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Le leggende del trading: Jesse Livermore

Jesse Livermore, The Boy Plunger, il Grande Orso, genio e rovina di Wall Street: fortune immense, bancarotte clamorose e una leggenda immortale.

Fonte: Bloomberg

Introduzione

Jesse Livermore è stato uno dei trader più leggendari e controversi della storia di Wall Street. Partito da un piccolo paese del Massachusetts, divenne famoso come “The Boy Plunger” per le sue scommesse audaci sui mercati, capaci di fruttargli fortune immense e di condurlo più volte alla rovina. Anticipò crolli storici, come quello del 1907 e del 1929, costruendo un mito che ancora oggi affascina i trader di tutto il mondo. La sua vita, tra successi straordinari e cadute drammatiche, è raccontata nel capolavoro “Memorie di un Operatore di Borsa”, diventato la bibbia del trading moderno.

Infanzia e origini

Jesse Livermore nacque a Shrewsbury, Massachusetts, il 26 luglio 1877, in una famiglia di agricoltori.
La morte prematura del padre, quando Jesse aveva solo 14 anni, mise la famiglia in gravi difficoltà economiche. Fu costretto a cercare presto un lavoro che potesse garantire un reddito adeguato.

I primi passi in Borsa

Il giovane Livermore iniziò a lavorare come board boy presso la banca d’investimento Paine Webber di Boston.
Il suo compito era aggiornare i prezzi delle azioni sulle lavagne, ma quell’esperienza lo travolse: nacque in lui una passione irrefrenabile per il trading.

Poco dopo cominciò a speculare nei famosi bucket shop dei primi del Novecento, dove comprava e vendeva titoli ferroviari, ottenendo i suoi primi guadagni concreti.

The Boy Plunger

Fin da subito dimostrò grande talento, ma anche una spiccata propensione al rischio: riusciva a fare profitti notevoli, ma subiva anche perdite pesanti.
Questa sua natura audace gli valse il soprannome di “The Boy Plunger”, il ragazzo che “si tuffa” nei mercati senza paura.

Il colpo su Union Pacific

Nel 1906 Livermore ebbe una delle sue intuizioni più famose: decise di vendere allo scoperto Union Pacific, grande compagnia ferroviaria californiana.
Due giorni dopo, il devastante terremoto di San Francisco fece crollare il titolo, garantendogli un profitto di 250.000 dollari.

La crisi del 1907

L’anno seguente, poco prima del famoso giovedì di ottobre del 1907, Livermore prese una posizione short.
Mentre i trader più esperti venivano spazzati via, lui portò a casa circa 1 milione di dollari e una reputazione leggendaria.
Aveva solo trent’anni ed era già diventato una figura iconica di Wall Street.

Successi e vita mondana

Grazie a quelle vincite, comprò uno yacht a vapore e tornò a Boston. Qui spese oltre 200.000 dollari nel tentativo (vano) di salvare un cognato condannato per omicidio.
Era il segno di uno stile di vita sempre più lussuoso, alimentato dai guadagni speculativi.

La regola del 60/40

Livermore sviluppò presto una sua teoria: sarebbe stato corretto il 60% delle volte, sbagliato nel 40%, e il segreto stava nel differenziale che gli avrebbe permesso di arricchirsi.
Non si interessava tanto alle aziende, quanto ai movimenti di prezzo.

Il primo fallimento

Nel 1908 tentò la fortuna nel mercato del cotone, ma l’operazione si rivelò disastrosa.
Dopo anni difficili e un mercato stagnante tra il 1911 e il 1914, Livermore arrivò al primo fallimento ufficiale nel 1915.

La rinascita con la Prima Guerra Mondiale

Nonostante la sconfitta, ottenne nuovi finanziamenti e tornò a operare.
Studiò a lungo il titolo Bethlehem Steel, gonfiato dalla Prima Guerra Mondiale. Quando entrò in posizione, il titolo fece un balzo di 45 punti in un solo giorno.
Nel giro di due anni guadagnò circa 5 milioni di dollari.

Piggly Wiggly e il mercato del grano

Dopo la guerra, Livermore fu chiamato a sostenere le azioni dei supermercati Piggly Wiggly. In un solo giorno spinse il titolo su di 52 punti, obbligando la Borsa a sospendere le regole e concedere cinque giorni extra agli shortisti per coprirsi.

