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Trimestrale Eni: risultati in crescita nel 2022 ma il titolo perde il -1,15%

I dati finanziari del colosso petrolifero sono positivi ma non hanno pienamente convinto il consensus a causa del calo della produzione di idrocarburi.

Fonte: Bloomberg

I risultati

In tutto il 2022, Eni ha registrato un utile operativo di €20,4 miliardi mentre l’utile netto è stato pari a €13,8 miliardi. Nel solo quarto trimestre, invece, gli utili netti adjusted si sono attestati a €2,5 miliardi mentre i profitti netti hanno toccato i €550 milioni con un utile per azione di €0,19.

Nonostante ciò, la produzione totale di idrocarburi è scesa del 4% rispetto allo stesso periodo del 2021 a causa di interruzioni non programmate ma dovute a forza maggiore.

La società rimane focalizzata nello sviluppo di nuovi progetti di esplorazione e produzione in Algeria ed Egitto oltre ai giacimenti off-shore in Costa d’Avorio e Angola volti ad incrementare le forniture di gas verso l’Europa.

Eni ha anche rassicurato gli investitori del suo continuo sforzo verso la decarbonizzazione delle sua attività grazie allo sviluppo di progetti in grado di compensare positivamente le emissioni di anidride carbonica. Anche l’impegno verso la produzione di biocarburanti sta contribuendo alla riduzione delle emissioni da parte del colosso petrolifero.

Non ultimo, l’amministratore delegato Claudio Descalzi ha sottolineato la robustezza dei risultati del 2022 dovuti in gran parte all’aumento delle quotazioni di petrolio e gas naturale che hanno permesso di continuare nella strategia a lungo termine di Eni che prevede continui investimenti e una redistribuzione di capitale agli azionisti.

Il flusso di cassa di €20,4 miliardi ha infatti permesso di ridurre il rapporto di indebitamento (tra debito e capitale proprio) a 0,13, minimo storico, e di remunerare gli azionisti con un dividendo di €0,22 per azione - o €3 miliardi - di cui due tranche già pagate mentre quella di marzo sarà effettuata il 22 dello stesso mese. Inoltre, la società eseguirà anche il piano di buyback azionario da ben €2,4 miliardi.

Le previsioni

La compagnia petrolifera italiana rimane uno dei principali attori del settore energetico a livello mondiale grazie all’ampio portafoglio di progetti e contatti con i principali fornitori di gas e petrolio che le permettono di rimanere un punto nevralgico per la sicurezza energetica del Vecchio Continente e dell’Italia.

I dati del 2022 sono positivi grazie ai prezzi delle materie prime che nell’anno passato hanno raggiunto prezzi ai massimi dal 2008 sulla scia delle tensioni in Ucraina. Detto questo, la società è una forte generatrice di flussi di cassa fattore questo che le permette di offrire un’ottima remunerazione agli azionisti con un dividend yield pari al 6,23%.

Dal punto di vista grafico, le azioni Eni hanno iniziato il 2023 con un ritmo altalenante che le ha portate solo ad un modesto guadagno del +4,1%. Il trend minore ribassista - iniziato a partire dal picco di €14,97 del 14 febbraio scorso - ha delineato una resistenza dinamica che ha impedito l’eccessivo rialzo delle quotazioni. Le prospettive tecniche di breve rimangono dunque negative con la violazione short oltre il minimo di oggi a €13,78 che potrebbe mettere le basi per un’ulteriore accelerazione del calo verso il sostegno del 6 febbraio posto in area €13,60. Lo sfondamento di quest’ultimo target amplierebbe il ribasso fino ad obiettivi di medio termine ipotizzabili in prossimità di €13,29, bottom del 30 dicembre scorso.

In caso contrario, timidi segnali rialzisti saranno evidenziati dal superamento del massimo di ieri a €14,22 che metterebbero le basi per un avvicinamento fino a €14,40, picco del 20 febbraio.

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