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Trimestrali tech: brilla Microsoft, Facebook rallenta per investire su privacy

Ieri serata di dati, con due big del settore tecnologico a confronto. Precipitano le azioni dell’azienda di Zuckerberg

Insegna Microsoft Fonte: Bloomberg

Risultati contrastanti tra le aziende della Silicon Valley, da dove ieri Facebook e Microsoft hanno rilasciato i conti per il quarto trimestre 2019 (il primo) e il secondo trimestre 2020 (corrispondente all’ultimo dell’anno solare 2019).

Pur avendo entrambe superato le aspettative degli analisti, la grande differenza tra le due compagnie tech è la rapidità del tasso di crescita: mentre il vecchio colosso Microsoft continua a crescere a ritmo più che sostenuto, Facebook ha registrato un forte rallentamento che ha fatto precipitare il titolo di oltre sette punti percentuali.

Facebook: perché questa frenata?

Gli analisti avevano già previsto un ultimo trimestre 2019 abbastanza difficile per Facebook. Il gigante dei social network è comunque riuscito a difendersi bene: l’utile per azione è ammontato a 2,56 dollari (a fronte di una previsione di 2,53 dollari), i ricavi a 21,08 miliardi di dollari (erano previsti a 20,89 miliardi) e 2,5 miliardi di utenti unici attivi al mese (tra tutte le app afferenti a Facebook: ovvero Instagram, Messenger e Whatsapp), ognuno dal valore di 8,52 dollari (previsti 8,38 dollari).

Dati positivi, ma non eccezionali – tutt’altro. Rispetto allo stesso periodo del 2018, i ricavi sono aumentati del 24%: il fatto che sia il quarto trimestre consecutivo in cui Facebook riporta una crescita inferiore al 30% basta a rendere il dato negativo per il mercato. I profitti invece sono ammontati a 7,3 miliardi, “solo” il 7% in più rispetto al 2018 (quando la crescita era stata del 61%)

A pesare sul trimestre e, più in generale, sull’intero anno finanziario dell’azienda di Menlo Park, sono state soprattutto le spese per i lavori di allineamento della gestione dei dati personali degli utenti alle normative della privacy a cui Facebook è sottoposto. Il margine operativo è ammontato al 34%, con le spese in aumento a 12,2 miliardi (che, durante l’anno, diventano 46 miliardi di dollari). La maggior parte sono destinate all’organico, dopo l’implementazione di nuovi settori per la privacy.

Interessante anche il nuovo parametro per riportare il giro d’affari. Nel documento infatti si fa riferimento a “ricavi medi di famiglia per persona”, dove con “famiglia” si intende l’insieme delle app gestite dall’azienda: Facebook, ma anche Instagram, Whatsapp e Messenger. Per la prima volta, i dati giornalieri e mensili sono stati aggregati: un segno della transizione dell’azienda verso un business più variegato rispetto alla piattaforma social da cui era nato.

Come è andata Microsoft?

Tutt’altro discorso per Microsoft, che nel suo secondo trimestre 2020 (l’ultimo trimestre dell’anno solare 2019) ha riportato un utile per azione pari a 1,51 dollari, ricavi per 36,9 miliardi di dollari e utile netto di 11,6 miliardi. Risultati ben oltre le aspettative, che segnano un aumento del 14% sui ricavi e del 38% sui profitti.

Tra i vari comparti dell’azienda, quello che ha riportato i risultati migliori è sicuramente Azure, il servizio Cloud di Microsoft che, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ha registrato una crescita del 62%. I servizi offerti dal pacchetto Office 365 aumentano invece del 27%, con gli utenti che utilizzano i servizi saliti del 19% (37,2 milioni), mentre LinkedIn (acquistato da Microsoft nel 2016) ha registrato una crescita del 24%. Quanto al sistema operativo Windows, si osservano soprattutto gli effetti del declino fisiologico di Windows 7, all’interno del processo di transizione verso la versione 10.

Dal 14 gennaio infatti Microsoft ha cessato di supportare Windows 7, rendendo quindi necessario per circa il 25% dei Pc su cui gira Windows passare alla versione più aggiornata. La fine del supporto implica infatti che l’azienda non fornirà più assistenza nel caso di virus o gravi falle nel sistema. D’altra parte, la palla potrebbe passare alle suite antivirus, la maggior parte delle quali ha accettato di proteggere i sistemi Windows 7 per altri due anni.

Come stanno andando i titoli in Borsa?

Entrambe le aziende hanno pubblicato i dati ieri sera, a mercati chiusi. Eppure la scarsa performance di Facebookha subito dispiegato i propri effetti, facendo precipitare il titolo di oltre il 6%, scendendo a 209,06 dollari per azione. Al contrario, Microsoft osserva un balzo del 2,33%, a 171,96 dollari.

Queste informazioni sono state preparate da IG Markets Limited e IG Europe GmbH (di seguito "IG"). Oltre alla liberatoria riportata di seguito, il materiale presente in questa pagina non contiene uno storico dei nostri prezzi di trading, né alcuna offerta o incentivo a operare nell’ambito di qualsiasi strumento finanziario. IG declina ogni responsabilità per l’uso che potrà essere fatto di tali commenti e per le conseguenze che ne potrebbero derivare. Non forniamo nessuna dichiarazione o garanzia in merito all’accuratezza o la completezza delle presenti informazioni, di conseguenza, chiunque agisca in base ad esse, lo fa interamente a proprio rischio e pericolo. Eventuali ricerche fornite non intendono rispondere alle esigenze o agli obiettivi di investimento di un soggetto in particolare e non sono state condotte in base ai requisiti legali previsti per una ricerca finanziaria indipendente e, pertanto, devono essere considerate come una comunicazione di ambito marketing. Anche se non siamo sottoposti ad alcuna limitazione specifica rispetto alla negoziazione sulla base delle nostre stesse raccomandazioni, non cerchiamo di trarne vantaggio prima che queste vengano fornite ai nostri clienti. Vi invitiamo a prendere visione della liberatoria completa sulle nostre ricerche non indipendenti e del riassunto trimestrale.

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