NASDAQ ancora in rialzo, forti acquisti sui tecnologici

I motivi del rialzo

Questa mattina l’indice US Tech 100 future evidenzia un rialzo dello 0,9% a 11.700 punti. Il trend rialzista segue il rally della giornata di ieri dove il paniere dei titoli tecnologici ha chiuso con una performance record del +7,35%, la migliore seduta da inizio 2020.

Dietro l’euforia del mercato vi è soprattutto il dato sull’inflazione statunitense - pubblicato ieri - che ha registrato un deciso rallentamento al +7,7% a/a, ai minimi da gennaio, rispetto al valore di settembre che era fermo al +8,2% a/a.

L’indice dei prezzi al consumo è sceso molto più delle attese del consensus che si aspettavano una crescita del +8% a/a nel mese di ottobre. Infatti, le pressioni inflazionistiche in calo suggeriscono un futuro rallentamento della politica monetaria restrittiva della Federal Reserve con un rialzo dei tassi nella riunione di dicembre che è stimato a 50 punti base.

La pioggia di acquisti è stata quindi una pronta reazione degli investitori, in corsa tra loro per accaparrarsi le azioni di molte società (specialmente quelle tecnologiche) a prezzi pressoché scontati. Infatti, nonostante il forte rimbalzo di ieri, lo US Tech 100 rimane in ribasso di quasi il 30% da inizio anno.

Oggi l’euforia degli investitori non sembra però essersi arrestata, spinta soprattutto dalla parziale revisione delle restrizioni legate al Covid in Cina. Il paese ha infatti deciso di ridurre la quarantena da 7 giorni a 5 per chi ha avuto contatti stretti con contagiati o per chi viaggia.

Inoltre, le autorità di Pechino hanno anche notificato che interromperanno il piano di contenimento dei contatti “secondari” che allargava il numero delle persone costrette a rimanere in quarantena.

Nonostante ciò, il virus si sta espandendo velocemente nel paese con circa 10.535 casi confermati nella giornata di ieri, il massimo dal 29 aprile scorso quando la Cina era nel bel mezzo di un pesante lockdown che frenò molto la sua crescita economica.

Le previsioni

Sicuramente il dato di ieri sull’inflazione statunitense ha segnato l’inizio di un probabile periodo di raffreddamento dei timori del consensus per quanto riguarda l’andamento dei mercati azionari.

Infatti, le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti hanno ormai superato il picco e - grazie agli interventi della Fed - si stanno ormai dirigendo verso un prolungato trend discendente. Nonostante ciò, l’indice dei prezzi al consumo rimane ancora molto al di sopra del target ottimale fissato dalla banca centrale (+2% a/a).

Di conseguenza, crediamo che il ribasso dei mercati azionari potrebbe non essere finito anche se crediamo che a queste valutazioni molti titoli restino particolarmente attraenti e potrebbero portare grossi rendimenti nel medio-lungo periodo.

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