Previsioni Trimestrali Chevron: attese positive nonostante calo prezzi materie prime energetiche

I risultati

Venerdì 27 gennaio nel premarket Chevron rilascerà i suoi dati trimestrali relativi al periodo ottobre-dicembre 2022. Il consensus si attende ricavi a $53 miliardi mentre gli utili per azione dovrebbero toccare i $4,16.

Il mercato è ottimista riguardo al gigante del settore petrolifero e gasifero nonostante il sostanziale calo delle quotazioni delle materie prime energetiche negli ultimi mesi. Gli operatori credono che la diversificazione di Chevron tra upstream e downstream le consenta di schermare questi effetti negativi sul bilancio.

Tuttavia, le attese positive saranno confermate anche dall’annuncio della compagnia petrolifera (prima della pubblicazione dei dati) riguardo all’aumento del dividendo trimestrale, una prassi che continua ininterrotta da 37 anni e che ha portato questo a toccare un rendimento del 3,14% e un pagamento trimestrale di $1,42.

Chevron ha intenzione di ridurre i costi operativi in modo sostanzioso così da migliorare la marginalità che nello scorso trimestre ha toccato il 26,8% (margine EBITDA). Nonostante ciò, la spesa per le esplorazioni e per il capitale fisso dovrebbe aggirarsi intorno ai $15-$17 miliardi all’anno fino al 2025.

La società di San Ramon intende anche aumentare la sua capacità di estrazione, soprattutto nel Bacino Permiano, di circa 4 milioni di barili al giorno fino al 2031. Non ultimo, Chevron ha precedentemente sottolineato che è in grado di sostenere la sua produzione, senza bruciare denaro, anche con le quotazioni del greggio a $50 - cosa che rende meno nervosi gli investitori.

Tuttavia, l’azienda continua ad allargare i suoi orizzonti investendo anche nelle energie rinnovabili soprattutto nei carburanti sintetici e nei biocombustibili. Su questa linea di diversificazione dal core business, vi è anche l’enorme sforzo compiuto in questi anni che l’ha portata a diventare uno dei maggiori attori nel comparto del gas naturale liquefatto (GNL) - scelta quest’ultima che alla luce degli eventi recenti si è rivelata vincente.

Infatti, ora che l’Europa non è più dipendente dalle forniture russe, le società di molti paesi esportatori di gas, tra cui gli Stati Uniti sono uno dei maggiori produttori al mondo, hanno beneficiato dal cambio di paradigma avvenuto nello scenario energetico europeo.

Le previsioni

Dal punto di vista fondamentale rimaniamo ottimisti sulle performance della società petrolifera che sarà in grado di distinguersi nel suo settore grazie ad un ottima strategia aziendale, ai margini sopra la media e ad un dividendo costante e in crescita.

Sul piano tecnico, le quotazioni hanno vissuto una forte ripresa fino a $180,23 iniziata dopo il ribasso che ha toccato il bottom di metà dicembre a $167,10. La fase rialzista potrebbe dunque continuare una volta confermato il break-out oltre la soglia di $182,55, massimo del 23 gennaio, eventualità questa che potrebbe riportare il titolo fino al picco dello scorso 1° dicembre a $184,55.

Nel caso contrario, un evidente segnale ribassista sarà delineato dal cedimento del bottom del 20 gennaio a $177,52.

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