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Usa, disoccupazione sempre più ridotta: meno di un milione di richieste nell’ultima settimana

Dati in miglioramento sul fronte occupazionale, ma non bastano per incoraggiare gli indici di Wall Street, che guardano con preoccupazione ai lavori al Congresso e alla pandemia di Covid-19

logo wework Fonte: Bloomberg

Agosto inizia con un traguardo per gli Stati Uniti. Per la prima volta dall’inizio della pandemia di Covid-19, il numero delle persone che nell’ultima settimana ha inoltrato domanda per un sussidio di disoccupazione è sceso al di sotto del milione di unità, più precisamente 963 mila persone.

Si tratta di un notevole ribasso rispetto al dato della settimana precedente, rivisto al rialzo a 1.91 milioni di unità, ma anche rispetto alle previsioni degli analisti, che si aspettavano un calo ma non così pronunciato – 1,12 milioni di persone. È dallo scorso 19 marzo, quando le richieste furono 282 mila, che non si registrava un numero così ridotto.

La crisi Covid-19 si allontana?

Ridotto, ma comunque ingente: si tratta comunque di cifre record, superiori persino a quelle raggiunte all’apice della crisi economico-finanziaria del 2008-2009 (a marzo 2009 le richieste arrivarono al massimo a 667 mila in una settimana).

I segnali incoraggianti iniziano inoltre a scemare quanto si va a considerare il numero delle richieste continue di disoccupazione, ovvero il totale dei cittadini Usa che continua a percepire sussidi da almeno due settimane consecutive: 15,48 milioni, anche in questo caso in ribasso rispetto a previsioni (15,89 milioni) e al dato precedente (aggiornato a due settimane fa, in forza della natura del dato: 16,09 milioni), ma comunque non abbastanza per considerare la crisi occupazionale statunitense alle spalle.

Dall’inizio della pandemia, a partire dallo scorso 20 marzo, ad aver compilato la richiesta per un sussidio di disoccupazione sono stati circa 56 milioni di cittadini statunitensi.

Come è distribuito il dato sulla disoccupazione?

Ad aver registrato il calo maggiore delle richieste è stata la Florida, con 23.180 domande di sussidi in meno; seguono lo stato del New York (-21.905) e del Texas (-11.233), per un totale destagionalizzato pari a 831.856 – ed è proprio sul dato destagionalizzato che si concentrano gli analisti, essendo i numeri dovuti principalmente all’impatto del coronavirus sull’attività economica Usa.

La scadenza dei sussidi fiscali ha avuto un ruolo?

Il dato arriva proprio nel momento in cui all’interno del Congresso Usa ancora divampa lo scontro sullo stanziamento di ulteriori sussidi fiscali per le famiglie più colpite dalle conseguenze economiche del lockdown dopo che, a fine luglio, è decaduto il Pandemic Unemployment Assistance program – il programma di aiuti anti-pandemici da 600 dollari a settimana.

Democratici e Repubblicani ancora non riescono a trovare la quadra né sull’entità del nuovo programma di sussidi aggiuntivi, né sulla sua durata. Lo stesso presidente Trump, lo scorso fine settimana, è intervenuto con due ordini esecutivi con cui ha stabilito un assegno in forma ridotta, 400 dollari a settimana, ma il processo legislativo è ancora in corso.

Nel frattempo, quella appena trascorsa è la prima settimana senza sussidio fiscale aggiuntivo: il forte declino delle richieste di sussidi pervenute oggi al Labor Department non depone dunque a favore dei sostenitori del bonus, soprattutto in considerazione della lettura (che già circola da settimane) secondo cui la presenza di un aiuto fiscale aggiuntivo oltre al sussidio di disoccupazione fungerebbe da disincentivo a tentare di nuovo di inserirsi nel mercato del lavoro.

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Come hanno reagito gli indici Usa?

Eppure gli operatori sperano ancora in un rinnovo dei sussidi, in grado di ridare nuovo slancio all’economia Usa. È per questo che, complice anche il controverso dato sulle richieste di sussidi di disoccupazione, oggi Wall Street ha aperto in negativo, con perdite incluse tra lo 0,29% (il Dow Jones) e lo 0,40% (il Nasdaq).

Al momento tuttavia solo il Dow Jones continua a perdere terreno, in ribasso dello 0,18% a 27.926 punti; Nasdaq e S&P 500 guadagnano rispettivamente lo 0,73% e lo 0,05%, dopo che l’ultimo ieri ha aggiornato i record storici a 3.387 punti.

Oltre alle discussioni al Congresso, preoccupa sempre di più anche la situazione coronavirus: ieri gli Usa hanno registrato il numero più alto di vittime dalla metà di maggio, mentre i contagi giornalieri sono stati circa 55 mila.

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