SHUTDOWN USA
Il più lungo shutdown della storia sembra essere giunto al termine
Lo shutdown delle attività federali iniziato il 1° ottobre 2025 sembra essere giunto al termine. Nella notte di domenica il Senato ha superato il primo sbarramento 60–40 grazie al sostegno di otto membri del partito democratico che hanno votato con i Repubblicani per far avanzare il pacchetto di riapertura.
Gli otto che hanno rotto il fronte sono: Angus King (I-ME), Catherine Cortez Masto (D-NV), John Fetterman (D-PA), Jeanne Shaheen (D-NH), Maggie Hassan (D-NH), Dick Durbin (D-IL), Tim Kaine (D-VA), Jacky Rosen (D-NV). La mossa ha provocato forti reazioni nel partito, ma è stata motivata dall’urgenza di riaprire gli uffici federali e ottenere almeno un voto promesso a dicembre sull’estensione dei sussidi.
Dopo le elezioni locali favorevoli ai Democratici, una parte del partito voleva tenere la linea dura finché non ci fosse stata una proroga immediata dei sussidi ACA. Gli otto hanno valutato che lo shutdown stesse causando troppi danni e che la promessa di un voto a dicembre fosse un passo sufficiente per sbloccare il paese. Le critiche sono molto forti soprattutto dalla corrente più radicale del partito Dem.
Finché il calendario dati pubblici resta sfasato, la Fed lavora con visibilità ancora ridotta e fa più affidamento su dataset privati; la normalizzazione del flusso dati dopo la riapertura aiuta la guidance in vista della riunione di dicembre.
USD: tonico su sentiment migliore e real yields più alti; ulteriore supporto se il mercato vede meno probabilità di taglio Fed a dicembre finché i dati non si ri-allineano.
Equity USA: rotazione risk-on (contractors/infrastrutture & ciclici legati alla spesa pubblica rimbalzano), parziale presa di profitto su difensivi/quality. Resta overhang politico: l’esito del voto ACA di dicembre può confermare o frenare il rally.
Commodities: impatto soprattutto via FX e sentiment; USD più forte tende a zavorrare i metalli nel brevissimo
Dopo l’accordo sullo shutdown, il movimento resta rialzista. Superamento / break-out di 6.817 (picco del 6 novembre) getterebbe le basi per un allungo verso 6.880 (top del 3 novembre) e quindi 6.922 (massimi storici del 30 ottobre).
Sul lato opposto, primi segnali di debolezza con cedimento dei minimi intraday a 6.748: tale rottura sarebbe preludio a una discesa verso 6.707.
Rialzista (principale): sopra 6.817 → proiezione 6.880 ⇒ 6.922.
Ribassista (alternativo): sotto 6.748 → pressione verso 6.707.
Sintesi: bias costruttivo post-shutdown; trigger rialzista su 6.817, mentre 6.748 è il perno da difendere per evitare un rientro verso 6.707.