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Verso un rinvio di tre mesi: Brexit? No, accordo commerciale Usa-Cina

Nessun meeting di marzo Trump-Xi, che potrebbero fissare un incontro a giugno. Ancora da risolvere alcune questioni chiave, tra cui furto di proprietà intellettuale, trasferimento forzoso di tecnologia e concorrenza sleale.

Fonte: Bloomberg

Verso un rinvio di tre mesi per cercare di trovare un accordo. Brexit? No, guerra commerciale Usa-Cina. Secondo alcune indiscrezioni trapelate nel week end, i presidenti Donald Trump e Xi Jinping avrebbero spostato in là la data del meeting che potrebbe porre fine (almeno in parte) alle tensioni sugli scambi che, nel solo 2018, hanno colpito oltre 360 miliardi di dollari di controvalore in merci.

Usa-Cina lontane dall'accordo

Tra le certezze del momento, sicuramente le due maggiori economie al mondo non saranno in grado di formalizzare un accordo entro aprile. Sul piatto vi sarebbero ancora troppe questioni delicate in sospeso, anzitutto sul fronte tecnologico: gli Stati Uniti hanno più volte chiarito che, fintantoché Pechino non si impegnerà a regolare le pratiche di trasferimento forzoso di tecnologia, furto di proprietà intellettuale e concorrenza sleale, la politica protezionista in essere andrà avanti.

Qualche segnale di apertura da parte statunitense è giunto a fine febbraio, quando il Tycoon ha annunciato la sospensione dell’aumento delle tariffe dal 10 al 25% in calendario dal 1 marzo.

La principale divisione all'interno della Casa Bianca riguarda quanta importanza sarà data alla richiesta di garanzie che assicureranno che la parte cinese sia all'altezza dell'accordo e se tale richiesta sarà sufficiente a garantire un accordo equo e di successo. Fin dal principio alla Cina è stato chiaro che un accordo basato sull’incremento degli acquisti cinesi di beni e merci americane (prodotti agricoli, dell’industria e dell’energia) non sarebbe bastato a smussare i dissapori con l’America, che vede la riduzione del proprio deficit commerciale con la Cina come uno (ma non come il solo) dei principali punti in agenda.

Accordo commerciale Trump-Xi

Con l’obiettivo di sostenere i mercati, sia da parte americana che cinese sono arrivate rassicurazioni circa i passi avanti compiuti e i “progressi concreti” di questi ultimi mesi.

Non è ancora noto dove Trump e Xi si potrebbero incontrarsi a giugno, ma il presidente cinese dovrebbe recarsi ad Osaka in Giappone per il vertice del G20.

Con gli accordi Usa-Cina ancora in sospeso, le borse asiatiche hanno beneficiato nella prima seduta di settimana delle aspettative di una linea più morbida americana di politica monetaria. Una linea più accomodante tende a ridurre le pressioni sul biglietto verde e, dunque, sui debitori. Secondo indiscrezioni, nel prossimo incontro del board, in calendario mercoledì sera, la Federal Reserve potrebbe mostrarsi ancora più colomba.

Shanghai ha terminato gli scambi in crescita del 2,4%. Bene anche Hong Kong, su dell’1%. Sul rialzo dell’indice di Tokyo, che ha chiuso in territorio positivo a +0,6%, ha pesato un dato calante sull’export di febbraio, in calo dell’1,2% contro attese a -0,9%.

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