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Cina, allarme sulla crescita mondiale: focus su export e bilancia commerciale

Esportazioni ed import cinesi in calo a dicembre. Mercati temono un rallentamento più brusco delle attese: listini asiatici tutti in rosso. Male gli indici europei in apertura

China Fonte: Bloomberg

Cala l’export cinese ai minimi da gennaio 2017 e, con esso, sale il rischio di un rallentamento economico globale più accelerato del previsto. Male la totalità delle borse asiatiche, che aprono la settimana con chiusure tutte in territorio negativo. Spiccano il -1,57% di Hong Kong e il -0,80% di Shanghai.

Nel mese di dicembre, le esportazioni di Pechino hanno registrato una variazione del -4,4%, inferiori alle attese a +3,3% e in netto calo rispetto alla crescita di novembre, pari al +5,4%. Non solo: nell’ultimo mese del 2018, le importazioni del Dragone si sono contratte del 7,6%, contro un consensus di mercato che vedeva una variazione positiva del +5%. A novembre l’import cinese aveva registrato un +3%.

Risultato? Un saldo di bilancia commerciale positivo e superiore alle aspettative, sui massimi da febbraio 2016.

Nel 2018, la Cina ha registrato un avanzo commerciale record con gli Stati Uniti, che potrebbe spingere ulteriormente la pressione del Presidente americano, Donald Trump, sulle clausole di un’eventuale accordo volto a porre fine alla disputa commerciale Cina-Usa. Dal 1 dicembre, giorno in cui è stata annunciata la tregua tra le due potenze, Pechino ha cercato di ridurre lo squilibrio di deficit commerciale con gli Stati Uniti, intensificando l’export a stelle e strisce. Nel caso di specie, sono cresciuti gli ordinativi di soia americana e gli ordini delle raffinerie nazionali di petrolio Usa, mentre si è data forma al taglio dei dazi sulle auto americane. La Cina ha inoltre fatto un passo indietro sul piano “Made in China 2025” che prevedeva, originariamente, di puntare tutto sulla crescita sussidiata di campioni industriali nazionali. Da oriente è infine arrivata la decisione di importare dagli Stati Uniti cinque nuove varietà di prodotti agricoli geneticamente modificati, azione che l’agrobusiness americano attendeva da anni.

A somme fatte, nel 2018 le esportazioni totali cinesi sono salite del 9,9%, sui livelli più alti da sette anni; positivi anche i numeri delle importazioni, cresciute del 15,8%, nonostante i cali di dicembre. Secondo quanto riportato da Reuters, in 12 mesi, il surplus con gli Stati Uniti si è allargato del 17,2%, il più alto livello dal 2006.

L'indebolimento della domanda cinese rilevato lunedì, assieme all’imminente voto sulla Brexit, ha influenzato l’apertura dei principali listini europei, in territorio negativo sulla scia delle paure legate ad un rallentamento economico più brusco del previsto. Tornano gli acquisti sul gold, che torna a spingersi verso area $1295; in rafforzamento anche lo yen giapponese, acquistato in fasi di incertezza.

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