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Crescita Usa sopra le attese. Pil trimestrale a +2,6%. Dollaro resta fiacco

Pil trimestrale sopra le attese ma inferiore al trimestre precedente. Bene il business del settore non residenziale, crescono le spese. Deboli le spese governative (a causa anche dello shutdown) e il dato sulle scorte.

Fonte: Bloomberg
Stati Uniti PIL US Dollar Donald Trump Banca centrale EUR/USD

Pil trimestrale americano al 2,6, al di sopra delle attese tra il 2,2 ed il 2,3 %, e in calo rispetto al dato precedente (a 3,4%) e a quello del precedente ancora (4,2% nel Q2). Si apprezza il dollaro contro la divisa unica, con la coppia EUR/USD tornata a quotare al di sotto del livello a 1,14 (area 1,1390), ma col dollar index ancora in negativo, poco sotto la soglia della parità.

Pil trimestrale, cartina tornasole dell'eonomia Usa

Con un mese di ritardo per via dello shutdown federale, i mercati danno oggi il benvenuto al risultato del Pil americano del Q4, prima rilevazione effettiva per l’anno 2019 e cartina tornasole di un’economia americana che avrebbe perso parte del suo smalto. A riprova di ciò, la decisione della banca centrale a stelle e strisce di mantenere inalterato il livello dei tassi d’interesse, adottando una politica più paziente dal punto di vista monetario.

Secondo le stime, il blocco federale iniziato lo scorso 22 dicembre e terminato sul finire di gennaio avrebbe intaccato il Pil Usa dello 0,1%. La stima preliminare di Pil sarebbe dovuta uscire lo scorso 30 gennaio.

Scorte in calo: alert per il prossimo trimestre

A guidare la produttività americana, ancora una volta, il dato sulle spese, coi consumi cresciuti del 2,8% (in calo rispetto al +3% e +3,2% dei due trimestri precedenti); poco incoraggianti i numeri legati alla spesa pubblica (+0,4%, principalmente legati allo alle spese per la difesa). Il business delle aziende non residenziali è aumentato del 6,2% grazie agli investimenti in attrezzature, software e spesa per la ricerca. Meno vigoroso è stato invece il contributo dato al Pil dagli investimenti aziendali, e dal settore delle abitazioni. Risicato infine il dato sulle scorte, che hanno contribuito per lo 0,13% al dato odierno e che potrebbe anticipare un calo dell’attività industriale nel prossimo periodo

I tagli alle tasse sostenuti dai repubblicani potrebbero aver favorito la costante crescita della produttività annua, portando la cifra dell'intero 2018 al 3,1%, in linea con l'obiettivo del 3% fissato dal presidente Donald Trump.

Gli effetti della guerra commerciale, uniti al rallentando della crescita globale e all’impatto attenuato dello stimolo fiscale, potrebbero portare il Pil dei periodi a venire ad affrontare momenti di maggiori difficoltà.

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