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Uber Ipo, al via il roadshow. Possibile data di lancio al NYSE: 9 maggio

Londra, parte il roadshow. Obiettivo di valutazione tra gli 80,5 e i 91,5 miliardi di dollari (sotto i 120 miliardi stimati). Possibile data di lancio giovedì 9 maggio. Nuove idee di business oltre a ride sharing e food delivery.

Uber Fonte: Bloomberg

Uber si incammina sulla via dell’IPO, aprendo le porte ai money managers londinesi. Lo fa in sordina, ufficializzando data e luogo del roadshow solo qualche ora prima dell’inizio dei lavori. Obiettivo: evitare l’eccessiva copertura mediatica che ha caratterizzato l’offerta pubblica iniziale della rivale Lyft, caricatasi di aspettative nella fase preliminare e capitolata poco dopo la quotazione.

Ad Uber: persuadere gli investitori sul business

Per i prossimi giorni, il compito dell’Amministratore delegato, Dara Khosrowshahi, sarà persuadere i gestori inglesi circa il fatto che la perdita di bilancio della società si inquadra all’interno di un progetto di crescita di più lungo termine e che ciò giustificare una valutazione fino a $91,5 miliardi. L’azienda pianifica di espandere la propria attività di consegna del cibo, avventurandosi in nuove aree di business, tra cui quella dello shopping online.

A parlare dei futuri progetti di Uber è stato oggi Khosrowshahi, assieme col Chief Financial Officer, Nelson Chai, nella sala del ricevimento del lussuoso hotel Claridge's, di fronte a 100 investitori. Una presentazione di 10 minuti appena, fanno sapere fonti interne, seguita da 50 minuti di domande e risposte.

Uber: punti caldi e problematiche

Tra i punti caldi, oltre al rosso di bilancio, le spiacevoli vicende che hanno travolto la società nell’ultimo anno e mezzo. Tra questi si annoverano l’hashtag #DeleteUber (diffuso dopo che l’azienda si è rifiutata di partecipare allo sciopero dei tassisti americani successivo al bando sull’immigrazione del Presidente Donald Trump), le accuse dell’ex dipendente Susan Fowler (che ha definito l’azienda discriminante e sessista), le dimissioni del fondatore Travis Kalanick e di altri manager, l’ammissione da parte di Uber di aver sottopagato gli autisti di New York (maggio 2018), il mancato rinnovo della licenza ad operare a Londra (per mancanza di responsabilità aziendale) e le accuse di furto di dati.

Uber: dal ride sharing al business modello Amazon

Giunti a questo punto, l’obiettivo di Uber sarà dimostrare di avere le capacità per passare dalla semplice offerta di servizi di guida alla gestione di una vera e propria piattaforma polifunzionale, che vanno dalla consegna di generi alimentari, all'organizzazione del trasporto merci, fino ad arrivare, in futuro, a penetrare il business dello shopping online. Chiara la vicinanza del modello di business anticipato dall'Ad con quello di Amazon.

Uber Ipo: stime di valutazione

Uber punta ad una valutazione compresa tra gli 80,5 miliardi e 91,5 miliardi di dollari, meno dei 120 miliardi stimati dalle banche d’investimento a stelle e strisce l'anno scorso. La revisione del target segue la recente storia della rivale più piccola Lyft che, approdata sul mercato ad un prezzo superiore alla propria forchetta iniziale di prezzo (da $62-68 a $72), ha perso nell’arco di poche sedute circa il 20% della propria capitalizzazione.

Contestualmente, l’azienda del ride sharing ha dichiarato di aver subito una perdita di circa $1 miliardo nonostante vendite pari a $3 miliardi nel primo trimestre del 2019. Se è vero che il business della “condivisione” dovrà trovare vie sempre più nuove per espandersi, altrettanto vero è che le aziende attive in tale settore dovranno affrontare ostacoli sempre più grandi, tra cui la maggiore regolamentazione di mercato ed il vincolo dei salari minimi locali, ostacoli alla redditività.

Uber: ipotesi di approdo al NYSE il 9 maggio

Le difficoltà all’orizzonte e le complicazioni di settore hanno portato alcuni investitori a paragonare l’attività di Uber non a quella delle aziende tecnologiche, ma a quella delle compagnie aeree: piena di insidie, con barriere all’ingresso (che ostacolano l’afflusso di nuovo capitale) e caratterizzata da scarsa redditività.

Secondo quanto riportato da Reuters, Uber dovrebbe sbarcare in Borsa il prossimo 9 maggio. Se confermata, l’IPO del ride sharing (da 10 miliardi di dollari in azioni) dovrebbe rientrare tra le più grandi IPO tecnologiche della storia, dopo quella del gigante dell'e-commerce cinese Alibaba, approdato sul New York Stock Exchange nel settembre 2014 e andata pubblica con 21,8 miliardi di dollari (quota salita poi a $24 miliardi dopo l’esercizio di alcune opzioni di vendita).

L’offerta pubblica iniziale di Uber è guidata da Morgan Stanley, Goldman Sachs & Co e Bank Of America Merrill Lynch.

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