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Andamento EUR/GBP in calo dopo dichiarazioni del ministro delle finanze UK a Davos

Scontro al World Economic Forum tra Sajid Javid e Stephen Mnuchin: se Londra non ritira la minaccia di una Digital Tax, Washington risponderà colpendo l’industria automobilistica

Banconota sterlina Fonte: Bloomberg

Il premier britannico Boris Johnson avrà pur deciso di restare a Londra durante il World Economic Forum di Davos, ma comunque chi per lui è riuscito a far sentire la voce del Regno Unito tra i più grandi stakeholders del pianeta.

Il ministro delle Finanze britannico, Sajid Javid, ha infatti deciso di non aderire al divieto imposto da Johnson ai suoi ministri di partecipare a summit, intervenendo stamattina in un panel insieme al segretario del Tesoro Usa Stephen Mnuchin, alla presidente del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva e al presidente di Ubs, Axel Weber.

All’ordine del giorno c’erano i mercati finanziari e come renderli più resilienti ai rischi sistemici e ai cambiamenti tecnologici. Di fatto si è parlato di Brexit, dei rapporti con l’Unione Europea e di quale priorità dare, invece, ad accordi commerciali con gli Usa.

Brexit: a che punto siamo?

Un incontro in grado di toccare argomenti spinosi, come effettivamente è successo. Le discussioni sono ruotate attorno al tema della Brexit – che, tra le altre cose, è l’esatto motivo per cui Johnson avrebbe preferito che i suoi ministri non partecipassero al summit di Davos. Downing Street infatti avrebbe già troppo da fare in questi ultimi, frenetici giorni prima della fine di gennaio, quando il Regno Unito cesserà ufficialmente di far parte dell’Unione Europea.

Eppure l’incontro di stamattina è stato l’occasione per un breve aggiornamento sui negoziati tra Londra e Bruxelles. Dopo che ieri, a margine della riunione Ecofin, erano trapelate notizie circa lo stato di preoccupazione delle aziende britanniche (che dunque faceva pensare a un andamento dei negoziati non particolarmente brillante), Javid ha smentito le voci secondo cui le due parti in causa sarebbero disallineate.

Il ministro britannico ha anche rassicurato sulla fattibilità di concludere accordi economici con i paesi del’Ue entro la fine di dicembre, nonostante il poco tempo a disposizione, soprattutto dopo aver testato gli umori dei ministri dell’Economia e Finanza europei durante l’appuntamento di ieri.

D’altra parte, la doccia gelata è arrivata quando Mnuchin, seduto proprio vicino a Javid, ha notificato il proprio disappunto nello scoprire che la priorità del Regno Unito è un accordo commerciale con l’Ue. I lavori per delineare nuovi rapporti con gli Usa verrebbero avviati in parallelo: “Pensavo che saremmo venuti per primi”, ha detto Mnuchin.

La Digital Tax avrà ripercussioni anche in UK?

La situazione non ha fatto che peggiorare quando Javis ha annunciato di voler imporre una Digital Tax sulle aziende statunitensi che fanno profitto anche nel Regno Unito (Amazon, Facebook, Netflix, per citare le più grandi).

Il ministro delle Finanze ha parlato di aprile per l’entrata in vigore della nuova tariffa e una maggiorazione del 2% sui prodotti offerti dalle aziende Usa. “Una tassa proporzionata, e deliberatamente disegnata per essere temporanea. Cadrà non appena vi sarà un accordo internazionale”, ha continuato Javid. Al suo fianco, Mnuchin non ha incassato il colpo in silenzio: alla tassa sulla aziende tech Usa seguirà dunque una tassa sulle case automobilistiche e sulle esportazioni verso gli Usa.

D’altra parte, la minaccia di nuove tariffe ha funzionato con la Francia, che solo pochi giorni fa ha annunciato un accordo con gli Stati Uniti per rimandare l’entrata in vigore della Digital Tax (in Francia ammonterebbe al 3%) alla fine del 2020 – pena: ulteriori tariffe sui prodotti di punta come champagne e formaggi.

Come ha reagito la sterlina?

Mentre i due rappresentanti parlavano, in mattina la sterlina ha subito un notevole rialzo sia nei confronti dell’euro che del dollaro. Il cambio GBP/USD infatti è arrivato a lambire quota 1,3143, toccando un massimo di 1,3152. La sterlina si è apprezzata anche nei confronti della valuta europea, con il cambio EUR/GBP arrivato a 0,8436: un livello che non si vedeva da metà dicembre.

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