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Dollaro USD nelle mani della Fed: 3 fattori da monitorare

Federal Reserve: nessun rialzo dei tassi, né a rialzo, né a ribasso per tutto il 2019. Bene l'occupazione ADP; mercato in attesa dei non-farm payrolls (nfp) di venerdì. Inflazione sotto il target, mossa da fattori transitori.

Dollaro americano Fonte: Bloomberg

Nessun movimento dei tassi d’interesse per l’intero 2019, né a rialzo, né a ribasso, con un livello d’inflazione sostenuta al momento da fattori transitori. Il biglietto verde non ha tardato nel reagire alle parole del governatore della Federal Reserve, Jerome Powell, apprezzandosi dello 0,4% in una giornata partita col segno negativo.

Occupazione ADP in attesa dei NFP

Procedendo per ordine, l’indice ISM degli acquisti del settore manifatturiero è sceso ad aprile a 52,8, al di sotto delle attese a 55,8 e sui minimi dal novembre 2016. Positivo invece il dato sull’occupazione non agricola per l’impiego privato (ADP), con 275 mila nuovi posti di lavoro creati lo scorso mese (contro attese di 181 mila), che anticipa la rilevazione sui non-farm payrolls di venerdì. Quest’ultima potrebbe essere fondamentale ai fini dei movimenti di breve termine del biglietto verde: con la conferma che il costo del denaro resterà stabile per tutto il 2019, gli investitori potrebbero limitarsi a reagire al solo dato in esame, senza l'implicazione ch'esso avrebbe sulla futura linea politica della Fed.

In un periodo in cui l’economia statunitense sembra godere di ottima salute, Jerome Powell ha sottolineato come i fattori che spingono la locomotrice americana potrebbero essere di natura transitoria, situazione che non permetterebbe all’istituto centrale di valutare ulteriori aumenti dei tassi d’interesse per l’anno 2019.

Inflazione Usa sotto il target

La conferenza di ieri sera ha quindi messo in allerta gli operatori sul fronte inflazione: un calo dell'inflazione nei periodi a venire potrebbe essere più persistente del previsto, non più attribuibile alla semplice discesa dei prezzi dell'energia, ma imputabile al mercato vero e proprio.

Attualmente, il livello base dei prezzi americani si fissa attorno all’1,6%, lungi dal target del 2% prefissato: se le famiglie e le imprese iniziassero ad avere dubbi sulla forza dell'economia a stelle e strisce, la minor propensione alla spesa e all’investimento potrebbe accelerare la discesa degli Stati Uniti.

"Se vedessimo l'inflazione costantemente al di sotto (del prezzo obiettivo)" ha dichiarato il capo della Fed, "ciò sarebbe qualcosa di cui preoccuparci, qualcosa da tenere in considerazione nell'impostazione della nostra politica monetaria".

Tassi d’interesse: pressioni di Trump

La Fed sembra dunque aver messo un punto definitivo al piano di normalizzazione ed il mercato inizia a scontare un periodo prolungato di tassi d’interesse fermi. Non solo: qualora la Fed decidesse in un futuro prossimo di intervenire sui Fed funds, l’azione presumibilmente sarebbe di taglio.

"Pensiamo che la nostra linea politica sia appropriata al momento; non vediamo alcuna ragione forte per modificarla in entrambe le direzioni ", ha aggiunto Powell, deludendo le speranze del presidente Donald Trump, che martedì ha invitato la Fed a tagliare i tassi di un intero punto percentuale e ad adottare altre misure per stimolare l'economia.

Intanto l’istituto centrale ha rivisto l'interesse pagato alle banche sulle riserve in eccesso dal 2,4% al 2,35%, nel tentativo di garantire che il tasso di prestito overnight (il tasso sui fondi federali) rimanga sugli attuali livelli.

Mercato forex: EUR/USD

Contro un dollaro che ha invertito il senso di marcia a seduta avviata, l’euro ha registrato dapprima un movimento a rialzo a ridosso di 1,12650, cedendo quindi terreno con una chiusura a ridosso del supporto a 1,1200, interrompendo il movimento a rialzo delle precedenti quattro sedute.

L’attenzione sul mercato forex si concentra ora sui dati del mercato del lavoro Usa (NFP) attesi venerdì. Il dollaro ha invece risentito solo marginalmente della possibilità che Stati Uniti e Cina giungano definitivamente la prossima settimana (10 maggio) ad un accordo: dopo innumerevoli annunci e troppi passi indietro, il mercato vuole ora conferme.

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