Inflazione UK rallenta più delle attese al +10,1%
Le pressioni inflazionistiche nel Regno Unito hanno sorpreso il mercato con un rallentamento maggiore delle aspettative.
I risultati
A gennaio l’inflazione nel Regno Unito è rallentata al +10,1% su base annuale e più delle previsioni degli economisti che si aspettavano un dato al +10,3% a/a. Il valore del CPI (Consumer Price Index) a dicembre era stato del +10,5% a/a.
Su base mensile l’indice dei prezzi al consumo è sceso del -0,6%, un ribasso maggiore delle attese ferme al -0,4%. A dicembre l’inflazione era aumentata mese su mese del +0,4%.
Anche l’indice core ha sorpreso in positivo calando al +5,8% a/a e superando le aspettative del consensus che si aspettavano un ribasso al +6,2% a/a rispetto al +6,3% a/a di dicembre.
A contribuire al dato sull’inflazione è stato anche il rallentamento dei prezzi dei servizi che è stato pari al +6% a/a nel mese di gennaio rispetto al +6,8% a/a di dicembre.
L’indice dei prezzi al consumo ha mostrato dunque un deciso allentamento come anticipato anche dalla Bank of England che aveva segnalato un sostanziale calo delle pressioni inflazionistiche. Questo potrebbe dunque segnalare che la BoE non è molto lontana dal raggiungimento del livello terminale sui tassi di interesse che lo scorso 1° febbraio ha aumentato di 50 punti base al 4%.
Nonostante ciò, il dato di oggi dell’inflazione segnala anche una maggiore debolezza dell’economia britannica che rimane particolarmente sensibile anche a causa degli effetti della Brexit sulle piccole e medie imprese domestiche.
Gli effetti sui mercati
Al momento della pubblicazione del dato sul CPI, l’indice FTSE 100 di Londra sale di circa 10 punti fino a 7.963 per poi stabilizzarsi nel corso della mattinata in area 7.960.
Sul mercato Forex, il cambio GBP/USD scende di 50 pips per poi toccare un minimo intraday di 1,2071. Successivamente il cable recupera e si stabilizza in zona 1,21.
Le previsioni
Il dato di oggi sull’indice dei prezzi al consumo nel Regno Unito incoraggia gli investitori riguardo ad un atteggiamento futuro più cauto da parte della Bank of England. La banca centrale potrebbe dunque essere vicina al raggiungimento del target terminale sui tassi in modo da frenare l’inflazione ma non appesantire troppo i fondamentali macroeconomici che sono già deteriorati.
D’altra parte, il calo dell’inflazione è il risultato della forte frenata dell’economia britannica negli ultimi mesi che rimane particolarmente vulnerabile ad un rischio di recessione nella prima parte del 2023.
In conclusione, le pressioni inflazionistiche sono previste ancora in calo nei prossimi mesi anche se il ribasso potrebbe delineare una debolezza intrinseca dell’attività economica del Regno Unito con la possibilità di un aumento sostanziale della disoccupazione.
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