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Torna l’incubo del coronavirus sulle Borse asiatiche, cambio USD/JPY a 107,3

Dopo 50 giorni Covid-free, in Cina scoppia un potenziale nuovo focolaio. A farne le spese anche gli azionari di Tokyo e Hong Kong, mentre resta stabile lo yen

Bandiere Cina Giappone Fonte: Bloomberg

Cosa sta succedendo in Cina?

Tornano a salire i casi di Covid-19. Il timore, un volta tornati alla normalità, era proprio l’esplosione di un nuovo focolaio ed è esattamente quello che si sta cercando di evitare in Cina, dove nelle ultime ore migliaia di persone sono state rintracciate dopo la registrazione di 36 nuovi casi, tutti collegati al mercato agricolo all’ingrosso di Xinfadi, a Pechino.

"Il nuovo focolaio potrebbe smorzare la propensione al rischio a breve termine, pesando sulle industrie cicliche che dipendono fortemente dal riavvio del lavoro e della produzione, sebbene l'impatto sull'economia cinese sarà limitato data l'efficacia delle misure adottate da Pechino", ha scritto in una nota Li Lifeng, analista di Zheshang Securities.

Mentre la Repubblica popolare cinese festeggiava il 67simo compleanno del presidente Xi Jinping, Shanghai subiva leggeri ribassi, compensati tuttavia dal dato sulla produzione industriale di maggio, aumentata del 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2019 – un segno di speranza, dunque, che l’economia cinese fosse sulla strada della risalita.

L’indice di Shanghai ha chiuso stamattina in ribasso dell’1,03%, ma l’andamento discendente era già iniziato la settimana scorsa quando, dopo un massimo di 2.956,11 punti, martedì, è tornata a scendere fino ai 2.980 di oggi.

Secondo i dati ufficiali rilasciati da Pechino, in Cina non si contavano casi di Covid-19 da almeno 50 giorni. Solo lo scorso sabato ne sono stati segnalati 36, che si aggiungono a quello registrato giovedì e ai sei di venerdì: i primi, dopo quasi due mesi, tutti collegati con il marcato all’ingrosso di carni e prodotto agricoli. Mentre il direttore del mercato è stato costretto a rassegnare le dimissioni, insieme ad altri funzionari locali, le autorità cinesi stanno cercando di rintracciare le persone entrate a contatto con il nuovo focolaio, mentre 11 distretti attigui al mercato sono stati chiusi lunedì.

La reazione del Giappone

Il timore di una recrudescenza del virus minaccia anche i listini giapponesi. Stamattina sulla Borsa di Tokyo il Nikkei ha chiuso in calo del 3,47%, tornando a 21.530,95 punti, il livello più basso dal 27 marzo. Tra i settori più colpiti c’è quello delle linee aeree, che hanno perso il 4,96%.

Giù anche il più ampio indice Topix, che perde il 2,54% e torna a 1.537 punti.

Cosa ne è stato delle proteste a Hong Kong?

Proprio un anno fa, nel giugno del 2019, il governo cinese varava la “legge sulle estradizioni” (in realtà un si limitava a un emendamento che, però, avrebbe permesso a Pechino di processare in territorio cinese i responsabili di gravi crimini commessi nel territorio dell’ex colonia britannica): da allora, l’unico motivo per cui i manifestanti hanno dato tregua alle forze dell’ordine è stata la pandemia di coronavirus.

Nel momento in cui la situazione è sembrata poter tornare a permetterlo, i cittadini della città autonoma sono tornati a riempire le strade (a distanza di sicurezza), prestando il fianco alle minacce da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il quale ha minacciato di ritirare la special relationship che lega Usa e Hong Kong nel caso la Cina non fosse riuscita a trovare la quadra.

La questione, risalente almeno a tre settimane fa, si è rivelata un fuoco di paglia. Eppure era da allora che l’Hang Seng non scendeva a quota 23.776,95 punti, mentre oggi i timori di una nuova ondata di Covid-19 e conseguente, nuovo lockdown, hanno fatto perdere alla Borsa di Hong Kong il 2,16%.

Come ha reagito il Forex?

Sul fronte valutario, nelle ultime ore della sessione asiatica si sono concentrati gli acquisti sullo yen, verso cui gli operatori sono tornati in quanto valuta rifugio; il cambio USD/JPY (大口)è tornato ai livelli della viglia verso metà mattinata e al momento viaggia a quota 107,362, ma si attendono forti movimenti domani, quando la Bank of Japan annuncerà le nuove decisioni di politica monetaria.

Nello stesso momento si indeboliva lo yuan, con il cambio USD/CNH che in mattinata è salito di circa lo 0,23%, salvo poi tornare gradualmente a quota 7,0842.

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