PETROLIO E MEDIO ORIENTE
Il greggio statunitense scende sotto i $60 al barile per il calo dei timori su possibili escalation in Medio Oriente
La firma dell'accordo di pace in un'area così sensibili come il Medio Oriente, ha avuto un effetto immediato sui mercati energetici, e in particolare sul petrolio.
Appena la notizia del cessate il fuoco tra Israele e Hamas ha iniziato a circolare, le quotazioni del Brent e del WTI hanno reagito con un calo deciso. Il Wti light crude è sceso del 5% da $61 al barile a $58, il Brent da $65 a $62.
Non si tratta di una coincidenza: a scendere non è tanto la domanda o l’offerta reale, quanto il “premio di rischio geopolitico” che i mercati incorporano nei prezzi quando le tensioni si alzano.
Quando c’è un conflitto in Medio Oriente, gli addetti ai lavori temono possibili interruzioni nelle forniture o attacchi alle infrastrutture energetiche (rischio che aveva raggiunto un picco nello scontro tra Israele e Iran). Questo timore si traduce in un prezzo del petrolio più alto, perché chi compra paga anche per coprirsi dal rischio.
Ma quando arriva una tregua, questo sovrapprezzo si riduce.
È esattamente ciò che sta accadendo ora: con la prospettiva di maggiore stabilità nella regione, il mercato ha iniziato a “scontare” meno rischio, e i prezzi sono scesi di conseguenza.
L’accordo di pace ha un altro effetto indiretto: migliora la sicurezza delle rotte marittime.
Inoltre, la distensione può favorire il ritorno sul mercato di forniture temporaneamente bloccate, o rendere più probabili nuovi accordi di esportazione da parte di Paesi finora isolati, come l’Iran.
Tutti questi elementi aumentano la percezione di eccesso dell’offerta. e in un mercato che ragiona sulle aspettative future, bastano pochi segnali per spingere le quotazioni al ribasso.
Si esistono sempre tanti fattori che influenzano l'andamento dei prezzi petroliferi. Crediamo che gli investitori abbiano qualche dubbio anche in merito alla domanda di greggio che potrebbe essere in calo rispetto alle stime tenendo conto dello stato di salute non particolarmente brillante delle economie globali.
Riteniamo che tutto dipenda da quanto durerà la pace tra pelestinesi (Hamas) e Israele.
Se la tregua dovesse rivelarsi instabile, il rischio tornerebbe subito a riflettersi nei prezzi. Al contrario, se la distensione dovesse consolidarsi, potremmo assistere a un periodo di stabilizzazione o persino di calo graduale del petrolio nei prossimi mesi.
In parallelo, i paesi membri del nuovo cartello OPEC+ possono decidere, in caso di un eccessivo ribasso dei prezzi, di tagliare nuovamente la produzione per evitare un crollo troppo brusco delle entrate.