Vai al contenuto

I CFD sono prodotti a leva. Il trading con i CFD potrebbe non essere appropriato per tutti e può determinare perdite che eccedono il tuo investimento; accertati di aver pienamente compreso l'informativa sui rischi. I CFD sono prodotti a leva. Il trading con i CFD potrebbe non essere appropriato per tutti e può determinare perdite che eccedono il tuo investimento; accertati di aver pienamente compreso l'informativa sui rischi.

FMI taglia le stime di crescita in Italia. Timori su debito e politica

In attesa della scure delle agenzie di rating, l’Italia accusa il colpo del Fondo Monetario Internazionale, che ha tagliato di 30 punti base le stime di crescita del 2018, portandole all’1,2%; 1,0% nel 2019

Parlamento
Fonte Bloomberg

In attesa della scure delle agenzie di rating, l’Italia accusa il colpo del Fondo Monetario Internazionale, che ha tagliato di 30 punti base le stime di crescita per l’anno in corso, portandole all’1,2%; 1,0% è invece la stima per il 2019.

I numeri presentati dal FMI e contenuti nell'ultimo World Economic Outlook, si legano al "deterioramento della domanda esterna e interna e l'incertezza sull'agenda del nuovo governo".

Nel caso di specie, "le recenti difficoltà nella formazione di governo e la possibilità di un'inversione di rotta sulle riforme e sull'attuazione di politiche che potrebbero danneggiare la sostenibilità del debito” hanno portato sul mercato tricolore nuova incertezza, tradottasi in un “forte ampiamento degli spread". Il tutto, a minare le basi strutturali del secondo tra i Paesi dell’Eurozona più indebitati.

All’interno dell’Outlook 2018 compaiono inoltre le stime per l’inflazione italiana, prevista all’1,3% quest’anno e all’1,4% nel 2019. Trend in fase di miglioramento per la disoccupazione, che dovrebbe raggiungere il 10,8%, migliorando di 0,5 punti percentuali rispetto allo scorso anno.

Non c’è però solo Italia nelle revisioni a ribasso del Fondo, che ha rivisto la crescita globale al 3,7% per gli anni 2018-2019, in calo dello 0,2%. Le tensioni sul commercio internazionale e l'introduzione di tariffe commerciali di stampo protezionistico starebbero infatti intaccando la congiuntura economica nel suo complesso. A ciò si aggiunge l’incognita dei mercati emergenti, in difficoltà a causa dei deflussi di capitale verso le economie più sviluppate, di condizioni finanziarie più rigide, di maggiori costi petroliferi e dell’elevata volatilità delle valute locali.

I dazi doganali, scrive l’Fmi nel suo World Economic Outlook, freneranno in particolare la crescita americana e cinese nel 2019: gli esperti prevedono un rallentamento del Pil Usa dal 2,9% del 2018 al 2,5% nel 2019, e del Pil cinese dal 6,6% del 2018 al 6,2% nel 2019.

La parola passa a Trump, a Pechino e Bruxelles, in attesa che Moody's e S&P si pronuncino sul futuro del rating del Bel Paese.

IG Bank S.A. presta servizi di “execution-only” ovvero di mera esecuzione di ordini senza consulenza. Le informazioni presenti in questo sito non contengono (e non si deve in alcun modo supporre che contengano) raccomandazioni o consigli in ambito di investimenti, né uno storico dei nostri prezzi di negoziazione, né un’offerta o un sollecito a intraprendere un’operazione su un certo strumento finanziario. IG Bank S.A. non può essere ritenuta in alcun modo responsabile per l’uso che si possa fare delle informazioni qui contenute e degli eventuali risultati che si potrebbero generare in base all’impiego di tali informazioni. Non si assicura inoltre l’accuratezza e la completezza delle suddette informazioni, che pertanto vengono usate e interpretate a proprio rischio. La ricerca inoltre non intende rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non e’ stata condotta in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e pertanto deve essere considerata come una comunicazione in ambito di marketing. La presente comunicazione non può essere in alcun modo riprodotta e distribuita.