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Azioni Mediaset in rally dopo decisione Corte di Giustizia EU

I legislatori europei danno ragione a Vivendi nella battaglia legale per il riconoscimento nel progetto Media for Europe. Risvolti positivi nella sentenza: le quotazioni di Mediaset volano oltre l’8%

grafico Fonte: Bloomberg

Nella giornata in cui il Ftse Mib prosegue al rialzo, trainato per lo più dal settore bancario, sul Ftse Mid Cap spiccano le quotazioni Mediaset, in rally a oltre l'8% nonostante, ieri, la Corte di Giustizia europea abbia accolto il ricorso presentato da Vivendi contro la norma italiana che ha imposto a Vivendi di mantenere una partecipazione in Mediaset inferiore al 10% dei diritti di voto rispetto al 29,9% detenuto.

Cosa ha deciso la Corte europea sulla diatriba Mediaset-Vivendi?

L’azienda di telecomunicazione francese Vivendi, seconda azionista nel capitale Mediaset, aveva inoltrato un ricorso al Tar del Lazio, che a sua volta si è rivolto alla Corte di Giustizia europea, impugnando il Tusmar, il Testo Unico sui servizi di media audiovisivi e radiofonici all’interno del quale l’articolo 43, comma 11, impedisce a Vivendi di acquisire il 28% del capitale Mediaset (“Le imprese, anche attraverso società controllate o collegate, i cui ricavi nel settore delle comunicazioni elettroniche (…) sono superiori al 40 per cento dei ricavi complessivi di quel settore, non possono conseguire nel sistema integrato delle comunicazioni ricavi superiori al 10 per cento del sistema medesimo”).

Ieri il principale organo giurisdizionale comunitario ha dato ragione a Vivendi, giudicando che la norma è contraria al diritto dell’Unione Europea.

L’articolo 43 del Tusmar obbligava infatti Vivendi a congelare parte della propria quota in Mediaset, a fronte della presenza dei francesi nell'azionariato di Telecom Italia, di cui Vivendi è secondo azionista al 23,95%, mentre in Telecom è primo azionista con il 23,9% del capitale.

Ma la sentenza apre ora nuove prospettive per il Biscione, che punta gli occhi sul progetto di rete unica a in fibra nazionale.

La vicenda Vivendi-Mediaset in 5 punti

Il pomo della discordia tra Mediaset e Vivendi ruota attorno al progetto di creazione di una rete televisiva europea a guida Mediaset, che includerebbe anche la controllata spagnola Mediaset Espana e l’emittente tedesca ProSiebenSat.1, all’interno della quale la scalata di Mediaset prosegue dal maggio 2019 – al momento ne detiene il 24,9%.

  1. Il progetto non piace a Vivendi, che detiene il 29% delle azioni Mediaset e lamenta un’eccessiva penalizzazione degli azionisti di maggioranza all’interno di Media for Europe, la holding con sede legale in Olanda che si verrebbe a creare. Proprio per le suddette ragioni dettate dall’Agcom, infatti, Vivendi aveva spostato il 19,9% delle proprie azioni Mediaset in capo al fondo Simon Fiduciaria – al quale Mediaset non riconosce diritti di voto.
  2. Al via dunque alla battaglia legale: Vivendi si è appellata prima alla Corte di Madrid e poi a quella di Amsterdam. Proprio lo scorso martedì il tribunale olandese ha accolto l'appello di Vivendi contro il progetto di Mediaset di raggruppare le attività italiane e spagnole del gruppo nella holding olandese Media for Europe - parere che ricalca quello rilasciato lo scorso 30 luglio dai giudici di Madrid.
  3. Tra le due sentenze, un tentativo di alzare bandiera bianca da parte di Vivendi che non è andato a buon fine. A inizio agosto infatti l’azienda francese aveva notificato con una lettera la propria intenzione di raggiungere un accordo, dicendosi pronta a sostenere i progetti internazionali del gruppo.
  4. Richiesta che tuttavia i vertici di Mediaset hanno giudicato insufficiente e “fuori tempo massimo”. “Se Vivendi è davvero intenzionata a trattare su basi concrete e orientate agli interessi di tutti gli azionisti, compresi quelli di maggioranza, Mediaset è pronta ad aprire un tavolo di confronto in cui verificare il nuovo, positivo, approccio”, si legge nella risposta di Cologno Monzese. Che, negli stessi giorni, prendeva atto dell’impossibilità di procedere con la fusione delle attività italiane e spagnole entro la fine dell’anno, a causa della pronunciazione della Corte di Madrid di fine luglio.
  5. La battaglia legale ha dunque portato a richieste di risarcimento da parte di Mediaset, che già verso la metà di agosto ha fatto sapere di non essere intenzionata a prender in considerazione alcuna proposta di tregua da parte di Vivendi che non includesse anche il pagamento di detti risarcimenti. “L’unica proposta pervenuta da Vivendi consiste nella rinuncia reciproca e senza esborsi a tutte le cause in atto", si legge in un comunicato del 12 agosto. "Mediaset ribadisce invece la massima disponibilità a esaminare proposte concrete che siano di interesse per tutti gli azionisti di Mediaset, senza tuttavia rinunciare al risarcimento".

Come hanno reagito le azioni Mediaset?

Nonostante il parere sfavorevole della Corte di Giustizia europea, dall’inizio della seduta di Borsa le quotazioni Mediaset sono arrivate a guadagnare oltre l’8%, proprio per le nuove prospettive che Corte di Giustizia Ue ha aperto con la sentenza di ieri.

La società del Biscione “valuterà con il massimo interesse ogni nuova opportunità in materia di business Tlc già a partire dai recenti sviluppi di sistema sulla rete unica nazionale in fibra”, si legge infatti in una nota rilasciata ieri dall’azienda media.

Al momento le quotazioni Mediaset viaggiano in rialzo dell’8,21%, a 1,71 euro per azione.

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