FED PREVIEW
Mercoledì 17 settembre il FOMC dovrebbe abbassare il costo del denaro di 25 punti base
Il prossimo appuntamento con il FOMC (Federal Open Market Committee) della Federal Reserve è fissato per martedì 16 e mercoledì 17 settembre. Tutti i riflettori dei mercati sono puntati su questa riunione: mercoledì sera, alle 20:00 ora italiana, arriverà l’atteso annuncio sulle decisioni di politica monetaria, accompagnato dalle nuove proiezioni economiche su inflazione, occupazione e crescita. Grande attenzione anche al dot plot, il grafico che mostra le previsioni dei banchieri centrali sui futuri tassi di interesse. Subito dopo, alle 20:30, sarà la volta della conferenza stampa di Jerome Powell, che spesso rappresenta il vero momento di svolta per i mercati.
Riteniamo molto probabile che la FED possa decidere di tagliore i tassi di interesse di 25 punti base, che porterebbe il costo del denaro nel range 4,00-4,25%.
Un taglio più consistente (50 punti base) non è escluso, specie alla luce dei dati più deboli sul mercato del lavoro, ma resta al momento lo scenario meno probabile. La Fed potrebbe inoltre lasciare aperta la porta a ulteriori riduzioni nei prossimi mesi.
L’inflazione, sia core che headline, rimane però sopra il target del 2%, un fattore che limita la possibilità per la banca centrale di mostrarsi troppo accomodante.
Accanto alla decisione sui tassi, la Fed pubblicherà le proiezioni economiche, con le nuove stime su inflazione, crescita e disoccupazione.
Probabile revisione al ribasso delle stime di crescita per il 2025-2026, coerente con il raffreddamento osservato nel mercato del lavoro.
Possibile ritocco al rialzo, o conferma sopra il target, delle previsioni di inflazione.
Il dot plot raccoglie le previsioni dei singoli membri della Fed sui futuri livelli dei tassi di interesse. Nel precedente grafico dotplot pubblicato a giugno la mediana si trovava nel range 3,75%-4% (ovvero complessivamente due tagli del costo del denaro).
Per il 2025, crediamo che la mediana delle attese dei banchieri centrali possa indicare altri due tagli dei tassi nel corso dell’anno oltre a quello scontato di settembre (range 3,50%-3,75%).
Se il grafico dot plot fornisce una fotografia delle aspettative interne alla Fed, la conferenza stampa di Jerome Powell è il momento in cui i mercati cercano indizi e ulteriori dettagli sul posizionamento della FED. Ogni sfumatura del linguaggio del presidente – più “dovish” (accomodante) o più “hawkish” (prudente) – può spostare le attese sulle prossime mosse. Sarà quindi cruciale capire se Powell enfatizzerà il rischio inflazione o, al contrario, il rallentamento dell’economia come principale motivo di preoccupazione.
L’eurodollaro sta vivendo una fase di attesa, con i mercati concentrati sulle prossime decisioni della Federal Reserve, che potrebbero rivelarsi determinanti per la direzione del cambio. Le aspettative legate alla politica monetaria americana, infatti, hanno un impatto diretto sulla forza o sulla debolezza del biglietto verde, e di conseguenza sull’andamento dell’EUR/USD.
Dal punto di vista tecnico, l’area chiave da monitorare è quella della resistenza a 1,1780, massimo registrato il 9 settembre. Un superamento convincente di questo livello (1,1780) aprirebbe la strada a un allungo verso l’1,1830, corrispondente al massimo annuale, e successivamente verso 1,1909, picco raggiunto a settembre 2021. Si tratterebbe di segnali importanti che confermerebbero un rafforzamento della moneta unica e, al tempo stesso, un indebolimento del dollaro, probabilmente legato a un atteggiamento più accomodante della FED.
Sul lato opposto, il primo livello di difesa per l’euro/dollaro si colloca a 1,1664, minimo dell’11 settembre, che coincide anche con l’area di passaggio della media mobile esponenziale a 50 giorni. Questa zona rappresenta un supporto tecnico e psicologico cruciale: una sua rottura al ribasso riaprirebbe spazi di debolezza, con possibili discese più marcate se la FED dovesse sorprendere i mercati con un atteggiamento più aggressivo del previsto.
In sintesi, l’EUR/USD si trova in una fase di equilibrio precario, in cui i livelli tecnici si intrecciano con le attese macroeconomiche. La resistenza a 1,1780 è la soglia da superare per confermare un nuovo slancio rialzista verso 1,1830 e 1,1909, mentre il supporto a 1,1664 rimane il baluardo da difendere per evitare un ritorno alla debolezza strutturale.