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Unicredit vs Intesa Sanpaolo: risultati trimestrali e titoli a confronto

Settore bancario in profondo rosso in Europa e a Piazza Affari; in Italia si amplia lo spread, sopra i 270 punti base. Intesa perde il 2% (-6,7% su base settimanale). Male anche Unicredit nonostante i conti positivi.

Piazza Affari Fonte: Bloomberg

Nel testa a testa delle eccellenze bancarie italiane, ad avere la meglio, come da attese, è il gruppo di Gae Aulenti. A Piazza Affari, tuttavia, il titolo viene penalizzato dalle vendite di settore a livello europeo, intensificatesi sul crescere delle tensioni internazionali.

Unicredit: i conti del primo trimestre

Unicredit ha concluso il primo trimestre dell’anno con un utile netto in crescita a 1,39 miliardi di euro, superiore del 24,7% alla rilevazione dello scorso anno e oltre le aspettative di consensus a 1,19 miliardi di euro. Il risultato più che positivo risulta però condizionato da alcune poste non ricorrenti, quali cessioni immobiliari (per una cifra complessiva di 258 milioni) ed il rilascio degli accantonamenti previsti per la liquidazione delle sanzioni americane (altri 320 milioni). Al netto di tali voci, l’utile rettificato si mostra comunque in crescita dell’1,5% a 1,1 miliardi di euro.

Unicredit vs Intesa: sfida su utili e margini

Il risultato di periodo di Unicredit acquista maggior valore se confrontato con la performance del primo trimestre diIntesa Sanpaolo, che ha chiuso i conti al 31 marzo con un utile netto in calo del 16% a 1,05 miliardi, superiore però alle stime di consenso a 901 milioni.

Proseguendo l’analisi delle cifre di Gae Aulenti, il margine di intermediazione della banca ha registrato un calo del 3% portandosi a 4,95 miliardi, sopra le stime di mercato a 4,9 miliardi.Gli interessi netti del gruppo sono rimaste pressoché stabili a 2,65 miliardi (+0,7%), mentre le commissioni nette hanno subito una battuta d’arresto del 5,3%, a 1,66 miliardi sotto le stime a 1,68.

Sul fronte dei proventi operativi, Intesa Sanpaolo ha invece presentato un calo dell’8,8% a 4,4 miliardi, che martedì ha scatenato le vendite sul titolo, sceso a Piazza Affari del 2,35%. Gli interessi netti dell’istituto guidato da Carlo Messina si sono fermati a 1,76 miliardi (in discesa del 5,2%), mentre le commissioni nette sono rallentate, con una variazione negativa del 7% a 1,9 miliardi.

Unicredit vs Intesa: rapporto cost/income

Infine, il capitolo costi operativi: Unicredit ha registrato un calo delle poste in uscita del 4,2% a 2,6 miliardi di euro; meglio ha fatto Intesa, con un calo del 4,5% a 2,2 miliardi. Per i primi due istituti del credito italiani il rapporto cost/income relativo al primo trimestre dell’anno si è rispettivamente portato al 52,(% e al 50,2%.

'Il nostro impegno in Italia non è mai stato più forte” ha esordito l’Ad di Unicredit, Jean Pierre Mustier all’alba della pubblicazione dei dati odierni e a poche ore dalla finalizzazione del piano di cessione della quota di capitale pari al 17% in FinecoBank, per un controvalore complessivo stimato a 1,14 miliardi di euro.

Unicredit rafforza il business. Impegno verso l'Italia

“Abbiamo aumentato i prestiti a clienti italiani del 4,4% rispetto allo scorso anno. UniCredit è molto orgogliosa di essere una banca europea con sede in Italia e quotata in Italia”. Tornando quindi alla decisione di liberare quote di Fineco, Mustier ha ribadito come non si tratti di un cambio di strategia, ma di un aggiustamento della stessa: “siamo presenti in 14 Paesi e vogliamo mantenere il perimetro”. Mustier ha quindi terminato: il capitale derivante dalla vendita “ci consentirà di prestare ancora di più ai nostri clienti italiani; ciò rafforza quindi il nostro impegno sull'Italia”.

Ambedue i gruppi si confermano oggi solidi e resilienti, con coefficienti patrimoniali Cet1 pari al 12,25% per Unicredit e al 13,5% per Intesa. Dalla cessione di Fineco Gae Aulenti stima di poter ottenere un miglioramento del proprio Common equity tier 1 pari a 25 punti basi.

Lo scorso 23 aprile Unicredit (avente una capitalizzazione di mercato di 25,53 miliardi) ha staccato un dividendo annuo di 0,27 euro per azione, con pagamento 25 aprile. Intesa (la cui market cap si fissa a 38,78 euro) ha invece fissato lo stacco della cedola 2019 il prossimo 20 maggio, a 0,197 euro per azione, con pagamento a due giorni.

Azioni Unicredit: raccomandazioni buy

A livello di prezzi, ambedue i titoli hanno aperto gli scambi giovedì in calo, a causa  della debolezza del settore bancario europeo, coi finanziari scesi dell’1%. Sull'Italia pesa inoltre il parziale allargamento dello spread, tornato oltr i 270 punti base.

Le azioni Unicredit hanno avviato la seduta in area 11,40 euro per azione, con una variazione positiva da inizio anno superiore al 16% ed in calo rispetto ai valori di un anno fa del 36% circa. In linea con tali performance è anche Intesa, oggi sotto i 2,18 euro per azione, in crescita del 13% dal gennaio 2019, ma in calo di quasi il 30% rispetto ai valori odierni nel 2018.

Secondo le raccomandazioni degli analisti censiti da Reuters, l’85% degli operatori concorda su un posizionamento di tipo buy (37% dei quali in strong buy). Il target price medio di Unicredit si fissa oggi a 15,30 euro per azione, con un valore mediano a 15,20 euro. A febbraio Deutsche Bank aveva fissato il prezzo obiettivo del gruppo a 15,00 euro; HSBC a 16 euro; Morgan Stanley a 15,30 euro.

Azioni Intesa: target price a rialzo per SocGen

Sul merito del gruppo la scorsa settimana si era espresso Berenberg, che ha espresso giudizio positivo, in acquisto con target price a 19 euro per azione. Meno rosee le prospettive su Intesa, il cui prezzo obiettivo è stato abbassato a 1,85 euro per azione (-20% sui prezzi correnti), con giudizio sell. Per Société Générale il gruppo di Carlo Messina merita di più: la banca ha infatti alzato il proprio target price su Intesa Sanpaolo a 2,70 euro per azione (+21,8% sui valori attuali), con giudizio buy. La stima media Reuters si fissa oggi attorno ad un prezzo di 2,35-2,40 euro.

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