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Azioni Eni in calo a una settimana dalla trimestrale: 3 fattori da tenere d’occhio

In arrivo i conti del 2020. Le stime di Credit Suisse sono più ottimistiche per gli ultimi tre mesi dell’anno, ma si prevede comunque un rosso da 758 milioni di euro

Grafico Fonte: Bloomberg

Archiviata la fase dei conti trimestrali nel settore bancario, nei prossimi giorni prosegue la pubblicazione dei risultati delle grandi aziende quotate sul Ftse Mib: prima tra le big del settore petrolifero è Eni, in procinto di annunciare i risultati del quarto trimestre e dell’intero 2020 il prossimo 18 febbraio – Tenaris e Saipem seguiranno la settimana successiva.

Eni, le previsioni si legano al prezzo del greggio

La crisi provocata dalla pandemia di covid-19, cui si aggiunge anche quella del settore petrolifero (diretta conseguenza della prima) peseranno ancora sui conti di Eni.

Nonostante le ultime previsioni internazionali (stime dell’Eia, Energy Information Administration) sul futuro del prezzo del petrolio siano particolarmente ottimistiche, si tratta comunque di effetti che le aziende petrolifere sconteranno nel lungo termine – per lo più nel corso del 2021.

Quanto al 2020, il Cane a sei zampe si prepara a chiudere l’anno in rosso. La stessa società indica per il quarto trimestre dell’anno un utile operativo adjusted in calo di circa 450 milioni di euro, mentre l’utile netto adjusted è visto in ribasso di circa 40 milioni di euro.

Già al momento della pubblicazione dei risultati del quarto trimestre Eni aveva sottolineato l’elevata volatilità del prezzo del petrolio e i possibili rischi di downside. La costante necessità di rimodulare le previsioni future all’andamento del prezzo del petrolio avevano portato Eni a rivedere “i piani industriali e i programmi operativi per adattare il business alla forte discontinuità in atto, mettendo in campo un insieme di azioni e di iniziative finalizzate a rafforzare la liquidità e la struttura patrimoniale, difendere la redditività e aumentare la resilienza allo scenario”.

Ancora a ottobre, Eni prendeva in considerazione un prezzo del Brent medio al 2023 intorno ai 60 dollari al barile, in calo rispetto ai 70 dollari precedenti. Quanto al dividendo, l’azienda petrolifera stimava una cedola annua composta da un valore base fissato ora a €0,36 per azione, commisurato ad una media annua del Brent pari ad almeno 45 $/barile, ed una componente variabile crescente al crescere del prezzo Brent fino a 60 dollari al barile, oltre il quale sarà riattivato il piano di buy-back.

Trimestrale Eni: cosa prevedono gli analisti?

“Ci aspettiamo che a valere sul bilancio 2020 il limite minimo dei dividendi e la misura della parte variabile restino a 0,36 euro anche in presenza di ulteriori progressi per migliorare la struttura dei costi” commentano gli analisti di Credit Suisse, che nel frattempo hanno abbassato il target price sulle azioni Eni da 10,5 euro a 10,3 euro, in considerazione di quotazioni del Brent a 60 dollari a barile nel lungo termine, mentre in vista dei conti del quarto trimestre resta il giudizio “outperform”.

La banca di investimento svizzera è ottimista per l’ultimo trimestre e prevede per Eni un utile netto pari a 50 milioni di euro, “sulla scia dell'incremento delle quotazioni sia del petrolio sia del gas nel periodo”, un ebit a 701 milioni di euro e un calo di oltre 3 miliardi sul debito netto, dopo il lancio di bond ibridi dello scorso ottobre dal valore di circa 3 miliardi.

Sull’intero anno la situazione invece peggiora: Credit Suisse stima una perdita netta adjusted pari a 758 milioni di euro, ben al di sotto della performance con cui aveva chiuso i 2019 – 2,87 miliardi di euro. Pesa sul risultato totale l’andamento del prezzo del barile, che nel 2020 si è aggirato attorno a una media di 42,4 dollari per il Brent e 39,8 dollari per il Wti.

Azioni Eni, qual è il giudizio degli analisti?

Oltre alla già menzionata Credit Suisse, il cui giudizio sulle azioni Eni risale allo scorso 27 gennaio, hanno espresso recentemente raccomandazioni anche Jefferies, che ne dà un giudizio “hold” con target price a 8,6 euro, mentre ancora all’inizio dell’anno per Bernstein le azioni Eni scendevano a “market underperform”, con prezzo obiettivo a 7 euro.

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