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Eurogruppo, il Mes va bene così: niente rinvii né modifiche, pronto entro inizio 2020

La divisione interna sul fondo salva-stati ha indebolito l’Italia e la sua posizione: i ministri delle Finanze Eu vogliono la riforma e la vogliono entro l’anno prossimo

Simbolo euro Fonte: Bloomberg

Per Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo, l’accordo politico sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes, il cosiddetto “fondo salva-stati”) è già stato preso, a giugno: ora è tempo di passare alle ultime rifiniture tecniche e, entro l’inizio dell’anno prossimo, di procedere con la firma dell’accordo.

Resta comunque aperta una possibilità di trattative, per andare incontro alle “necessità di dibattito che sono presenti”, ma non si fa esplicita menzione alle richieste provenienti dall’Italia.

Perché all’Italia non piace il Mes?

Le principali rimostranze sono state sollevate dalla Lega che, nel caso di attivazione della ristrutturazione del debito, teme un indebolimento della posizione dell’Italia sul mercato. La riforma si propone appunto di introdurre un sistema di valutazione preventiva per procedere, se del caso, con misure di ristrutturazione del debito.

La maggioranza dei partecipanti all’Eurogruppo ha ricordato che comunque l’attuazione di tale misura è comunque intesa in senso “volontario, informale, non vincolante, temporario e confidenziale”. D’altra parte, ancora non è chiaro (forse lo sarà a riunione conclusa) se tale riforma sarà direttamente inglobata nel nuovo trattato o se, invece, comparirà come annesso – il che potrebbe forse calmare il dibattito in Italia: ma, secondo il sito d’informazione comunitario Euractiv, i ministri delle finanze degli altri paesi non sembrano ritenere la questione così dirimente.

Nel frattempo, fonti della diplomazia accusano il leader della Lega Matteo Salvini di opportunismo: “Il trattato non minaccia in nessun modo l’Italia (…) lo sta usando per indebolire la coalizione di governo”.

I ministri europei comunque non demordono: l’obiettivo è quello di finalizzare il trattato prima dell’inizio del prossimo Consiglio europeo (previsto tra il 12 e il 13 dicembre), così da riportare nel minor tempo possibile il testo approvato davanti ai parlamenti nazionali.

Svanisce comunque la possibilità di un rinvio della riforma e, con lui, le speranze per il leader del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, di evitare una crisi di governo: ora è il momento di scegliere se effettivamente appoggiare il governo di Giuseppe Conte oppure se, come richiesto dall’interno del Movimento, premere per una modifica della riforma così come pensata a giugno. Dall’altro lato, il ministro dell’Economia del Partito democratico, Roberto Gualtieri, cercherà di trovare un compromesso, difendendo comunque la validità della riforma.

Quali sono gli altri temi all’ordine del giorno?

Il summit dei ministri delle finanze dell’Eurozona si concluderà domani. Oltre al progetto di riforma del Mes, grande spazio verrà dedicato al dibattito sulla normativa anti-riciclaggio e all’approfondimento dell’unione finanziaria.

Proprio l’unione finanziaria ha creato problemi interni, soprattutto in Germania. A spingere infatti tale iniziativa era stato soprattutto Olaf Scholz, candidato alla leadership dell’Spd, che però dovrà presto cedere il suo posto all’interno dell’Spd a Norbert Walter-Borjans e Saskia Esken, i quali, dopo una votazione interna al partito, ne assumeranno la leadership (che verrà confermata in un congresso previsto tra il 6 e l’8 dicembre), presumibilmente deviandone la direzione politica.

I lavori sono ancora in corso d’opera. Nel frattempo, oggi lo spread è diminuito di 5,3 punti rispetto all’ultima chiusura, passando da 175 a 169,7 punti.

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