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Dow Jones tenta il rialzo, mercati nervosi: cosa cambierà con Trump positivo al covid?

Gli azionari di Wall Street proseguono la seduta nervosi, mentre le condizioni di salute di Trump tengono i mercati con il fiato sospeso. Mike Pence pronto a scattare, torna debole il dollaro

Donald Trump Fonte: Bloomberg

“So che c’è un rischio, un pericolo, ma va bene. E ora sto meglio, forse sono anche immune, non so”. Sono tra le prime dichiarazioni rilasciate dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dimesso ieri dall’ala riservata dell’ospedale Walter Reed dopo esser risultato positivo al covid-19.

Il Tycoon era stato ricoverato venerdì, quando è risultato positivo a un tampone insieme alla moglie Melania. È bastato il solo annuncio per far sprofondare gli azionari di Wall Street, che in chiusura di settimana hanno perso tra l’1,8% e il 2%.

Le dimissioni del presidente hanno invece ridato leggermente fiducia agli indici statunitensi, che comunque già oggi tornano a subire l’incertezza – soprattutto in considerazione del fatto che tra esattamente quattro settimane gli elettori Usa saranno chiamati al voto.

Come impatta sui mercati la notizia della malattia di Trump?

Nell’immediato, le condizioni di Trump pilotano l’andamento dei beni rifugio: oro, dollaro e yen, oltre ai Treasuries Usa. Non a caso, al migliorare delle condizioni del presidente, i suddetti sono stati i primi mercati a virare al ribasso.

Rispetto a venerdì il dollaro è tornato in calo di quasi mezzo punto percentuale (al momento il dollar index viaggia a 93,50) mentre l’oro fatica di più a tornare ai minimi della settimana scorsa: nelle prime ore di venerdì, alla notizia della malattia di Trump, il metallo prezioso è schizzato dell’1,43% circa a 1.915 dollari l’oncia e al momento viaggia ancora a quota 1.914 dollari.

Dopo un’apertura poco mossa, gli indici di Wall Street oggi tornano in balia delle volatilità, in attesa anche dell'intervento del presidnete della Federal Reserve Jerome Powell, oggi. Il Dow Jones, +13,18 punti in apertura ( in rialzo dello 0,05%) al momento è l’unico che mantiene i guadagni, a +0,24%; l’S&P 500 scende di 0,76 punti, lo 0,02%, mentre il Nasdaq cede 10,17 punti, lo 0,09%.

Nuove prospettive per le elezioni presidenziali Usa?

Se, da una parate, la notizia della malattia di Trump contribuisce a ridurre l’incertezza sull’esito delle elezioni del prossimo 3 novembre (al momento l’avversario democratico Joe Biden guida i sondaggi con 279 collegi dalla sua parte, rispetto ai 125 di Trump), dall’altro la tradizionale debolezza dei mercati nel caso di vittoria democratica contribuisce alla cautela con cui Wall Street assorbe ogni nuova notizia.

D’altra parte, nella fattispecie di questa tornata elettorale il balzo in avanti del democratico Biden nei sondaggi fa ben sperare i mercati circa il pacchetto di stimoli fiscali allo studio del Congresso, un piano di aiuti in funzione anti-pandemica per imprese e famiglie che i democratici vorrebbero pari a 2.200 miliardi di dollari.

Stando agli ultimi sviluppi della scorsa settimana, i dem sarebbero disposti a scendere anche a 1.500 miliardi, per andare incontro alle richieste dei repubblicani; ma proprio questi ultimi continuano a bloccare il piano – e, dunque, una vittoria dem e conseguente riassetto del Congresso potrebbe aiutale il rilancio dell’economia Usa, rendendo più favorevole l'approvazione del pacchetto di stimoli fiscali.

Secondo gli analisti, il settore tech meglio di tutti riuscirà a reggere l’urto di eventuali scossoni di mercato, mentre la positività di Trump al covid-19 di certo riporterà il focus sui titoli farmaceutici. Il primo effetto, infatti, è stata di certo la conferma per i cittadini statunitensi, scettici e meno scettici, che la pandemia è ancora un pericolo.

Nel frattempo Trump è tornato alla Casa Bianca, scortato dall’ospedale in elicottero dagli agenti di sicurezza della Cia (sollevando non poche proteste da parte di alcuni esponenti della comunità scientifica, he hanno sottolineato come il comportamento del presidente abbia messo a rischio i membri del suo staff). Secondo i medici curanti, le dimissioni di Trump sarebbero giustificate dal fatto che il presidente non presenta febbre da più di 72 ore e che la terapia può essere portata avanti anche tra le mura della Casa Bianca.

Nei fatti ciò significa comunque che, a quattro settimane dal voto, Trump sarà lontano dagli schermi almeno per i primi dieci giorni. Negli Stati Uniti la quarantena obbligatoria per le persone trovate positive al virus è di dieci giorni, dunque Trump potrebbe essere in piedi già in tempo per il prossimo dibattito con il suo sfidante, in programma per il 15 ottobre.

Uno sguardo ai vice-presidenti

Rimandare le elezioni presidenziali, nel caso di malattia di Trump? Difficile. La decisione spetta infatti al Congresso, dove i legislatori dovranno votarla a maggioranza in entrambe le camere: in altre parole, democratici e repubblicani dovrebbero essere entrambi d’accordo, essendo il Senato a maggioranza repubblicana e la Camera dei Rappresentanti a maggioranza democratica.

In attesa della fine di una quarantena per altro già abbastanza aleatoria (appena prima di rientrare alla Casa Bianca, Trump si è fatto riprendere nel gesto di togliersi la mascherina dal volto: “Non siate spaventati dal covid, non lasciate che domini le vostre vite”, ha scritto il presidente in un tweet), a sostituire Trump nei prossimi dibattiti e incontri elettorali sarà dunque il suo vice, Mike Pence.

Pence, nato democratico ma presto passato al lato dei repubblicani (nel 1980 sostenne la campagna di Ronald Reagan), ricopre già la carica di vice-presidente degli Stati Uniti dalla prima vittoria di Trump, nel 2016. Conservatore, domani sera (orario Usa) si confronterà con la sua controparte dal lato dem Kamala Harris: gli argomenti caldi all’ordine del giorno, su cui i due candidati sono agli antipodi, saranno il diritto all’aborto, il cambiamento climatico, la formazione della Corte Suprema e, ovviamente, la gestione della crisi coronavirus.

E se anche Pence dovesse risultare contagiato? La situazione si fa più interessante: in quel caso infatti, con il presidente e il vice-presidente fuori dai giochi, secondo la Costituzione Usa a prendere in mano le redini della nazione sarà il leader della Camera dei Rappresentanti – nel caso specifico, la leader: Nancy Pelosi, leader dei democratici.

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