Qual è il capitale minimo che serve per fare trading: questa è una delle domande più ricorrenti che mi vengono fatte da chi vorrebbe cominciare a dedicarsi a questa attività. La risposta, come vedremo, dipende da molti fattori e in questo articolo vorrei fare chiarezza su alcuni aspetti che incidono sulla scelta del capitale iniziale.
Cominciamo subito con il dire che l’importo che decidiamo di allocare all’attività di trading, quale che sia l’obiettivo che vogliamo raggiungere, non deve essere un capitale che ci serve per 'vivere' ovvero per le necessità di tutti i giorni. Deve trattarsi, come mi piace definirlo, di un 'capitale disponibile'.
Detto in altri termini, poiché il trading è una attività di rischio, alla pari di ogni altra operazione finanziaria, il denaro che dedichiamo al trading, se perso, non deve spostare in alcun modo l’equilibrio economico nostro e della nostra famiglia.
La domanda che dobbiamo porci è, se perdendo i soldi che abbiamo deciso di dedicare al trading, compromettiamo in qualche modo la nostra serenità familiare. In caso affermativo o riduciamo l’importo fino a rientrare nei parametri di 'tranquillità' oppure evitiamo di dedicarci a questa attività, almeno sino a quando non saremo in condizioni di avere da parte un capitale minimo che risponda ai requisiti richiesti.
Recentemente mi è capitato di incontrare un signore che, volendo seguire un mio corso in occasione di una offerta 'lancio' scontata per cominciare a fare trading applicando il mio sistema, mi ha chiesto se potevo mantenergli l’offerta per qualche giorno, per dargli tempo di svincolare i suoi risparmi investiti in piani di accumulo nella sua banca. Poiché quelli erano i suoi unici (ed esigui) risparmi, gli ho serenamente consigliato di lasciare perdere il corso e l’operatività reale, almeno al momento, e intanto di cominciare a studiare nel tempo libero in attesa di tempi migliori (leggi: in attesa di avere un 'capitale disponibile'). Questa penso debba essere la filosofia di tutti coloro che si vogliono dedicare a quella che da molti è definita come una tra le più belle professioni cui ci si possa dedicare.
Superato questo primo 'scoglio' cerchiamo di capire quale può essere il capitale minimo da dedicare al trading. La qual cosa, come dicevamo all’inizio, dipende da molti fattori. Purtroppo la generazione che si avvicina solo ora per la prima volta al trading è figlia di pubblicità ingannevoli che millantano il raggiungimento della ricchezza o comunque guadagni a molti zeri partendo da poche centinai di euro.
Anche se è vero che con l’avvento dei CFD - che offrono un’ottima leva sulla quasi totalità degli strumenti finanziari - oggi è possibile fare trading anche con poche centinaia di euro, è chiaro che iniziando con un piccolo capitale non possiamo seriamente pensare né di diventare ricchi né, tantomeno, di poter avere una rendita extra mensile degna di tale nome.
Possiamo invece ragionevolmente pensare, per così dire, di 'farci le ossa' sui mercati reali acquisendo la necessaria esperienza. Solo una volta ottenuti risultati stabili, potremo impiegare maggiori capitali e puntare ad avere una rendita extra mensile da aggiungere al nostro reddito derivante da lavoro (che, nel frattempo, consiglio nel modo più assoluto di non abbandonare).
Dunque cominciamo a mettere dei paletti: se abbiamo un 'capitale disponibile' che si aggira intorno ai 500 euro questo importo può essere sufficiente per iniziare se, e solo se, il nostro obiettivo è quello di verificare le nostre attitudini al trading e per verificare se siamo in grado di raggiungere risultati positivi e costanti.
Ma attenzione: non dobbiamo correre il rischio di utilizzare una leva esagerata. Ciò significa che dovremo aprire operazioni (e i CFD ci danno questa opportunità) con lotti molto piccoli e accontentarci di piccoli guadagni (e avere piccole perdite). Diversamente, usando il massimo della leva, rischieremmo di bruciare l’importo con pochissime operazioni. Se vuoi, puoi approfondire l’argomento nel mio articolo sulla leva finanziaria.
Se, e quando, l’obiettivo sarà invece quello di avere una rendita extra mensile, allora l’importo da dedicare al trading (e parliamo sempre di 'capitale disponibile' nel senso indicato) dovrà essere almeno di 3.000 / 5.000 euro. Naturalmente l’operatività non potrà che essere sempre dedicata a strumenti come i CFD perché sarebbe impensabile, con questo capitale, operare su strumenti diversi che richiedono margini di gran lunga superiori a quelli richiesti dai CFD.
Con 3000/5000 euro - naturalmente una volta acquisita la necessaria esperienza e un buon metodo di trading - possiamo porci l’obiettivo di avere una rendita extra che si aggiri intorno ai 200 / 300 euro mensili, mantenendo un profilo di rischio basso. Potrebbero sembrare pochi in valore assoluto ma se consideriamo il ritorno percentuale sul 'capitale di rischio', si tratta di una rendita di tutto rispetto.