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Mercoledì 15 marzo i cittadini olandesi andranno alle urne per le elezioni politiche. Negli ultimi mesi il grande favorito alla vittoria era il capo del Partito per la Libertà (PVV) Geert Wilders, famoso per le sue idee anti-Islam e anti-Unione Europea. Il programma del populista Wilders è sempre stato chiaro: liberazione dell’Olanda dall’Islam, dall’immigrazione “selvaggia”, dall’Unione Europea, dalla moneta unica.
Wilders nei sondaggi aveva toccato anche un vantaggio di 10 punti percentuali sul Partito Popolare di Rutte (VVD). Tuttavia negli ultimi giorni c’è stato un forte ritorno di consensi per Rutte che ha modificato totalmente il quadro politico evidenziato nei mesi scorsi.
Il più recente dei sondaggi pubblicato dall’istituto di ricerca Peil assegna 24 seggi al Partito Popolare di Rutte, 22 al Partito per la Libertà di Wilders, 22 ai Cristiano Democratici, 20 ai Verdi, 17 ai Democratici 66, 15 ai Socialisti.
E’ evidente che quello che emerge è un quadro politico molto frastagliato. Ben diverso era lo scenario di qualche mese fa quando Wilders aveva toccato anche i 36 seggi potenziali in Parlamento.
Lo spauracchio di un’uscita dell’Olanda dall’Unione Europea è praticamente scomparso. Lo scenario più probabile è quello di una grande coalizione di partiti moderati. Tuttavia visti i recenti risultati delle elezioni gli scenari prospettici promossi dai sondaggi potrebbero essere ribaltati. Non escludiamo quindi una vittoria di Wilders che potrebbe rialimentare il sentiment anti-UE. Crediamo sia quasi impossibile invece lo scenario di un Wilders capo di governo vista la difficoltà a trovare un alleato.
Intanto sempre in Olanda sta aumentando la tensione con la Turchia dopo la decisione del governo olandese di rifiutare a due ministri turchi di fare campagna elettorale in territorio olandese in favore del SI’ al referendum costituzionale del 16 aprile in Turchia (riforma per trasformare il paese in una repubblica presidenziale con maggiori poteri per Erdogan).