FOMC preview meeting di luglio, cosa aspettarsi?
Fed a rischio spaccatura interna, Bowman e Waller sostengono le idee di Trump

Il Federal Open Market Committee FOMC si prepara a uno dei meeting più delicati e potenzialmente polemici dell’anno, in programma il 29–30 luglio 2025, con la decisione di politica monetaria che sarà comunicata mercoledì 30 alle ore 20:00 italiane. A seguire, il presidente del Federal Reserve System, Jerome Powell, terrà la consueta conferenza stampa alle 20:30 italiane.
Le nostre attese sono fissate per nessuna variazione dei tassi di interesse, che dovrebbero restare fermi nell’attuale range 4,25%-4,50%. Tuttavia, i riflettori saranno puntati non tanto sulla decisione in sé, quanto sul livello di consenso interno alla Fed e sulle indicazioni prospettiche che emergeranno dalla conferenza stampa.
Una Fed più divisa del solito?
Secondo le indiscrezioni di stampa e le dichiarazioni pubbliche delle ultime settimane, almeno due membri del Board of Governors (il comitato direttivo Fed che coordina la politica monetaria e partecipa al FOMC assieme ai 5 presidenti delle FED regionali), Michelle Bowman e Christopher Waller, potrebbero votare contro il mantenimento dei tassi di interesse sui livelli correnti, esprimendo dissenso formale a favore di un taglio immediato del costo del denaro. Si tratterebbe di un evento eccezionale: i dissensi nel Board sono molto rari, ma due voti contrari da parte di governatori (non presidenti regionali) sarebbero un segnale chiaro di tensioni interne sulla direzione della politica monetaria.
Bowman e Waller sostengono le idee del presidente Trump di avere una Fed più dovish modello BCE. Entrambi i membri hanno, infatti, espresso preoccupazioni crescenti per il rallentamento della domanda interna, i segnali di allentamento nel mercato del lavoro e una dinamica dei prezzi che, seppur ancora sopra target, mostra un rallentamento costante. In particolare, Waller ha segnalato che le condizioni attuali giustificherebbero un primo taglio già in estate, mentre Bowman ha citato i rischi legati alla politica commerciale e all’impatto dei dazi come motivazione per una risposta monetaria più proattiva.
Con il loro dissenso formale si potrebbero ampliare ulteriormente le spaccature all’interno della Fed soprattutto nei rapporti tra Powell e i membri più legati a Trump. Tutto in un contesto sempre più mediatico con Trump che cerca una giusta causa per rimuovere anticipatamente Powell dalla presidenza del FOMC (mandato scade nel 2026). In un recente video virale Donald Trump ha accusato Jerome Powell di avere speso troppi soldi federali per la ristrutturazione dei palazzi della Federal Reserve, un chiaro tentativo di delegittimazione e di mettere ulteriori pressioni per le dimissioni.
Powell si manterrà molto cauto
Nonostante le pressioni interne e le attese dei mercati, crediamo che Jerome Powell sia intenzionato a mantenere la rotta della prudenza. Negli ultimi interventi pubblici, il presidente della Fed ha sottolineato la necessità di “vedere conferme robuste” che l’inflazione stia tornando in modo duraturo verso il 2% prima di tornare a tagliare i tassi di interesse. Ha anche ribadito che “un taglio prematuro potrebbe mettere a rischio i progressi fatti sul fronte della stabilità dei prezzi”.
Powell sa bene che la Fed sta camminando su un filo sottile: da un lato, c’è l’urgenza di evitare che i tassi sui livelli correnti possano incominciare a soffocare l’economia; dall’altro, il rischio che un allentamento anticipato possa riaccendere le pressioni inflazionistiche, specie in un contesto globale segnato da nuova incertezza geopolitica e commerciale.
Quando il prossimo taglio del costo del denaro?
Il consensus di mercato è orientato verso un primo taglio dei tassi a settembre, con una probabilità che oscilla tra il 60% e il 65% secondo i principali modelli di probabilità derivati dai Fed Funds futures (come ad esempio il CME FedWatch). Il rallentamento nei dati sull’occupazione, la bassa inflazione core PCE su base mensile e la stabilizzazione delle aspettative inflazionistiche hanno rafforzato questa visione.
Tuttavia, riteniamo più probabile che la Fed possa aspettare fino al meeting di dicembre per iniziare nuovamente un ciclo di allentamento. L’incertezza degli economisti legata all’impatto dei nuovi dazi statunitensi sui prezzi al consumo, introdotti in risposta a squilibri commerciali con la Cina e altri Paesi, rende particolarmente difficile per la banca centrale valutare con precisione il sentiero dell’inflazione nei prossimi mesi. Inoltre, il potenziale impatto sui consumi e sulla fiducia delle imprese potrebbe richiedere più tempo per manifestarsi nei dati macroeconomici. In questo contesto, la Fed potrebbe preferire un approccio "wait-and-see" fino a fine anno, raccogliendo maggiori evidenze prima di muoversi.
Meeting FOMC in sintesi
- Quando: 29–30 luglio 2025
- Annuncio tassi: mercoledì 30 luglio alle 20:00 (ora italiana)
- Conferenza stampa Powell: ore 20:30
- Attese IG: tassi invariati al 4,25%–4,50%
- Possibile dissenso: Bowman e Waller, membri del Board, favorevoli a un taglio immediato
- Prossimo taglio: mercati puntano a settembre (CME FedWatch 62%) ma crediamo che le incertezze commerciali e i rischi inflazionistici rendono più probabile un taglio a dicembre

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