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La trimestrale di Nike trascina i titoli dell’abbigliamento

I dati finanziari migliori delle attese hanno sostenuto le quotazioni a Wall Street insieme a quelle dei concorrenti Adidas e Puma.

Fonte: Bloomberg

I risultati

Ieri Nike ha rilasciato i suoi dati relativi all’ultimo trimestre che hanno sorpreso il consensus con valori al di sopra delle aspettative di mercato. Nello specifico, i ricavi sono stati pari a $13,32 miliardi (attese per $12,57) in rialzo del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso mentre gli utili per azione sono risultati di $0,85 contro i $0,64 stimati.

Mancano le previsioni, invece, gli utili netti trimestrali che sono stati di $1,33 miliardi rispetto agli $1,34 miliardi di un anno fa. Considerati i risultati positivi, il management ha rivisto al rialzo la guidance per quest’anno anche se permangono le incertezze in tutto il settore.

Il rallentamento economico ha infatti ridotto la domanda dei consumatori aumentando le scorte di magazzino delle aziende del comparto. Nonostante ciò, Nike è riuscita a ridurre queste ultime rispetto al trimestre precedente, fattore che fa ben sperare gli investitori, anche se su base annuale queste sono cresciuti del 43% a $9,3 miliardi mentre il margine lordo è sceso anno su anno dal 45,9% al 42,9%.

Ottimi anche i risultati da parte di Nike Direct, la divisione che punta ad un rapporto diretto con i clienti (Direct-to-Consumer). Infatti, dopo gli ingenti investimenti, le vendite trimestrali fisiche sono salite del 16% a $5,4 miliardi mentre quelle online sono aumentate del 25%. Tuttavia, in Cina le vendite sono calate del 3% nel trimestre considerato, in parte a causa delle restrizioni agli spostamenti imposte dalle autorità.

Dopo l’annuncio dei dati trimestrali, le azioni Nike hanno mostrato una performance del +10% mentre oggi nel premarket sono pressoché piatte.

Nike trascina i titoli del settore

Ieri, sulla scia degli ottimi risultati del colosso statunitense, salgono anche le quotazioni dei big europei del settore. Infatti, Adidas è salita del +6,85% mentre Puma ha mostrato una performance del +8,46%. Le due società tedesche hanno reagito molto bene al miglioramento dei conti di Nike che fanno ben sperare gli investitori per risultati ottimistici nel prossimo trimestre.

Puma ha dunque superato la soglia dei €55 (chiusura del giorno precedente a €51) mentre Adidas ha toccato un picco di €128, dai €118 della chiusura precedente, per poi stabilizzarsi a €126.

Nonostante ciò, entrambe le società sono in forte ribasso quest’anno appesantite dallo sfidante scenario macroeconomico dettato da alta inflazione e rallentamenti nelle catene di fornitura. Da gennaio Adidas è in ribasso del 51% mentre Puma del 48%.

Le previsioni

I conti di Nike hanno lasciato una ventata di ottimismo tra gli investitori che credono che il peggio sia ormai passato. Tuttavia, la prudenza continua a pervadere i mercati con l’inflazione che è in discesa ma rimane ancora molto elevata.

Detto questo, le aziende del settore sono state in grado di reagire alle esternalità negative e porre un rimedio alla crescita delle scorte di magazzino che pesavano sui costi fissi. Gli sconti di fine anno uniti ad una propensione al consumo ancora elevata hanno permesso di eliminare parte degli inventari e consentire un ritorno all’ordine precedente.

Da un punto di vista grafico, le azioni Adidas potrebbero tornare a raggiungere la prima soglia rilevante fissata a €130, massimo del 18 novembre, mentre un ulteriore miglioramento dei risultati porterebbe le quotazioni a rompere la resistenza di €137, picco del 14 novembre.

Al contrario, un sentiment negativo da parte del mercato, porterebbe le quotazioni a raggiungere il sostegno dei €116, minimo del 16 dicembre, mentre risultati finanziari peggiori delle attese porteranno le azioni a rompere il supporto di €111.

Per quanto riguarda Puma, le azioni - sulla scia delle stesse considerazioni di Adidas - potranno avvicinarsi alla resistenza di breve periodo posta a €58,93 per allungare fino a rompere la soglia psicologica dei €60 e toccare la successiva resistenza posta a €61, massimo del 14 settembre.

In caso opposto, il titolo potrebbe sfondare il primo supporto dei €51, toccato il 20 dicembre, mentre ulteriori allunghi in questa direzione porteranno le quotazioni fino a €48.

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