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Def: lavori in corso al Cdm per scongiurare aumento Iva

Conte e Gualtieri negoziano con Bruxelles maggiore flessibilità: servono oltre 30 miliardi. Si punta sulla lotta all’evasione fiscale

Euro Fonte: Bloomberg

La seduta notturna del Consiglio dei ministri di oggi non ha ancora portato a risultati definitivi e la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Def), inizialmente prevista per venerdì, è destinata a slittare nel pomeriggio, con il Cdm che si riunirà oggi alle 18:30. La manovra di correzione vale circa 30 miliardi di euro. Lo scontro è tra chi combatte contro l’aumento dell’Iva (il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e l’ex primo ministro Matteo Renzi) e chi, invece, cerca risorse alternative a un eventuale aumento del deficit a 2,4% - inevitabile, qualora non si volesse toccare l’Iva.

Le questioni più controverse

L’approvazione del Def 2019 è strettamente legata al dossier sull’Iva: si lavora per scongiurarne l’aumento, di fronte a un disavanzo di 23,1 miliardi di euro (circa l’1,25% per Pil). Si tratta di circa il doppio rispetto allo scorso anno (12,5 miliardi) e occupa la maggior parte delle risorse del Def (il 65%). La seconda questione riguarda il taglio sul cuneo fiscale, che permetterebbe di recuperare 2,5 miliardi nel 2020 e 5 miliardi entro il 2021, a partire da giugno del prossimo anno. Una sola manovra infatti non basta: per questo il ministro dell’Economia Gualtieri e il presidente del Consiglio Conte hanno dunque parlato di un “orizzonte triennale”, un piano a lungo termine che permetterebbe di apprezzare anche una progressiva riduzione del debito.

Il tutto in accordo con Bruxelles, con cui Gualtieri e Conte hanno cercato di negoziare una flessibilità sul deficit programmatico del 2,2-2,3%, rispetto all’originario 2,1.

Cosa risponde l’Unione europea?

Il nuovo commissariato europeo per gli Affari economici, presto in mano all’italiano Paolo Gentiloni, e la “flessibilità nelle regole” suggerita dall’ex primo ministro stesso, potrebbero permettere una manovra in tal senso. Resta tuttavia da aspettare l’esito delle verifiche strutturali tuttora in corso per studiarne la fattibilità; in caso negativo, sarebbe necessario scendere al 2,1%.

Dove prendere le risorse per il Def?

I tre principali bacini saranno legge di bilancio, decreto fiscale e decreto verde.

La lotta all’evasione fiscale

Secondo il presidente del Consiglio Conte, sarà “un pilastro della manovra”: la lotta all’evasione fiscale e il disincentivo al contante permetterà infatti di recuperare sull’Iva, tramite la previsione di penalità per chi paga in contati e di imposte differenti in base al mezzo di pagamento utilizzato. Nelle aspettative del Mef, in questo modo dovrebbe essere possibile recuperare almeno 5 miliardi di euro, tramite la lotta al mercato sommerso.

Gli interventi su pensioni e reddito di cittadinanza

Davanti ai restanti disavanzi (circa 11 miliardi) si studiano riduzioni di spesa per i cavalli di battaglia del governo giallo-verde, ovvero reddito di cittadinanza e quota 100 (2-3 miliardi). Le rimodulazioni sulla spesa e il calo degli interessi sul debito dovrebbero intervenire per altri 4 miliardi.

Le agevolazioni fiscali e i sussidi per l’ambiente

Infine, al vaglio del Mef anche la possibilità di rimodulare franchigie e tetti di reddito su alcune agevolazioni fiscali, mentre si lavora anche sull’ipotesi di scorporare i sussidi green del debito (recuperando 50 miliardi in incentivi da distribuire nell’arco di 15 anni).

Le ricadute del Def sui mercati

I lavori sono ancora in corso d’opera, ma già stamattina i mercati si sono svegliati con un occhio sulla situazione italiana: il FTSE Mib aveva aperto in territorio negativo e ora è in frazionale rialzo, grazie probabilmente anche ai dati positivi sulla disoccupazione, calata in Italia al 9,5% (dal 9,8% di luglio): si tratta del nuovo minimo dal novembre del 2011. Lieve discesa dello spread che si è riportato temporaneamente sotto 140 punti base per la prima volta da 10 giorni.

Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG Bank declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti.

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