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Le divergenze con Williams %R

Il Williams %R è uno strumento di analisi tanto semplice quanto efficace, ideato da Larry Williams già nel lontano 1973. Vediamolo in dettaglio nella guida che Bruno Moltrasio ha curato per IG Italia.

Le divergenze con Williams %R di Bruno Moltrasio Fonte: Bloomberg

Cos’è il Williams %R?

L’oscillatore Williams %R è molto simile allo stocastico; mentre quest’ultimo utilizza la differenza tra la chiusura e il minimo dei minimi, per la costruzione del Williams %R si fa riferimento alla differenza tra la chiusura e il massimo dei massimi.

Per quanto riguarda l’impostazione del numero di periodi, nella sua forma originale l’autore imposta l’oscillatore a 14 periodi, considerando questo numero come ideale.

Il W %R fluttua fra 0 e -100, praticamente a scala invertita rispetto ai normali oscillatori;

Per quanto riguarda la soglia di ipercomprato viene posta dall’autore ad un valore di -20, mentre la soglia di ipervenduto ad un valore di -80. Detto ciò, quello che dobbiamo fare è individuare quelle fasi in cui l’oscillatore si muove al di sopra, o al di sotto, di queste soglie, tralasciando i movimenti, che possiamo definire neutri, nel range generato da queste due soglie.

Esempi di Williams %R

Vediamo un esempio sul cross EUR/USD

Esempio di Williams % R su EUR/USD

L’oscillatore individua bene alcune situazioni caratteristiche del mercato, ovvero le fasi di esaurimento di un trend. Infatti, se in un mercato forte i prezzi di chiusura non sono in grado di mantenersi vicino ai massimi, significa che il trend si sta indebolendo e potremmo avere l’opportunità di aprire posizioni al ribasso su un determinato strumento.

Viceversa, in un mercato orientato al ribasso con i prezzi di chiusura che ormai non sono più in grado di mantenersi vicino ai minimi del range potremmo avere un’opportunità di acquisto.

Tali situazioni sono ben messe in evidenza dal W %R.

L’utilizzo classico dell’oscillatore, tuttavia, genera molti falsi segnali. Dove il W %R, invece, eccelle, è nell'individuazione delle divergenze rialziste e ribassiste. Ricordo ai meno esperti che una divergenza ribassista si ha nel momento in cui i prezzi generano nuovi massimi mentre l’oscillatore presenta massimi decrescenti. Per converso assistiamo a una divergenza rialzista se i prezzi fanno segnare nuovi minimi mentre sull’oscillatore si hanno minimi crescenti.

Per spiegare meglio il concetto di divergenza riporto i grafici che seguono dove evidenzio i due tipi di divergenza:

Divergenza rialzista e ribassista

Nel primo caso abbiamo una divergenza rialzista che si genera quando i prezzi realizzano minimi discendenti mentre nell’oscillatore si generano minimi ascendenti.

Nel secondo caso abbiamo invece una divergenza ribassista: il prezzo realizza massimi ascendenti, mentre l’oscillatore sottostante realizza massimi discendenti.

Si tratta di situazioni che non si verificano molto spesso, ma quando capita di imbattersi in una divergenza con il W %R si ha l’opportunità di un trade con alte probabilità di successo. In base a quanto abbiamo appena detto, quando il W %R sale sopra la linea di ipercomprato in corrispondenza di un massimo del mercato, poi riscende e nel successivo movimento rialzista dei prezzi non è in grado di superare il picco precedente, si viene a creare una divergenza ribassista. Si evidenza una perdita di forza del movimento rialzista e il mercato è potenzialmente pronto ad invertire la tendenza.

Vediamo un esempio sul cross EUR/USD time frame 4 ore:

Esempio EUR/USD in timeframe di 4 ore

Nel grafico sopra evidenziato abbiamo ben 2 divergenze ribassiste e una rialzista. Come si può notare in corrispondenza dei due massimi relativi generati dei prezzi, l’oscillatore sottostante genera due divergenze ribassiste e cioè, mentre il prezzo sale, l’oscillatore perde forza e non è in grado di seguire i prezzi generando dei picchi massimi discendenti. Mi preme sottolineare che nel secondo caso i picchi generano quasi un doppio massimo, mentre i prezzi generano due massimi ascendenti, questa particolare conformazione viene comunque considerata divergenza, in quanto l’oscillatore non è in grado comunque di salire oltre il massimo precedente.

Nel grafico che segue evidenzio invece due divergenze rialziste:

Grafico con due divergenze rialziste

Come possiamo notare in entrambi i casi i prezzi hanno generato due minimi discendenti, mentre sull’oscillatore, in zona di ipervenduto, si sono generati due minimi ascendenti.

