SPACE ECONOMY
Da SpaceX ai colossi della difesa: come esporsi alla nuova corsa allo spazio, tra azioni in borsa e mercati pre-IPO.
La space economy non è più solo razzi e astronauti: oggi vale circa 600–650 miliardi di dollari e, secondo diverse analisi, potrebbe arrivare intorno a 1,8 trilioni entro il 2035, spinta da satelliti, connettività, difesa e servizi a terra collegati allo spazio.
Tra i protagonisti emergono tre nomi da tenere d’occhio: SpaceX (non quotata), Rocket Lab e Lockheed Martin (entrambe quotate).
SpaceX è il campione assoluto dei lanci commerciali e sta costruendo un impero intorno a Starlink, la costellazione per internet satellitare a bassa orbita.
Ricavi 2025 stimati: circa 15,5 mld $, a conferma della crescita esplosiva dell’azienda.
Motore della crescita: Starlink genera ormai la maggior parte del fatturato, con oltre 12 mld $ di ricavi stimati nel 2025, milioni di utenti e una base crescente di clienti enterprise e governativi.
Margini potenziali: il modello è altamente scalabile; una volta ammortizzata l’infrastruttura orbitale, i margini lordi potenziali risultano molto elevati, grazie sia alla riusabilità dei razzi sia all’aumento del valore medio per utente sui servizi premium.
Parametri di analisi fondamentale (anche se non quotata)
Crescita dei ricavi: fatturato in forte aumento anno su anno → business in piena fase di hyper-growth.
Economics di scala:
ogni lancio aggiuntivo abbassa il costo medio per missione;
ogni nuovo utente Starlink diluisce i costi fissi di costellazione e infrastruttura di terra.
Rischi principali:
forte concentrazione sul founder;
elevata intensità di capitale (investimenti enormi su Starship e rete Starlink);
dipendenza da regolatori e contratti pubblici.
Dal punto di vista del trading, SpaceX resta una growth story privata: non essendo quotata, non è accessibile tramite azioni tradizionali, ma solo attraverso mercati privati o strumenti derivati (come i mercati pre-IPO di IG che spieghiamo alla fine dell'articolo).
Rocket Lab è focalizzata su lanci di piccoli satelliti (razzo Electron) e sulla fornitura di piattaforme satellitari e componentistica. È una delle poche vere pure-play space quotate.
Ultimi dati finanziari (Q3 2025)
Ricavi Q3 2025: 155 mln $, record storico, +48% anno su anno.
Margine lordo: circa 37%, in decisa crescita rispetto all’anno precedente.
Perdita per azione ridotta a circa -0,02 $, con un miglioramento molto significativo anno su anno.
Backlog ordini di circa 1,1 mld $, grazie a nuovi contratti internazionali e alla crescita della divisione space systems.
Parametri fondamentali da monitorare
Crescita del fatturato: ancora tipica da titolo growth (quasi +50% a/a).
Margini lordi: il 37% indica un miglioramento strutturale della profittabilità, grazie all’aumento dei lanci e alla maggiore incidenza dei servizi a più alto valore aggiunto.
Cash burn / perdite: le perdite si stanno riducendo ma non sono ancora azzerate; la tesi di investimento punta sul raggiungimento del break-even con l’ulteriore scala di Electron e soprattutto con l’entrata in servizio del razzo Neutron, prevista per il 2026.
Perché è interessante nella space economy
Posizione forte nel segmento dei microlanci dedicati (costellazioni, missioni scientifiche, payload “su misura”).
Importante upside potenziale legato allo sviluppo di Neutron, che la porterebbe a competere su lanci più pesanti e contratti più ricchi, avvicinandola – almeno in parte – al campo da gioco di SpaceX.
Lockheed Martin è uno dei colossi mondiali della difesa, con una divisione Space che sviluppa satelliti, sistemi missilistici e infrastrutture per missioni NASA e programmi militari.
Ultimi dati del gruppo (Q3 2025)
Vendite totali: 18,6 mld $, circa +9% anno su anno.
Utile netto: 1,6 mld $, pari a circa 6,95 $ per azione.
Backlog: circa 179 mld $ di ordini, che garantiscono visibilità pluriennale sui ricavi futuri.
Guidance 2025 aggiornata: vendite attese 74,25–74,75 mld $ e utile per azione 22,15–22,35 $.
Focus sul segmento Space (Q3 2025)
Ricavi Space: circa 3,36 mld $, in crescita da 3,08 mld $ (+9% anno su anno).
Crescita trainata da programmi di difesa strategica e national security space, oltre che da contratti con agenzie spaziali.
Parametri fondamentali chiave
Stabilità dei flussi: contratti pluriennali con governi e agenzie spaziali → ricavi del segmento Space relativamente difensivi rispetto alle pure-play commerciali.
Redditività: margini operativi complessivi del gruppo intorno all’11%, sostenuti dalla combinazione di aeronautica, missili e difesa, e spazio.
Valutazione: multipli da grande società della difesa, con un profilo di rischio/rendimento molto diverso rispetto a Rocket Lab.
Ruolo nella space economy
Forte esposizione a satelliti militari, sistemi di monitoraggio, navigazione e weather satellites: infrastruttura critica per sicurezza, comunicazioni e osservazione terrestre.
Non essendo quotata in borsa, SpaceX non è accessibile tramite azioni tradizionali. Una strada alternativa è il trading sui mercati pre-IPO offerti da alcuni broker, come IG.
I mercati pre-IPO sono uno strumento che consente agli investitori retail di speculare sulla valutazione di aziende non quotate prima della loro eventuale introduzione in borsa.
Attraverso CFD over-the-counter, i trader possono prendere posizione su società come SpaceX, Monzo, OpenAI, Revolut, Stripe e altre, prima della loro possibile IPO.
Invece di attendere l’introduzione in borsa di un’azienda, i mercati pre-IPO permettono di aprire posizioni sulla capitalizzazione di mercato attesa al momento dell’IPO:
si cerca di guadagnare sulla valutazione futura dell’impresa;
non si acquistano azioni reali né diritti di proprietà;
si può aprire una posizione long se si prevede una valutazione più alta;
oppure una posizione short se si ritiene che la valutazione sarà inferiore alle aspettative.
Mercati aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, weekend inclusi;
prezzi aggiornati in base al sentiment dei clienti e alle notizie sull’azienda;
possibilità di utilizzare la leva finanziaria;
importo minimo di transazione pari a 1 $;
nessun costo di finanziamento overnight, a differenza dei CFD classici.
Questa categoria di prodotti è relativamente nuova per il trading retail e consente di accedere alla speculazione pre-IPO, un’area che in passato era quasi esclusivamente appannaggio di investitori istituzionali e grandi fondi.