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Ftse Mib, apertura in calo: i rendimenti USA spaventano i listini globali

Azionari europei in calo, pesano i timori per l’inflazione USA che hanno scatenato una raffica di vendite sui titoli di stato. T-Bond a +1,6% in nottata, apertura in calo per il Ftse Mib, si salvano le utilities

Badiera USA e sguardo operatore di Borsa Fonte: Bloomberg
  • Alle 10:24 il Ftse Mib perde lo 0,39%, il Cac40 lo 0,39%, il Dax lo 0,17%
  • Bene le utilities, Enel +1,35%. Allunga i cali Saipem, -2,3% dopo i cattivi dati trimestrali
  • EUR/USD in calo ma sempre su quota 1,21, dollaro in rialzo sulla scia del rimbalzo dei rendimenti Usa

Apertura in calo per il Ftse Mib, che in apertura perde quasi l’1,2% e torna di nuovo al di sotto della soglia dei 23.000 punti, sulla falsariga di quanto sta accadendo anche al resto degli indici di Borsa globali.

Dopo il tonfo dei mercati asiatici, infatti, l’ultima seduta della settimana si apre in rosso anche per i listini del Vecchio Continente sulla scia del picco raggiunto in nottata dai rendimenti sui Treasuries decennali Usa, che hanno raggiunto quota 1,6% - salvo poi ritracciare, nelle ultime ore, restando comunque sui record annuali, a +1,49%.

È così che se in Asia il Nikkei perde il 3,99%, il Topix il 2,99% e anche le Borse cinesi chiudono con ribassi di oltre due punti percentuali, anche in Europa a neanche mezz’ora dall’apertura il Cac40 perde lo 0,88%, il Dax lo 0,63%, il Ftse 100 lo 0,48%.

Ftse Mib in calo, spread in rialzo

Alle 9:28 l’indice Mib di Milano viaggia in calo dello 0,8%. A spingere i ribassi Atlantia, nel giorno in cui il cda della holding dei Benetton si riunisce per valutare l’offerta presentata a metà settimana da Cassa Depositi e Prestiti per rilevare la sua quota di Autostrade per l’Italia. Cdp ha offerto 9 miliardi di euro per l’intera Aspi, che diventano 8 considerando solo la quota in capo ad Atlantia (poco più dell’88%). A ciò si aggiunge la richiesta di garantire eventuali danni indiretti derivanti dal crollo del ponte Morandi fino a un importo intorno ai 700 milioni di euro ma anche, secondo indiscrezioni stampa di Repubblica, fino a 1,5 miliardi di possibili indennizzi per rischi legali anche slegati dalla vicenda del ponte di Genova. Al momento le azioni Atlantia viaggiano in calo del 2,14%.

In calo anche Saipem, che continua sui cali della vigilia e perde il 2,09% sulla scia dei cattivi dati trimestrali pubblicati ieri. Giù anche parte degli industriali, con Buzzi che scivola dell’1,78% e Stmicroelectronics in calo del 2,13%.

Sul fronte dei rialzi, che comunque non bastano per riportare il Ftse Mib al di sopra della parità, brillano le azioni Ferrari, che avanzano di un punto percentuale. Bene anche il settore utilities, con Enel a +0,65% dopo l’annuncio della joint venture con la società indiana Sterling and Wilson per entrare nel mercato indiano della mobilità elettrica, e Terna a +0,31%. Timidi rialzi anche sul titolo Cnh, +0,16%.

Sul fronte bancario risalta lo scivolone inziale di MPS, finita in asta di volatilità con un calo del 6,6%, ma poi riduce la contrazione a -1,4%. La banca senese ieri sera ha annunciato di essere al lavoro per ridurre i rischi legali e che ritiene di poter completare il percorso di rafforzamento patrimoniale nonostante le "incertezze rilevanti" legate al fatto che la Ue dovrebbe valutare l'intervento dello Stato sulla base della viability stand alone. Giù anche Unicredit, intorno a -1,5% e Intesa Sanpaolo, a -1%.

Le pressioni sui rendimenti a livello globale si ripercuotono anche sullo spread tra Btp e Bund tedeschi, che nelle ultime ore è aumentato tornando sopra la quota 100 – a un’ora dall’avvio di sessione viaggia a 105 punti, in rialzo di quasi il 3%.

Le notizie dal resto dei mercati finanziari

  • Usa – Non sono bastati i buoni dati macro di ieri sul pil preliminare e sulla disoccupazione, né le parole rassicuranti del presidente della Fed Jerome Powell pronunciate in settimana davanti al Congresso Usa per allentare la pressione sui titoli di stato. Lo yield sui Treasuries decennali in nottata è arrivato a toccare quota 1,6%, sulla scia della preoccupazione con cui gli investitori guardano alla ripresa economica Usa, che si prospetta ormai lanciata (complice anche la serrata campagna di vaccinazione) e i rischi che essa pone per l’inflazione – con conseguenti timori per un probabile aumento dei tassi di interesse da parte della banca centrale, nonostante lo stesso Powell abbia garantito che, almeno nel breve-medio termine, la Fed continuerà con la sua politica monetaria accomodante. Segnali di speranza dai futures su Wall Street, che in mattinata cambiano direzione e preannunciano un’apertura in rialzo.
  • Forex – Gli effetti del mercato obbligazionario si ripercuotono anche su quello valutario. Il clima di alti rendimenti porta rialzi sul dollaro, con gli investitori internazionali che si spostano sulla valuta rifugio, mentre scendono le divise a rischio più elevato. Così, mentre il Dollar Index recupera quota 90 (al momento viaggia a 90,40), il cambio GBP/USD perde quota e torna a sotto 1,40 (1,3932) mentre l’EUR/USD si indebolisce e scende a 1,2141. Stabile l’USD/JPY (大口) a 106,147.
  • Materie prime – ribassi sul prezzo del petrolio, con il Wti in calo dell’1,13% a 62,81 dollari mentre anche il Brent perde oltre un punto percentuale e scende a 66,16 dollari al barile. Il rialzo del dollaro si traduce inoltre in una leggera pressione sul prezzo dell’oro, che scende a quota 1.767,13 dollari l’oncia.

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