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Crolla di oltre 15 punti percentuali il titolo Fiat Chrysler Automobiles (FCA) nel suo giorno più triste. La tragica scomparsa dell'ex Ceo, Sergio Marchionne, è coinciso con l'annuncio della trimestrale, l'ultima sotto la sua guida prima della sua sostituzione di sabato scorso. Gli investitori non hanno di sicuro apprezzato la revisione dei target sull'anno, che hanno visto un abbassamento dei ricavi attesi tra 115-118 miliardi di euro, contro i 125 miliardi stimati in precedenza. Medesime revisioni hanno interessato anche l'EBIT adjusted (7,5-8 miliardi contro 8,7 miliardi di euro) e la liquidità (abbassata a 3 miliardi dai 4 previsti). E' stata confermata la guidance sui profitti netti, attesi a 5 miliardi di euro. Oltre al tema dazi, preoccupa anche la situazione in Cina, dove le vendite dei marchi ad alta marginalità hanno sofferto negli ultimi tre mesi.
La decisione di FCA di rivedere l'outlook non è destinata a rimanere isolata. A confermarlo è l'annuncio di General Motors, che proprio oggi ha rivisto i target sul 2018 in scia all'incertezza dazi che ha aumentato i costi di alluminio e acciaio.
Gli investitori non sembrano essere stati entusiasti neanche dei conti al 30 giugno. Sebbene i ricavi abbiano battuto le attese, l'EBIT adjusted e l'utile netto sono risultati sotto le attese e in calo inaspettato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il titolo in borsa è sceso fino ai minimi dall'1 dicembre 2017, testando il supporto a 14 euro, con volumi massicci (sono passati di mano quasi 50 milioni di pezzi). Al di là del tonfo odierno, il mercato rimane in attesa di capire quanto sia stata prudente la scelta di rivedere l'outlook. Probabilmente la risposta dipenderà dall'evoluzione del tema dazi, che proprio oggi vivrà una tappa importante in vista dell'incontro tra Trump e Juncker.