DATI MACRO USA
Lo shutdown e la chiusura per Thanksgiving concentrano oggi PIL, PCE, lavoro, settore immobiliare e scorte di petrolio: è l’ultimo vero test prima della riunione del FOMC
Oggi, mercoledì 26 novembre, abbiamo una valanga di dati macroeconomici che dovrebbero dare ulteriori informazioni sullo stato di salute dell'economia americana.
Questo forte accumulo di pubblicazioni in poche ore è dovuto sia allo shutdown, che ha compresso e rimescolato il calendario delle statistiche, sia al fatto che domani, giovedì 27 novembre, è festivo per il Thanksgiving Day negli Stati Uniti, con mercati e uffici statistici chiusi.
Il meeting della Federal Reserve del 9–10 dicembre 2025 si avvicina in un contesto anomalo: due tagli dei tassi già effettuati quest’anno (l’ultimo il 29 ottobre) e una commissione profondamente divisa sul da farsi, mentre inflazione e mercato del lavoro restano in una zona grigia.
A complicare tutto c’è stato il maxi shutdown del governo USA, che ha mandando fuori fase le statistiche chiave: il Bureau of Labor Statistics ha addirittura cancellato il CPI di ottobre e alcuni dati di ottobre su occupazione e prezzi potrebbero non uscire mai. Il CPI di novembre, invece, arriverà solo il 18 dicembre, quindi dopo la riunione della Fed.
Risultato: la Fed arriva al meeting più importante dell’anno con pochissimi dati ufficiali. In questo contesto, il pacchetto di statistiche in uscita oggi, mercoledì 26 novembre, diventa molto più rilevante del solito: è di fatto uno degli ultimi “mega-set” di informazioni su crescita, inflazione, lavoro, energia e ciclo immobiliare prima che il FOMC si riunisca.
Dopo il taglio di fine ottobre, la Fed ha segnalato un’economia che rallenta, inflazione ancora sopra il 2% e rischi elevati su entrambi i fronti.
Negli ultimi giorni:
Le minute di ottobre mostrano che molti membri erano contrari a un ulteriore taglio a breve, proprio perché l’inflazione resta alta e mancano dati affidabili.
Alcuni, come Goolsbee (Chicago Fed), spingono per la prudenza: “stiamo guidando nella nebbia”, meglio muoversi piano finché non tornano dati solidi sull’inflazione.
Dall’altro lato, John Williams (New York Fed) ha aperto chiaramente alla possibilità di un altro taglio, per riportare i tassi verso un livello più “neutrale”.
Insomma: la Fed è spaccata tra “colombe”, che guardano al rischio di recessione e al mercato del lavoro che si sta raffreddando, e “falchi”, preoccupati per un’inflazione ancora troppo alta. In mezzo, un blackout statistico che rende ogni nuovo dato molto più pesante del normale.
Oggi è una super giornata macro: in poche ore escono quasi tutti i pezzi fondamentali per capire crescita, consumi, inflazione, lavoro, energia e immobiliari USA.
1. Richieste di mutui – ore 13:00 italiane
Misurano l’andamento della domanda di finanziamento per l’acquisto di abitazioni e per il refinancing.
Sono un indicatore molto sensibile ai movimenti dei tassi: un calo delle richieste segnala famiglie più caute e rate meno sostenibili, un rimbalzo indica che il settore sta reggendo meglio del previsto l’attuale livello dei tassi.
2. Ordini di beni durevoli di ottobre – ore 14:30 italiane
Indicatore chiave degli investimenti in beni strumentali, macchinari e mezzi di trasporto.
Un forte rallentamento segnala prudenza delle imprese e rischio di indebolimento dell’attività futura.
3. Licenze di costruzione – ore 14:30 italiane
Misurano il numero di nuovi permessi edilizi concessi.
Sono uno dei leading indicator del ciclo immobiliare: se le licenze calano in modo marcato, significa che costruttori e sviluppatori stanno rallentando i nuovi progetti, segnale che i tassi stanno iniziando a pesare su aspettative di vendita e finanziamento.
4. Richieste settimanali di sussidi di disoccupazione – ore 14:30 italiane
Uno dei pochissimi indicatori tempestivi sul mercato del lavoro in un contesto in cui mancano i report mensili ufficiali su occupazione e disoccupazione.
