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Elezioni di Midterm: cosa cambia per il mercato e per Donald Trump

In termini di politica interna, difficilmente il nuovo assetto agevolerà la strada a stimoli fiscali. Più dura per i repubblicani sarà ottenere il via libera a disposizioni finanziarie (Dott-Frank). Coi democratici alla Camera, i toni della discussione sul commercio potrebbero ora abbassarsi, con effetto positivo sui mercati.

Trump
Fonte Bloomberg

Senato ai Repubblicani, Camera ai Democratici, con una maggioranza che mancava ormai da otto anni.

Immediata la reazione su Twitter di Donald Trump, che ha definito il voto della notte “un enorme successo”, aggiungendo come solo 5 volte negli ultimi 105 anni il Presidente in carica abbia guadagnato seggi in Senato nelle elezioni di metà mandato.

"Grazie a voi domani sarà un nuovo giorno in America" sono state invece le parole di Nancy Pelosi, leader dei democratici alla Camera, con la quale Trump si è congratulato in una call telefonica.

Il voto, oltre al successo per affluenza, ha determinato un successo nella divisione di genere, con l’elezione di 90 esponenti donne, un numero record superiore alle 84 rappresentanti della precedente turnata.

Ad exit poll non ancora del tutto conclusi, i mercati hanno già iniziato a pensare ai possibili effetti che il voto avrà sul mercato a stelle e strisce e sulla piazza internazionale.

Voto di Midterm: gli effetti sul mercato post elezioni

Guardando anzitutto all’evoluzione della politica interna, difficilmente il nuovo assetto agevolerà la strada nella direzione di concedere nuovi stimoli fiscali. Ciò, da un lato andrà a limitare gli stimoli alle imprese che operano sul suolo statunitense; dall’altro limiterà i costi in termini di mancate entrate che lo Stato avrebbe dovuto compensare sottoscrivendo nuovo debito.

Più difficile per i repubblicani sarà inoltre ottenere il via libera a disposizioni in materia finanziaria legate, ad esempio alla legge Dodd-Frank e agli emendamenti volti ad alleggerire i vincoli post Crisi Finanziaria per le banche.

Il dibattito potrebbe quindi spostarsi su misure volte al ripristino di settori rimasti indietro rispetto alla locomotrice americana, tra cui quello delle infrastrutture.

Discussione sul commercio ed il rischio guerra commerciale

Al centro dell’interesse dei mercati internazionali resta però la politica esterna: quali saranno i contorni che prenderà la politica commerciale di Trump adesso? Avendo già posto in essere il grosso delle politiche “scomode” contro Paesi esteri che, a detta del Tycoon, approfittavano della posizione degli Stati Uniti per cogliere vantaggi personali, i toni della discussione potrebbero ora abbassarsi. Ciò, con un effetto calmierante sui mercati finanziari, che potrebbero reagire positivamente ad un riassorbimento delle tensioni, riportando nuova fiducia su mercati a maggior rischiosità; gli Emergenti, ad esempio.

I mercati, in linea generale, non paiono preoccupati dalla notizia di un Congresso diviso.

Reazioni di borsa, tra Asia ed Europa

Le borse dell’area Asia Pacifico hanno chiuso in territorio leggermente negativo. L’arrivo dei democratici alla Camera pone infatti le basi per far passare interventi limitanti per il commercio internazionale. La piazza, tuttavia, continua a temere gli effetti della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti.

Tokyo, al termine di una seduta volatile, ha perso lo 0,3%. Hong Kong ha lasciato sul mercato lo 0,2%, Shanghai lo 0,6%. Seul si è portata in chiusura a -0,5 punti percentuali.

Avvio di sessione positiva invece per le borse europee, con Piazza Affari che supera il +1%, mentre Dax e Cac 40 si confermano in area positiva poco sotto il punto percentuale.

Intanto, il petrolio ha proseguito a ribasso, con il Wti che ha bucato i 62 dollari al barile; tendenziale debolezza, invece, per il dollaro americano, che sconta negativamente l’eventualità di un possibile stallo delle disposizioni future nel caso Camera e Senato fossero in disaccordo.

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