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Prova a riportarsi sopra 1,24 il cambio Eur/Usd, reduce da un buon recupero da inizio settimana. A muovere il cambio più importante del mondo sembrano essere due fattori: da un lato, le dichiarazioni di Nowotny di ieri, e dall'altro, un generale deprezzamento del biglietto verde in scia ai toni più distesi tra Usa e Cina.
Sul primo punto, gli operatori sembrano aver dato peso alle parole del numero uno della Banca centrale austrica, con le aspettative del mercato che sembrano considerare l'ipotesi di un rialzo dei tassi sui depositi (da -0,4% a -0,2%) probabilmente tra dicembre 2018 e gennaio 2019, prima di muovere il tasso di rifinanziamento principale (Mro). A poco o nulla sono servite le smentite della Bce, che tramite un suo portavoce, ha fatto sapere che quelle di Nowotny sono opinioni personali e non riflettono la view del Consiglio direttivo. Nessuno spunto di rilievo è arrivato da Draghi, intervenuto oggi a un convegno a Francoforte.
Graficamente il cambio Eur/Usd sta tentando di riportarsi sopra 1,24. Una chiusura sopra tale riferimento potrebbe aprire a un'accelerazione in direzione di area 1,2550-1,2560. Al momento la resistenza più importante è poco sopra 1,26, dove passa la trend line di lunghissimo periodo che unisce i massimi del 2008 e del 2014. Potrebbe essere la volta buona per il cambio di raggiungere tale livello, dopo il recente test effettuato sulla trend line che sta sostenendo la corsa dalla primavera dello scorso anno. La resistenza qui è molto forte e un tentativo di rottura immediato potrebbe verificarsi solo con uno spike violento, destinato poi a rientrare.
Al ribasso, l'area di supporto principale continua ad essere rappresentata proprio dalla suddetta trendline, che unisce i minimi di aprile, novembre e dicembre 2017. Solo sotto tale riferimento, ora a 1,2260, potremmo assistere a uno scivolone verso 1,20.