Una tendenza al rialzo rafforzerebbe la narrativa del mercato del lavoro che si indebolisce.
5. Chicago PMI – ore 15:45 italiane
Indicatore regionale ma molto seguito, sintetizza l’andamento del settore manifatturiero/servizi nell’area di Chicago.
È spesso visto come un termometro avanzato del ciclo industriale USA.
6. Vendite di nuove case di ottobre – ore 16:00 italiane
Danno il polso del segmento nuove costruzioni nel residenziale.
Incrociate con richieste di mutui e licenze di costruzione, permettono di capire se l’intero comparto – domanda, offerta futura e finanziamento – sta frenando in modo coordinato.
7. Scorte settimanali di petrolio (EIA) – ore 16:30 italiane
Misurano la variazione delle scorte di greggio e prodotti raffinati negli Stati Uniti.
Sono un tassello importante per leggere il quadro energetico:
scorte in forte calo possono sostenere i prezzi del petrolio, con potenziali effetti rialzisti sulla componente energetica dell’inflazione;
scorte in aumento segnalano domanda più debole o offerta abbondante, con effetti potenzialmente disinflazionistici e impatto diretto su titoli oil & gas e sull’intero comparto energia.
Scenario 1 – Dati deboli, inflazione in raffreddamento, immobiliare sotto pressione, petrolio non inflazionistico
PIL sotto le attese, ordini durevoli fiacchi, jobless claims in aumento.
PCE e core PCE in chiara discesa verso il 2%.
Richieste di mutui in calo, licenze di costruzione in frenata, vendite di nuove case deboli.
Scorte di petrolio in aumento o comunque non in tensione, con prezzi dell’energy sotto controllo.
👉 Messaggio: economia in rallentamento, inflazione in raffreddamento, ciclo immobiliare che soffre i tassi, nessuna nuova pressione inflazionistica dall’energia.
Impatto probabile: mercato che prezza con più convinzione un taglio a dicembre, dollaro più debole, rendimenti in discesa, supporto per l’azionario (specie settori sensibili ai tassi) e rotazioni verso growth/tech e real estate più speculativo.
Scenario 2 – Dati misti, soft landing ancora plausibile, energia neutrale
PIL in linea, jobless claims stabili, ordini durevoli senza crolli.
PCE che non accelera ma non scende in modo deciso.
Mutui, licenze e vendite di nuove case che rallentano solo in modo moderato.
Scorte di petrolio sostanzialmente in linea con le attese, senza shock sul prezzo.
👉 Messaggio: quadro da soft landing, ma senza prove definitive che l’inflazione sia “domata”.
Impatto probabile: Fed orientata a una pausa tecnica a dicembre, con focus massimo sulle parole di Powell. Mercati in modalità “wait and see”, volatilità legata soprattutto a forward guidance, dot plot e reazione del comparto energia.
Scenario 3 – Crescita solida, inflazione alta, immobiliare resiliente, scorte di greggio in forte calo
PIL robusto, ordini durevoli forti, jobless claims bassi.
PCE/core PCE stabili o in risalita.
Richieste di mutui che tengono, licenze e vendite di nuove case senza grandi segni di stress.
Scorte di petrolio in forte calo e/o segnali di offerta tesa, con rischio di prezzi del greggio più alti.
👉 Messaggio: economia che regge, inflazione preoccupante e potenziale nuova spinta dall’energia.
Impatto probabile: forte riduzione delle probabilità di taglio a dicembre, rendimenti in rialzo, dollaro più forte, pressione sull’azionario (soprattutto growth/tech e settori tassi–sensibili) e possibile rotazione verso energy e value più difensivo.
In condizioni normali, PIL, PCE, jobless claims, durevoli, mutui, licenze, vendite di case e scorte di petrolio sarebbero solo tasselli di routine nel calendario macro. In questo contesto di shutdown, blackout statistico, calendario compresso e festività del Thanksgiving alla vigilia, il pacchetto di oggi, 26 novembre, può ribaltare in poche ore le probabilità di mercato su un nuovo taglio.
Da qui al meeting di dicembre, per trader e investitori la domanda chiave resta: l’istantanea di oggi ci racconterà un soft landing gestibile o un’economia che sta perdendo quota troppo in fretta mentre la Fed vola quasi alla cieca – con in più la variabile energia pronta a complicare il quadro?