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Il petrolio non si ferma più, scatta alert per fixed income

I prezzi di Wti e Brent volano ai massimi dall'estate 2015.

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Fonte: Bloomberg

Sembra non arrestarsi la corsa del greggio, i cui prezzi stamane hanno toccato i nuovi massimi che non si vedevano da luglio 2015. A spronare gli acquisti sarebbero le notizie arrivate dall'Arabia Saudita, dove ieri sono scattate le manette per quasi 50 persone, tra principi ed ex funzionari. La retata anticorruzione è stata guidata dall'erede al trono, Mohamed bin Salman, figlio dell'ottantunenne re Salman. La leadership del principe rivoluzionario ne esce decisamente rafforzata. Infatti, oltre ad che aver aperto a una serie di diritti alle donne, Mohamed bin Salman si è sempre detto favorevole al taglio della produzione di greggio al fine di sostenerne i prezzi e gli investitori sembrano interpretare le notizie di ieri come una maggiore attenzione in tal senso.

Il petrolio, però, è reduce da un buon rialzo nelle ultime settimane, complice sia una revisione al rialzo delle stime di crescita (lato domanda), sia l'aspettativa di prolungamento dei tagli alla produzione tra i Paesi Opec nella prossima riunione del 30 novembre (lato offerta).

I prezzi hanno superato dei massimi importanti e questo spingerebbe a pensare a un trend in rafforzamento. Ma cosa può comportare questo?

I prezzi del greggio impattano tantissimo sulle aspettative inflattive, pertanto un violento rialzo potrebbe accelerare quest'ultime e da qui spingere al rialzo i rendimenti del mondo fixed income. Un movimento che di per sé non desta preoccupazione, se non fosse che al mondo circolano più di 10 mila miliardi di dollari di bond con rendimento negativo a seguito delle misure espansive delle Banche centrali degli ultimi anni.

E' già tempo di preoccuparsi? Probabilmente no. Il rialzo del greggio, per ora, non sta impattando sulle aspettative inflattive. Di fatto, la performance YTD è di un +5/+7% (+40% dai minimi annuali), ancora troppo contenuta e potrebbe essere solo transitoria. La situazione si farebbe più preoccupante se i prezzi dovessero stabilizzarsi sopra i 75 dollari. A quel punto, dopo qualche mese, i prezzi al consumo potrebbero risentirne e i rendimenti potrebbero schizzare. Il deflusso dal comparto del reddito fisso potrebbe essere importante e violento, con gli investitori che andranno a caccia di rendimenti più alti.

Crediamo che l'ascesa dei rendimenti possa arrestarsi a un certo punto. Qual è questo punto? Gli operatori acquisteranno bond quando il costo opportunità di detenere il rischioso equity sarà troppo alto rispetto ai più sicuri bond.

Cosa scongiurerà questo quadro pessimista? Un buon lavoro delle Banche centrali. Più il processo di rialzo dei tassi sarà graduale, più la bolla dei bond rientrerà senza esplodere. Purtroppo, le Banche centrali poco possono fare per arrestare la marcia del petrolio.

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