimane, il presidente Usa Donald Trump ha accusato la Cina di gravi responsabilità nella gestione della pandemia di coronavirus.

Secondo quanto dichiarato dal segretario di Stato Mike Pompeo, con l’approvazione della legge non è più possibile “dichiarare che Hong Kong continui a garantire trattamenti diversi” da quelli di Pechino. Verrebbe infatti a mancare lo status grazie al quale l’ex colonia ha goduto delle autonomie che l’hanno resa un hub commerciale fondamentale per gli Usa.

La prospettiva apre nuovi rischi commerciali per la città, che ora potrebbe dover sottostare al regime dei dazi già imposti alla Cina dagli Usa. Hong Kong non si ferma: ieri sera l’amministrazione della città ha fatto sapere che “Qualsiasi sanzione è una lama a doppio taglio che non danneggerà solo gli interessi di Hong Kong ma anche e significativamente quelli degli Stati Uniti”.

Come si è chiusa la giornata sulle Borse asiatiche?

Intanto, è scattata la corsa ai beni rifugio, con lo yen in aumento rispetto al dollaro (il cambio USD/JPY (大口) è sceso a quota 107,204) e l’oro in leggero rialzo, a 1.720 dollari l’oncia.

Gli indici asiatici hanno chiuso frazionati. Il Nikkei ha interrotto quattro giorni di guadagni in chiusura per scendere sotto la parità, a -0,18% (complice anche la produzione industriale di preliminare di aprile, crollata del 9,1% rispetto al mese precedente), mentre anche l’Hang Seng perde lo 0,76%. Contrastate le chiusure in Cina, dove Shanghai segna un rialzo in chiusura dello 0,22%, Shenzhen dello 0,87% mentre invece China A50 perde lo 0,22%.

Cosa si prevede oggi su Wall Street?

Gli indici globali puntano gli occhi oggi alla conferenza stampa del presidente Usa Donald Trump proprio sulla questione della Cina – su cui però non ha offerto ulteriori dettagli. Di certo si parlerà di Hong Kong e del trattamento che gli Usa riserveranno all’ex colonia britannica, ma anche delle responsabilità sulla diffusione delle pandemia di coronavirus (Trump, insieme ad Australia e Regno Unito, non solo accusa la Cina di non aver agito abbastanza tempestivamente al momento della diffusione del virus, informando la comunità internazionale, ma anche di aver creato lo stesso virus in laboratorio) e anche del trattamento degli Uiguri, una minoranza musulmana che vive nella regione dello Xinjiang e i cui diritti umani sono stati costantemente calpestati dal governo cinese – tanto che, secondo lo Uyghur Human Rights Policy Act del 2020, il Dipartimento di Stato è autorizzato a valutare periodicamente la condizione della minoranza.

Al momento i futures su Wall Street si confermano sotto la parità, con il Dow Jones che perde lo 0,39%. Scendono allo stesso tempo i rendimenti dei titoli Usa, con i Treasury a 10 anni che perdono lo 0,659% e quelli a 30 anni sotto dell’1,424%.

Come si apre la sessione in Europa?

La giornata si è aperta con una raffica di dati macro sulle vendite al dettaglio di aprile in Germania (-5,3% mese su mese e -6,5% anno su anno) e, sempre in Germania, i prezzi delle importazioni, scesi nello stesso mese dell’1,8% rispetto a marzo e del 7,4% rispetto al 2019.

Pubblicato anche il Pil francese del primo trimestre (-5,3%) e quello italiano (-5,3%). Attesi a metà mattinata i dati sull’inflazione nell’Eurozona di maggio.

A oltre un’orda dall’apertura, gli indici europei viaggiano in netto ribasso rispetto alla vigilia: Parigi perde l’1,25%, Francoforte l’1,51%, giù anche Londra a -0,95%; contengono le perdite ma viaggiano comunque sotto la parità Madrid, che perde lo 0,89%, e Milano, -0,50%.

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