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Tornano gli acquisti sui listini europei questa mattina subito dopo le indicazioni incoraggianti arrivate dagli indici PMI della zona euro. Secondo queste stime flash di febbraio, l'indice composito dell'area è salito a 56 punti, ben oltre le attese. E' il dato migliore da aprile 2011. Buone anche le letture del comparto manifatturiero e quello dei servizi. Tra i sottoindici, il tasso di creazione dei posti di lavoro ha raggiunto i livelli che non vedeva da agosto 2007, prima della crisi. Decisamente buoni anche i dati tedeschi e francesi.
Queste indicazioni macroeconomiche segnalano come la crescita economica nella zona euro stia guadagnando forza in questo inizio di anno, malgrado i timori politici che iniziano a trapelare in vista del voto di Olanda e Francia.
Inoltre, abbiamo ancora qualche riserva sull'omogeneità della crescita tra i vari Paesi dell'area. Sebbene la crescita delle economie trainanti, come la Germania, faccia da locomotiva per gli altri paesi, non è detto che tutti riescano a tenere il passo, dato che le incertezze politiche e le mancate riforme possono condurre a effetti distorsivi che risaltino la frammentazione (concetto più volte citato dal numero uno della Bce, Mario Draghi).
Complice di questi dati, gli indici europei hanno invertito la tendenza ribassista di inzio seduta e sono in territorio positivo, con il Dax arrivato a un soffio dai massimi di inizio anno (11.893 punti).
Da uno sguardo d'insieme, visti continui massimi storici di Wall Street e le borse asiatiche ai massimi da metà 2015, l'impressione che abbiamo è che proprio l'instabilità politica in questo momento stia rallentando la corsa delle borse europee.
Dal punto di vista grafico, l'impostazione del Dax rimane saldamente rialzista. Una rottura in senso tecnico di 11.900 punti aprirebbe a un allungo in direzione dei massimi storici, a 12.400 punti, segnati ad aprile 2015. A confermare questa view c'è anche la buona tenuta da inizio anno dell'area di 11.430 punti, precedente top di fine 2015.
Rimane quello il supporto strategico principale al di sopra del quale le prospettive rialziste rimarrebbero inalterate. Qui sta approcciando anche la trend line che ha sostenuto la corsa nel 2013 e che ha fornito resistenza per gran parte del 2016 (in blu), che è stata perforata subito dopo l'elezione di Trump.
Solo sotto tale livello il mercato potrebbe lasciarsi andare a una correzione più importante verso i 10.800 punti, resistenza durata per gran parte del secondo semestre del 2016.