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Unicredit: chi entrerà al posto di Mustier e costa succederà a Mps?

L’annuncio del passo indietro del Ceo di Gae Aulenti era nell’aria: divergenze sul piano strategico e, in particolare, sul dossier Monte dei Paschi. Tonfo del titolo a -7%

Ingresso Borsa Fonte: Bloomberg

Giornata di forti vendite oggi sulle azioni Unicredit. La notizia dell’addio del ceo Jean Pierre Mustier non coglie impreparati gli investitori, ma alimenta lo scetticismo: un cambiamento era nell’aria, ma il futuro resta incerto.

Mustier ha informato ieri sera il consiglio di amministrazione del suo ritiro, alla fine del mandato in corso, che scade nell'aprile 2021 insieme a quello dell'intero Consiglio. "Desidero ringraziare tutti i colleghi del Gruppo per il loro straordinario impegno negli ultimi anni”", ha dichiarato l’amministratore delegato dimissionario in una nota pubblicata sul sito di Unicredit.

"Nel corso degli ultimi mesi, tuttavia, è emerso che la strategia del Piano Team 23 e i suoi pilastri fondanti non sono più in linea con l'attuale visione del Consiglio di Amministrazione. Di conseguenza ho preso la decisione di lasciare il Gruppo alla fine del mio mandato ad aprile 2021, in modo da consentire al Consiglio di definire la strategia futura".

Cosa cambia per Unicredit?

Che un distacco fosse nell’aria era già diventato chiaro nel fine settimana. Durante l’ultimo consiglio d’amministrazione la discussione sulla governance sembrava aver già infiammato gli animi – l’aggiornamento della riunione in comitato nomine è in programma per domani.

Ma in cosa esattamente la visione di Mustier non è più in line con il consiglio d’amministrazione Unicredit? Primo fra tutti, il dossier fusioni. Il numero uno di Gae Aulenti ha sempre ribadito un secco niet a qualsiasi ipotesi in tal senso, mentre nel resto del comparto bancario proprio Unicredit rappresenta la candidata migliore per l’acquisizione di Monte dei Paschi di Siena.

Mustier invece aveva altre idee: forte della componente internazionale di Unicredit, il ceo avrebbe preferito scindere le attività italiane da quelle estere, delle quali la metà sarebbe poi stata quotata a Francoforte.

Un progetto in cui però non rientra l’acquisizione di un istituto difficile come Mps, gravato dal fardello di cause legali da oltre 10 miliardi di euro in potenziali risarcimenti danni. Un rischio a malapena compensato dai tre miliardi di euro garantito dal ministero delle Finanze, attualmente socio di maggioranza dell’istituto senese con il 68% della partecipazione – di cui, secondo quanto stabilito a Bruxelles deve liberarsi entro il 2021.

In questo senso, già la cooptazione dell’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan alla presidenza di Unicredit, a metà ottobre, aveva fatto drizzare le antenne dell’intero settore bancario su un cambio di rotta nella gestione dell’istituto di Gae Aulenti.

E già in qualità di presidente designato, Padoan ha dato il via insieme al cda al processo di ricerca di un nuovo ceo. Oltre a diverse personalità interne, si guarda anche all’esterno: girano infatti i nomi di Victor Massiah (ex numero uno di Ubi), Aberto Nagel (ad di Mediobanca) o Francesco Canzonieri (l’uomo dietro all’opas Intesa-Ubi), Giuseppe Castagna di Banco Bpm.

Cosa ne pensano gli analisti?

Dopo aver faticato a fare prezzo in apertura per eccesso di ribassi, le quotazioni Unicredit hanno aperto gli scambi in calo di oltre il 5%, per poi sprofondare sempre di più a -6,91% (8,05 euro per azione) a metà sessione.

L’idea di un super-istituto Unicredit-Mps non piace agli investitori e neanche agli analisti, che temono l’aumento dell’incertezza sulle strategie del gruppo.

“Riteniamo che il mercato vedrà l'uscita di Mustier come un rischio rilevante per il ruolo di UniCredit nel consolidamento bancario italiano, a scapito del profilo di rischio/ritorno sul capitale", commentano gli analisti di Citi, che declassano il titolo da Neutral a High Risk e da Buy a High Risk.

Scetticismo anche da Fidentiis: “Non sappiamo se Unicredit potrà acquistare Mps e a quali condizioni (e questo può fare la differenza tra un buon o un cattivo affare); crediamo semplicemente che ci sarà un periodo di dodici mesi di visibilità molto bassa in cui ci potrà essere qualsiasi tipo di speculazione sulla banca”.

Giù anche i giudizi di Mediobanca (da Underperform a Neutral) e SocGen (da Sell a Hold).

Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG Bank declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti.

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