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SHUTDOWN USA

Shutdown USA: accordo sbloccato grazie a 8 senatori Dem. Cosa succede ora?

Il più lungo shutdown della storia sembra essere giunto al termine

Fonte: Bloomberg

Written by

Filippo A. Diodovich

Filippo A. Diodovich

Senior Market Strategist

Published on:

Lo shutdown delle attività federali iniziato il 1° ottobre 2025 sembra essere giunto al termine. Nella notte di domenica il Senato ha superato il primo sbarramento 60–40 grazie al sostegno di otto membri del partito democratico che hanno votato con i Repubblicani per far avanzare il pacchetto di riapertura. 

Il punto politico 

Gli otto che hanno rotto il fronte sono: Angus King (I-ME), Catherine Cortez Masto (D-NV), John Fetterman (D-PA), Jeanne Shaheen (D-NH), Maggie Hassan (D-NH), Dick Durbin (D-IL), Tim Kaine (D-VA), Jacky Rosen (D-NV). La mossa ha provocato forti reazioni nel partito, ma è stata motivata dall’urgenza di riaprire gli uffici federali e ottenere almeno un voto promesso a dicembre sull’estensione dei sussidi.

Dettagli chiave dell’intesa 

  1. Riapertura fino al 30 gennaio con una garanzia di voto entro la seconda settimana di dicembre sull’estensione dei crediti d’imposta ACA (Affordable Care Act).
  2. Inclusi tre bill di spesa annuali completi.
  3. Ripristino pieno delle operazioni e dei pagamenti una volta riaperto il governo federale.

Perché irrita molti Dem?

Dopo le elezioni locali favorevoli ai Democratici, una parte del partito voleva tenere la linea dura finché non ci fosse stata una proroga immediata dei sussidi ACA. Gli otto hanno valutato che lo shutdown stesse causando troppi danni e che la promessa di un voto a dicembre fosse un passo sufficiente per sbloccare il paese. Le critiche sono molto forti soprattutto dalla corrente più radicale del partito Dem.

Prossimi step

  • Senato: altri passaggi (dibattito/emendamenti, closure finale) e voto definitivo sul testo. 
  • Camera (GOP): approvazione senza cambi sostanziali; margini risicati → possibili frizioni. 
  • Firma presidenziale e riapertura delle agenzie. Riprogrammazione graduale dei dati macro saltati (uffici federali BLS Bureau of Labor Statistics e BEA Bureau of Economic Analysis)
  • Dicembre: voto separato sull’ACA potenziata prima della pausa di fine anno. È il test politico che determinerà se la tregua regge. 

Impatto sulla Federal Reserve

Finché il calendario dati pubblici resta sfasato, la Fed lavora con visibilità ancora ridotta e fa più affidamento su dataset privati; la normalizzazione del flusso dati dopo la riapertura aiuta la guidance in vista della riunione di dicembre. 

Effetti sui mercati

USD: tonico su sentiment migliore e real yields più alti; ulteriore supporto se il mercato vede meno probabilità di taglio Fed a dicembre finché i dati non si ri-allineano. 

Equity USA: rotazione risk-on (contractors/infrastrutture & ciclici legati alla spesa pubblica rimbalzano), parziale presa di profitto su difensivi/quality. Resta overhang politico: l’esito del voto ACA di dicembre può confermare o frenare il rally. 

Commodities: impatto soprattutto via FX e sentiment; USD più forte tende a zavorrare i metalli nel brevissimo

Analisi Tecnica US 500

Dopo l’accordo sullo shutdown, il movimento resta rialzista. Superamento / break-out di 6.817 (picco del 6 novembre) getterebbe le basi per un allungo verso 6.880 (top del 3 novembre) e quindi 6.922 (massimi storici del 30 ottobre).

Sul lato opposto, primi segnali di debolezza con cedimento dei minimi intraday a 6.748: tale rottura sarebbe preludio a una discesa verso 6.707.

Scenari

  • Rialzista (principale): sopra 6.817 → proiezione 6.880 ⇒ 6.922.

  • Ribassista (alternativo): sotto 6.748 → pressione verso 6.707.

Sintesi: bias costruttivo post-shutdown; trigger rialzista su 6.817, mentre 6.748 è il perno da difendere per evitare un rientro verso 6.707.

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