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Brexit, Londra non invia commissario e Bruxelles apre procedura d’infrazione. Stabile la sterlina

I rapporti con l’Ue si fanno di nuovo tesi dopo che, di fatto, l’Uk minaccia di non far partire la nuova Commissione. Intanto l’inflazione Ue resta stabile, mentre quella britannica lentamente scende

cartello Brexit Fonte: Bloomberg

Da quando il governo britannico ha disposto nuove elezioni, i rapporti tra Regno Unito e Unione Europea erano tornati alla calma piatta: nulla si è mosso, in attesa di una maggioranza a Westminster abbastanza stabile da poter tornare a negoziare. Almeno fino ad oggi.

Perché Londra non ha nominato un commissario?

Sembra infatti che Londra non abbia ancora presentato a Bruxelles un nominativo per il rappresentante da proporre per la nuova Commissione Europea a guida Ursula von der Leyen, sollevando non poche rimostranze. L’esecutivo europeo, già in ritardo sulla tabella di marcia (avrebbe dovuto insediarsi il primo novembre), ha chiesto al Regno Unito di provvedere entro il 22 novembre – altrimenti procederà con l’apertura di una procedura di infrazione.

Sembra tuttavia che l’ambasciatore britannico in Ue abbia comunicato l’impossibilità per Londra di fornire un nome, a causa di regole pre-elettorali. D’altro canto, seppur in procinto di abbandonarla, il Regno Unito fa ancora parte dell’Unione Europea e, dunque, è obbligata dai Trattati a nominare un proprio rappresentante. Qualora ciò non dovesse accadere, quello che von der Leyen teme è un cavillo burocratico che potrebbe mandare a monte l’intera Commissione.

La risposta di Palazzo Belayrmont è stata dunque molto ferma: regole interne non possono scavalcare regole comunitarie.

Johnson sta nascondendo qualcosa?

Se non fosse che neanche in casa il governo Johnson se la sta passando troppo bene. All’inizio del mese alcuni legali hanno avanzato accuse nei confronti del premier, che starebbe intenzionalmente ritardando la pubblicazione di un report decondo cui vi sarebbero state influenze russe nella politica britannica. Il report, redatto dal Comitato per l’Intelligence e la Sicurezza britannico, era stato completato a marzo, girato a Johnson il 17 ottobre e dovrebbe essere presentato al parlamento quando questo è ancora operativo. Aspettare dunque oltre il 12, quando le Camere verranno sciolte, significherebbe ritardare la trasmissione del report anche di mesi (nel 2017 ci vollero circa sei mesi prima che il nuovo Parlamento si insediasse).

Emily Thornberry, ministro degli Esteri del governo ombra, ha accusato Johnson di voler seppellire ogni prova del rapporto che potrebbe esserci anche tra Russia e Brexit.

Gli svantaggi della Brexit sono sempre più palesi

Mentre all’interno dei palazzi del potere i leader prendono tempo, le prime conseguenze del processo di Brexit iniziano a farsi sentire. È il caso della decisione di Elon Musk, Ceo della casa automobilistica Tesla, che ha deciso di aprire il primo mega-impianto di produzione delle auto elettriche in Europa, più precisamente nei dintorni di Berlino. Avrebbe potuto essere Londra: invece lo stesso Musk ha dichiarato che aprire un nuovo polo nel Regno Unito sarebbe troppo rischioso, proprio a causa dell’incertezza sulla Brexit e delle conseguenze che potrebbero derivarne.

Come procede l’economia britannica?

Intanto l’economia britannica deve fronteggiare un’inflazione leggermente più alta rispetto all’Eurozona, ma comunque in flessione: il dato annuale si conferma a 1,5%, in ribasso rispetto alle aspettative dell’1,6% e a fronte di un dato precedente di 1,7%. In flessione anche il dato mese su mese: -0,2%, mentre gli analisti si aspettavano almeno il -0,1%.

Come ha reagito la sterlina?

Nel frattempo la sterlina resta stabile, dopo una settimana in legger rialzo dopo la notizia che Johnson potrebbe effettivamente assicurarsi una maggioranza alle elezioni del 12 dicembre. L’andamento della valuta britannica in queste settimane oscilla infatti in base alle previsioni di voto: più sono basse le probabilità di una vittoria dei laburisti, più si rafforza.

Il cambio GBP/USD si assesta oggi a 1,29, mentre la coppia valutaria EUR/GBP scende a 0,85.

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