Nel 1925, nel mercato del grano, accumulò posizioni gigantesche da 5 milioni di staia, poi le rivendette allo scoperto per 50 milioni di staia, guadagnando circa 10 milioni di dollari.

La Mexican Petroleum

Nel 1927, intuendo la fine del mercato ribassista, comprò titoli Mexican Petroleum, facendoli salire di 75 punti.
Con un’altra fortuna in tasca, si concesse vacanze da nababbo: quando non riuscì a trovare una cuccetta libera su un treno per la Florida, affittò direttamente un convoglio speciale.

La fortezza di Manhattan

Negli anni Venti, mentre il mercato continuava a crescere, Livermore si chiuse in uffici blindati nello Squibb Building di Manhattan, affacciato su Central Park.
Con uno staff di 20 persone, telefoni dedicati e sorveglianza severa, conduceva le sue operazioni come un grande croupier al centro del tavolo da gioco.

Le voci del crollo

Quando il mercato di Coolidge crollò, molti lo accusarono di aver provocato il disastro. In realtà, era vero che con posizioni short e long contemporanee aveva contribuito ad amplificarne la caduta.

Crisi personali e nuove bancarotte

La vita privata di Jesse fu turbolenta: divorzi, matrimoni falliti e un costoso stile di vita.

Vendette la sua proprietà da 1,35 milioni di dollari a soli 169.000.

Nel 1933 sposò Harriet Metz Noble, figlia di un produttore di birra.

Nel 1934 dichiarò la quarta bancarotta, con debiti per oltre 2,2 milioni di dollari.

A 56 anni si ritrovò quasi nello stesso punto di partenza della sua gioventù.

La fine del mito

Con l’introduzione della SEC nel 1937, i mercati divennero troppo regolamentati per operatori come lui.
Non essendo mai stato un insider, Livermore non riuscì più a sfruttare il suo stile di trading.

Quando arrivò a pubblicare un libro per spiegare il suo metodo, fu il segno che la sua parabola era giunta al termine. Nessun grande trader, dicevano, aveva mai svelato davvero i suoi segreti al pubblico.

Il tragico epilogo

Il 28 novembre 1940, dopo una visita allo Stork Club di New York, Livermore pranzò da solo allo Sherry-Netherland Hotel. Era teso e sconvolto, scriveva appunti su un taccuino, beveva lentamente due Old Fashioned.

Poco dopo, fu trovato senza vita nel bagno dell’hotel, con una pistola calibro .32 accanto a sé.

Accanto al corpo, la polizia rinvenne un biglietto indirizzato alla moglie, in cui scriveva:
"Questa è l’unica via d’uscita... sono stanco di combattere... non sono degno del tuo amore... sono un fallimento."

La leggenda attraverso un libro

La vita e le strategie di Jesse Livermore furono raccontate nel celebre libro “Reminiscences of a Stock Operator” (Memorie di un Operatore di Borsa), scritto da Edwin Lefèvre nel 1923.

Anche se presentato come romanzo semi-biografico, il libro è basato direttamente sulle esperienze di Livermore e sulle sue conversazioni con l’autore.
Il protagonista, “Larry Livingston”, è infatti il suo alter ego letterario.

Quest’opera è diventata una bibbia del trading:

Descrive con realismo le emozioni, le paure e l’avidità che guidano i mercati.

Racconta i momenti di gloria e di rovina di un trader speculativo.

Spiega con esempi pratici concetti ancora validissimi oggi, come la disciplina, la gestione del rischio e l’importanza di seguire il trend.

Non è solo un libro sulla finanza, ma anche un manuale di psicologia dei mercati.
Non a caso, ancora oggi è citato da investitori e trader come una delle letture più formative di sempre.

Le strategie di Jesse Livermore

Oltre alla leggenda, Livermore lasciò un metodo di trading che ha ispirato generazioni di investitori:

  • Analisi tecnica e studio dei grafici.
  • Grandi trend a lungo termine.
  • Operazioni a breve termine mirate al guadagno rapido.
  • Gestione del rischio con stop-loss dinamici.
  • Indicatori di mercato come volumi e medie mobili.
  • Adattabilità ai cambiamenti del mercato.

I suoi Best Quote

Tra le sue citazioni più famose:

“Markets are never wrong – opinions often are.”

“Non ho mai incontrato un uomo che abbia accumulato una fortuna avendo paura di andare long in un mercato rialzista o troppo avido nell’andare short in un mercato ribassista.”

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