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Inflazione in Europa in calo, BCE più vicina a una pausa sui tassi

Non ci sono sorprese sulle pressioni inflazionistiche. I dati finali di settembre confermano le stime preliminari. BCE pronta per una pausa nel ciclo di rialzi.

BCE Fonte: Bloomberg

Il tasso di inflazione (HICP Harmonised Index of Consumer Prices) dell’area euro, nel mese di settembre, è stato pari al 4,3% su base annuale, in calo rispetto al 5,2% di agosto, in linea con le stime preliminari pubblicate qualche settimana fa. A settembre 2022 l’inflazione era al 9,9% a/a.

L’inflazione annuale dell’Unione Europea è stata del 4,9% a settembre 2023, in calo rispetto al 5,9% di agosto. Un anno fa, il tasso era del 10,9% a/a.

I tassi annuali più bassi in Eurozona sono stati registrati nei Paesi Bassi (-0,3%), Belgio (0,7%) e Grecia (2,4%). La ragione di numeri così bassi è legata al forte calo dei prezzi degli energetici rispetto a un anno fa.

I tassi annuali più elevati sono, invece, stati registrati in Slovacchia (9,0%), Croazia (7,4%) e Slovenia (7,1%).

Le quattro grandi economie dell’Eurozona hanno evidenziato i seguenti dati. La Germania ha mostrato un tasso di inflazione al 4,3% (ben inferiore al 6,4% del mese precedente), la Francia al 5,7% (stabile rispetto al mese precedente), l’Italia al 5,6% (in leggera crescita rispetto al 5,5% di agosto), la Spagna al 3,3% (ben superiore rispetto al 2,4% di agosto).

I dati su inflazione possono influenzare le scelte della BCE?

Le pressioni inflazionistiche in calo a settembre confermano le nostre aspettative su una prossima pausa nel ciclo di rialzi da parte della Banca Centrale Europea. I deboli dati sul PIL delle economie della Zona Euro, il forte rialzo dei rendimenti dei titoli governativi e le pressioni inflazionistiche in calo sono dei fattori che servono su un piatto d’argento tutte le argomentazioni necessarie ai banchieri “dovish” per convincere anche i membri più falchi dell’istituto di Francoforte a fermare il processo di rialzi del costo del denaro in Europa. Crediamo che sia una pausa giustificata dall’andamento dei fondamentali dopo nove aumenti consecutivi dei tassi (4 di 25 bps, 3 di 50 bps e 2 di 75 bps)

Nel prossimo meeting della BCE ad Atene (rispetto alla tradizionale Francoforte) il Consiglio Direttivo dovrebbe decidere di mantenere i 3 tassi di interesse chiave invariati sui livelli correnti: il tasso sui depositi al 4%, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale al 4,50% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,75%.

Crediamo che la pausa sarà comunque “hawkish” ovvero mantenendo aperto uno spiraglio per un prossimo rialzo nella riuninoe di dicembre quando lo staff di esperti della BCE pubblicherà le stime sulel variabili macroeconomiche (PIL, inflazione, disoccupazione).

Reazione dei mercati

Il cambio eurodollaro è sceso di 20 pips da 1,0585 a 1,0565. Gli indici azionari europei sono in leggero calo.

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