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Indici PMI EU: frenano le principali economie europee

La pubblicazione degli indici PMI ha registrato valori al di sotto delle attese del consensus. Aumentano i timori di una recessione generalizzata nel breve termine nel Vecchio Continente.

Fonte: Bloomberg

I risultati

Questa mattina la società S&P Global ha pubblicato i risultati degli indici PMI manifatturieri di ottobre dei principali paesi del Vecchio Continente. I valori sono tutti in ribasso rispetto alle previsioni e sotto la soglia di 50 (che, nel calcolo degli indici, divide un’espansione da una recessione economica).

In particolare, i fattori che hanno contribuito al calo degli indici sono l’inflazione particolarmente elevata (nell’Eurozona l’indice dei prezzi al consumo di ottobre è stimato al +10,7% a/a) la crisi energetica indotta dalla guerra in Ucraina, l’instabilità geopolitica e la politica monetaria restrittiva della BCE volta a raffreddare l’inflazione.

I dati pubblicati da S&P Global mostrano una forte contrazione della produzione e dei nuovi ordini. I produttori europei hanno infatti ridotto gli acquisti di beni al tasso maggiore dal maggio 2020 spingendo in parte al ribasso la pressione sui prezzi anche se questi rimangono a livelli molto elevati.

Nello specifico, la Spagna ha registrato il dato peggiore a 44,7, inferiore alle previsioni di 47,5 e in ribasso anche rispetto al dato precedente di 49. L’inflazione nel paese è scesa al +7,3% a/a nel mese di ottobre (rispetto al +8,9% a/a di settembre) anche se rimane comunque ad un livello estremamente elevato.

L’Italia ha registrato un valore di 46,5 - minimo dal maggio 2020 - ed inferiore sia rispetto alle aspettative di 46,9 sia rispetto al valore del mese precedente che si era attestato a 48,3. L’inflazione nel Belpaese è accelerata molto al +11,9% a/a nel mese di ottobre, a causa di un aumento dei beni energetici, contro un indice dei prezzi al consumo nel mese di settembre al +8,9% a/a.

In Francia, l’indice PMI manifatturiero si è attestato a 47,2 (attese di 47,4) anche se è risultato in ribasso rispetto al dato di settembre fermo a 47,7. Le pressioni inflazionistiche sono più basse rispetto a quelle di altri paesi europei con l’indice dei prezzi al consumo che ad ottobre ha toccato il +6,2% a/a, in crescita rispetto al dato di settembre fermo al +5,6% a/a.

Infine, la Germania, la più grande economia europea, ha registrato un valore dell’indice PMI manifatturiero di ottobre a 45,1, in ribasso rispetto alle previsioni di 45,7 e in forte calo in relazione al dato di settembre di 47,8.

L’inflazione nel paese ha toccato il +10,4% a/a nel mese di ottobre (era al +10% a/a nel mese di settembre).

I dati sul mercato del lavoro, pubblicati oggi, hanno mostrato un tasso di disoccupazione al +5,5%, in linea con le attese e invariato rispetto al valore del mese precedente.

In conclusione, a livello aggregato, il dato relativo all’Eurozona ha registrato un calo a 46,4 (previsioni di 46,6) in deciso ribasso rispetto al mese scorso dove il valore si era attestato a 48,4.

Il valore rimane dunque in piena zona di contrazione e ai minimi di 29 mesi a causa della diminuzione della produzione manifatturiera nell’area euro dovuta ad una riduzione della domanda da parte dei clienti.

Infatti, proprio quest’ultimo dato è crollato a livelli così bassi che è stato superato solo dai valori relativi a periodi di forte contrazione economica quali la crisi finanziaria globale tra il 2008 e il 2009 e la pandemia da Covid-19.

Le previsioni

Il deterioramento economico nel Vecchio Continente è ormai evidente nonostante gli sforzi della Banca Centrale Europea di evitare una recessione agendo con cautela sul rialzo dei tassi di interesse. Infatti, la contrazione dei fondamentali macroeconomici si protrarrà anche in futuro e determinerà un peggioramento dello stato di salute dell’economia nel Vecchio Continente.

Detto questo, prevediamo che la contrazione degli indici PMI continuerà fino alla fine del 2022 e anche nel primo trimestre 2023 a causa dell’effetto combinato dato da elevate pressioni inflazionistiche, crisi energetica/geopolitica e politica monetaria restrittiva della BCE.

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