Vorrei inoltre evidenziare un aspetto riguardante la posizione in cui si generano queste due particolari divergenze: come puoi notare, osservando il grafico da sinistra a destra, il prezzo è in un trend rialzista ben definito e le due divergenze si generano alla fine delle due correzioni, le due pause che i prezzi effettuano all’interno di tutto il trend rialzista. Questo aspetto non è da sottovalutare in quanto, in generale, sono più attendibili divergenze che si generano in direzione del trend in atto e un po’ più pericolose quelle divergenze che si generano contro trend, per cui il mio consiglio è quello di prediligere assolutamente le prime rispetto alle seconde.

Come fare trading con l’oscillatore Williams %R

Vediamo allora come intervenire a livello operativo su questo tipo di divergenza.

Quando si verifica la nostra divergenza ribassista, possiamo ipotizzare di aprire una posizione short al di sotto della candela che ha confermato la divergenza, posizionando uno stop loss sopra il massimo della candela stessa.

Quello di seguito è un esempio di divergenza ribassista che si genera sul massimo assoluto che possiamo notare sul grafico:

Esempio di divergenza ribassista

Come possiamo vedere i prezzi provengono da un sostenuto rialzo durante il quale hanno messo a segno massimi crescenti.

Osservando il grafico da sinistra a destra, possiamo vedere una prima divergenza ribassista che ho evidenziato nella prima parte. In questo caso un pattern bearish engulfing (ti invito a visionare la sezione candlestick nel caso in cui tu non conosca questa figura delle candele giapponesi) ci offre un ottimo spunto di entrata ribassista. Come puoi notare dall’annotazione effettuata sul grafico possiamo entrare al ribasso appena sotto il livello di chiusura della candela di espansione negativa e posizionare uno stop loss subito sopra il massimo precedente, in corrispondenza dell’annotazione effettuata sempre sul grafico. Grazie a questo connubio fra pattern candlestick e divergenza riusciamo ad aprire una posizione short che ci porta ad avere un buon profitto.

Se ora ci spostiamo a destra del grafico, sul massimo assoluto, notiamo che i prezzi aprono addirittura in gap up, ma l’oscillatore non è in grado di andare a violare il massimo realizzato in corrispondenza del massimo di mercato precedente e crea così una divergenza ribassista. Nel momento in cui i prezzi violano il minimo della shooting star (nel caso in cui tu non conosca questa figura puoi ritrovare anche questa nell’apposita sezione dedicata alle figure del candlestick) e l’oscillatore conferma la divergenza creando una sorta di uncino, possiamo aprire una posizione ribassista sul mercato, posizionando uno stop loss al di sopra del massimo della candela. Si potrà poi gestire la posizione secondo la propria metodologia di money management.

Vediamo ora invece come entrare e gestire delle posizioni rialziste, cioè una situazione esattamente speculare a quella evidenziata precedentemente.

Nell’immagine seguente vediamo come, con le nostre divergenze sull’oscillatore W %R, era possibile catturare l’inversione realizzata sui minimi realizzati dai prezzi ed in particolare sugli ultimi due minimi.

oscillatore W %R

Anche in questo caso siamo in presenza di una divergenza che ci permette di intercettare un punto di svolta del mercato. Sul minimo assoluto che possiamo notare sul grafico i prezzi ad un certo punto generano dei minimi discendenti e l’oscillatore, sceso sotto la soglia di -80 genera due minimi ascendenti. In questo caso abbiamo una candela di espansione rialzista che ci fornisce il timing di entrata in posizione che ho evidenziato con un linea parallela e la dicitura buy. Subito dopo l’entrata posizioniamo un stop loss sotto il minimo realizzato dai prezzi e gestiamo la posizione secondo il nostro money management.

Tutti questi esempi sul mercato reale sono la dimostrazione del fatto che la tecnica è applicabile a qualunque strumento indipendentemente dal time frame adottato ecco perché sui grafici non sono stati evidenziati i time frame utilizzati.

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L'autore della guida: Bruno Moltrasio

Avvocato, opera in Borsa dal 1998 come trader privato. Nel 1999 ha frequentato un Master di Analisi Tecnica dei Mercati Finanziari. È stato redattore e coautore di testi tra i quali 'Dal Trading Direzionale allo Spread Trading', nonché il fondatore dell'omonimo sito BrunoMoltrasio.eu, Culturafinanziaria.com, Universitrading.com e, non ultimo, Solospread.com. che tratta in modo specifico lo spread trading. Grazie ai suoi siti Bruno diffonde da anni l’analisi tecnica, quelle che considera le migliori strategie di trading e, soprattutto, quello che ritiene essere il corretto approccio psicologico e comportamentale ai mercati, per essere vincenti nel trading. È relatore in numerosi corsi, rivolti a privati e istituzionali, sull’analisi tecnica e sulle sue strategie di trading.


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