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ENI ai massimi da due mesi

Il titolo sta mettendo pressione alla resistenza strategica collocata a 14,60 euro grazie al rialzo del greggio.

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Fonte: Bloomberg

Ottima partenza di anno per Eni, che ha terminato la prima settimana dell'anno con un balzo quasi del 4,6%. Si tratta della miglior perfomance da febbraio dello scorso anno. A fare da traino al titolo è stato il balzo del prezzo del greggio, imputabile principalmente a due fattori:

  1. il diffuso ottimismo sull''outlook macroeconomico, dopo i dati incoraggianti emersi in diverse regioni del globo;
  2. gli scontri in Iran, terzo produttore tra i Paesi OPEC, e l'esplosione dell'oleodotto in Libia di qualche settimana fa.

Se il primo di questi fattori alimenta le aspettative di una maggiore domanda, il secondo crea attese per un calo dell'offerta. L'effetto combinato è una crescita dei prezzi. Il petrolio ha aggiornato i massimi che non vedeva da oltre due anni e mezzo, con il WTI arrivato alla soglia dei 62 dollari/barile, mentre il Brent stazione poco sotto i 68 dollari.

Le prospettive per il petrolio per l'anno appena iniziato rimangono ancora incoraggianti. I driver di prezzo sembrano indicare una strategia win to win. Lo scenario macro dovrebbe mantenersi saldamente positivo, così le prospettive sono per una crescita della domanda di greggio. I principali rischi al momento sono rappresentati da timori geopolitici, almeno in Medio Oriente, dove la situazione rimane infuocata tra Iran, Arabia Saudita e Yemen. L'eventuale insorgere di un conflitto potrebbe tenere alte le quotazioni del greggio.

Ad ogni modo per ora tutti i titoli del comparto petrolifero applaudono al recente balzo del greggio, segnando performance importanti. ENI non è rimasto a guardare, uscendo dalla lateralità in un cui era finito tra novembre e dicembre.

Per ora il balzo si è arrestato su una resistenza interessante, collocata a 14,60, dove passa la trend line ribassista che unisce i massimi decrescenti del 2015, 2016 e 2017.
Un superamento di tale riferimento getterebbe le basi per un allungo in direzione di 15,70 euro, picchi di un anno fa, e da qui verso 17 euro (ultimo ritracciamento di Fibonacci nella discesa degli ultiumi tre anni).

Il primo supporto transita per 13,70, minimi allineati degli ultimi due mesi, mentre il vero livello strategico è a 13 euro, minimi assoluti del 2017. Solo un cedimento di tale riferimento vedrebbe le prospettive peggiorare inesorabilmente, con primo target a 12 euro e poi a 11 euro.

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