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Brexit news: Goldman Sachs taglia le stime di no-deal. Più vicina la proroga del 29 marzo

No-deal al 10%. Sale al 55% la probabilità di un'estensione dell'Articolo 50. No Brexit al 35%. Passa l'emendamento Yvette Cooper. Prese di profitto sulla sterlina dopo i rialzi contro EUR e USD delle scorse sedute

Brexit Fonte: Bloomberg

Goldman Sachs riduce le probabilità di una Brexit "no-deal" abbassando la percentuale del 15% al 10%. Intanto la sterlina di prende una pausa di riflessione, calando sia contro euro che contro dollaro dopo gli importanti rialzi delle ultime tre sedute (+2% la coppia GBP/USD, -1,6% il cambio EUR/GBP).

La banca d’affari americana si unisce così alla schiera degli altri istituti del credito che hanno tagliato le proprie aspettative circa l’eventualità che si realizzi il peggiore degli scenari possibili.

A 29 giorni esatti dal 29 marzo, termine attualmente valido come giorno di uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, le certezze sono poche.

Secondo gli esperti di GS hanno alzato le probabilità di un'estensione dell'Articolo 50 al 55% (dal precedente 50%), mantenendo invece invariata al 35% la probabilità di uno scenario "no Brexit".

"Continuiamo a vedere come risultato più probabile la ratifica dell'accordo raggiunto dal Primo Ministro, con una proroga di tre mesi dell'articolo 50", hanno scritto gli analisti in una nota, che vedrebbero quindi il rinvio della Brexit a giugno 2019.

Scenari sulla Brexit

La situazione per Theresa May non è comunque delle migliori: di fronte alle minacce di ribellione parlamentare, la premier ha dovuto spostare in là il voto vincolante sull’accordo, acconsentendo a fissare altri due voti in calendario: mentre il 12 marzo la Camera dei Comuni sarà chiamata a votare il deal a firma May, il 13 ed il 14 marzo si terranno invece le votazioni (in caso di mancata approvazione dell’accordo) circa l’eventualità di una exit senza accordo (favorevoli o contrari?) e la proposta di una proroga dei termini, che dia più tempo al Regno Unito per definire le proprie condizioni di uscita.

Intanto, nella serata di ieri, i parlamentari hanno votato a favore di due emendamenti su cinque che, a tendere, potrebbero risollevare le sorti di un’Inghilterra divisa da forze discordanti. Schiacciante è stato il sì dei deputati all’emendamento Yvette Cooper, che con 502 voti a favore e 20 contrari scongiura l’eventualità di un no-deal, prevedendo lo spostamento in là della data del 29 marzo.

Bocciata la proposta dell’opposizione di Jeremy Corbyn, che prevedeva, tra le diverse clausole, la permanenza inglese all’interno dell’Unione doganale europea volta a scongiurare l’isolamento della regione.

Ha raccolto infine raccolto l'approvazione parlamentare la proposta di Alberto Costa per garantire che i diritti dei cittadini dell'Ue nei confronti del Regno Unito (e vice versa) siano rispettati anche qualora il Regno Unito lasciasse l’Europa senza un accordo.

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