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Usa, disoccupazione in calo a gennaio: il dato sui non-farm payrolls

I dati sul mercato occupazionale Usa deludono le aspettative, sebbene registrino un tasso di disoccupazione in calo al 6,3%. Wall Street guarda agli stimoli fiscali

Wall Street Fonte: Bloomberg

L’economia Usa a gennaio continua ad aggiungere posti di lavoro, sebbene a un ritmo più lento di quanto atteso.

Il report sui non-farm payrolls, ovvero le nuove buste paga nel settore non agricolo create nell’ultimo mese, fotografano un paese in lenta ripresa: 49.000 posti di lavoro in più, meno rispetto ai 50.000 previsti dagli analisti ma comunque in netto calo rispetto ai 227.000 persi a gennaio – cifra per altro rivista al rialzo.

I dati del Department of Labour USA

Stesso trend per il salario orario medio, che sale dello 0,2% rispetto all’aumento dello 0,1%, ma comunque meno delle previsioni che lo volevano a +0,3%. A livello annuale, il salario orario avanza del 5,4%, laddove a dicembre era aumentato del solo 5,1%.

In compenso, scende più del previsto il tasso di disoccupazione, che a gennaio si assesta al 6,3%, mentre le previsioni si attendevano un livello stabile al 6,7%.

Il dato di gennaio segnala anche, allo stesso tempo, una revisione al ribasso delle rilevazioni degli ultimi due mesi: i posti di lavoro persi a novembre passano a 264.000 (72.000 in più), quelli persi a dicembre a 227.000 (87.000 in più).

Cosa spiega allora il calo della disoccupazione a gennaio? La diminuzione, nello stesso periodo, del tasso di partecipazione al mercato del lavoro.

Quali sono stati i settori più colpiti?

Con la campagna di vaccinazione appena iniziata e la pandemia di covid-19 che ancora non dà segno di voler allentare la presa, non stupisce che ad accusare ancora le perdite più ingenti siano stati, anche a gennaio, i settori della ristorazione, dei viaggi e dell’intrattenimento.

Nello specifico, quest’ultimo settore ha perso solo nell’ultimo mese ulteriori 61.000 posti di lavoro, che si aggiungono al crollo di oltre 500.000 segnalato alla fine del 2020 e portano la perdita totale, dall’inizio della pandemia, a 4 milioni. È proprio il settore viaggi e intrattenimento che ha guidato la forte revisione al ribasso di dicembre.

Giù anche il commercio al dettaglio: la stagione natalizia, a dicembre, aveva contribuito a rinvigorire il settore (con 134.900 nuovi posti di lavoro) a gennaio torna a perdere 37.800 buste paga; idem per il comparto manifatturiero (31.000 posti di lavoro guadagnati a dicembre, 10.000 in meno a gennaio) e nel settore dell’assistenza sociale (40.000 posti di lavoro guadagnati a dicembre, quasi altrettanti persi a gennaio).

E quali tipologie di contratto?

Il mercato del lavoro resta comunque stabile. I contratti a tempo indeterminato persi a gennaio resta stabile a 3,5 milioni, 3,2 in più anno su anno. Scende inoltre il numero delle persone lasciate a casa in via temporanea: 2,7 milioni, laddove al momento del picco della pandemia, ad aprile, erano arrivati a 18 milioni.

Quali prospettive per il futuro dell’economia Usa?

Gli esperi concordano nel ritenere che le assunzioni torneranno a ritmo sostenuto nel momento in cui le restrizioni verranno allentate, ma nel frattempo l’unico modo per tenere a galla il mercato occupazionale Usa passa attraverso il dispiegamento di aiuti fiscali.

E proprio in queste ore il presidente degli Stati Uniti, il neoeletto Joe Biden, sta cercando un compromesso con i repubblicani sul Relief Plan da lui proposto (una maxi-misura da 1.900 miliardi di dollari, che l’opposizione vorrebbe vedere ridotta almeno a 618 milioni). Nel frattempo, forti della maggioranza sia alla Camera dei Rappresentanti sia al Senato, i democratici premono per presentare una proposta di “reconciliation” che permetterebbe di forzare la mano e approvare il piano a maggioranza semplice.

Come ha reagito Wall Street?

I dati sui non-farm payrolls, deludenti rispetto alle attese, non hanno inciso più di tanto sull’apertura dei mercati a Wall Street. Prevale infatti la fiducia sia per quanto riguarda gli stimoli economici, sia la lotta al coronavirus - Johnson & Johnson guadagna l'1,5% dopo aver presentato la domanda alla Food and Drug Administration per ottenere l'autorizzazione per l'uso di emergenza, negli Stati Uniti, del suo vaccino contro il coronavirus.

A metà sessione il Dow Jones avanza dello 0,28%, l’S&P 500 aggiorna i record della vigilia e sale dello 0,30% a 3.883 punti mentre solo il Nasdaq scivola dello 0,11%.

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