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Fattori di rischio all’orizzonte? Non per la Federal Reserve, che ha confermato il quarto rialzo dei tassi del 2018, confermando le fondamenta della propria guidance per il prossimo biennio. Nel futuro dell’istituto a stelle e strisce vi sono quindi ulteriori interventi sul costo del denaro, volti a raggiungere la soglia della neutralità (con un Fed Funds rate nel 2020 al 3,1%, contro un precedente stima a 3,4%).
Il tutto, con buona pace di coloro che speravano invece in una politica poco più accomodante.
L’economia mondiale ha perso il suo smalto: le previsioni condivise per gli anni a venire stimano un calo della produttività mondiale, da unirsi ad un costo di finanziamento in crescita e ad un dollaro che, complici indicatori economici tra i migliori su scala globale, continua a rafforzarsi. Un biglietto verde più forte appesantisce la bilancia commerciale Usa, rendendo più caro a Paesi terzi l’acquisto di materie prime (quotate in dollari).
In una giornata in cui, a prevalere, sembra esser il sentiment negativo, le borse asiatiche hanno chiuso in rosso, con ribassi dello 0,5% a Shanghai, dell’1,2% ad Hong Kong e del 2,8% a Tokyo.
Apertura sotto la pari anche per l’Europa, che avvia la giornata di contrattazioni di giovedì in profondo ribasso: l’Eurostoxx in apertura ha lasciato sul mercato l’1,15%. Tra le piazze peggiori, Milano e Francoforte, con ribassi dell’1,5%. Peggio di queste, Londra e Parigi, in calo attorno all’1,6%.